Methane Seeps in the Canadian High Arctic
"Spaghetti-like" structure from methane mound seepage. Photo credit Krista Williscroft, Stephen Grasby, and colleagues, and the Geological Society of America Bulletin.
Cretaceous climate warming led to a significant methane release from the seafloor, indicating potential for similar destabilization of gas hydrates under modern global warming. A field campaign on the remote Ellef Ringnes Island, Canadian High Arctic, discovered an astounding number of methane seep mounds in Cretaceous age sediments. Seep mounds are carbonate deposits, often hosting unique fauna, which form at sites of methane leakage into the seafloor. Over 130 were found covering over 10,000 square kilometers of the Cretaceous sea floor. They occurred over a very short time interval immediately following onset of Cretaceous global warming, suggesting that the warming destabilized gas hydrates and released a large burb of methane. Given that methane has 20 times the impact of CO2 as a greenhouse gas, such a release could have accelerated global warming at that time. This discovery supports concerns of potential destabilization of modern methane hydrates.
Odori da toccare: quando la bocca diventa naso
Un comune gamberetto usa le sue chele per esplorare il fondale marino, staccarne frammenti, e portarli a contatto con l’apparato boccale. È la sua bocca, quindi, che funziona da ‘naso aquatico’ permettendo al crostaceo di rilevare la presenza di odori insolubili in acqua. Immagine realizzata da G. Villani, P. Amodeo ed E. Mollo
Un recente studio dell’Icb-Cnr sui meccanismi di comunicazione chimica in ambiente acquatico mette in crisi la tradizionale distinzione tra i sensi, olfatto e gusto, basata su criteri spaziali. Il lavoro pubblicato su Pnas. Tradizionalmente, l’olfatto è considerato un senso ‘a distanza’ mentre il gusto è trattato come un senso ‘per contatto’. Si tratta però di una distinzione basata prevalentemente sulle percezioni umane e che è stata sottoposta a forte critica in un articolo pubblicato nel 2014 sulla rivista Frontiers in Chemistry. Secondo questa nuova prospettiva, in ambiente acquatico si può osservare un’inversione nella portata a distanza dell’olfatto quando i segnali olfattivi sono veicolati da molecole insolubili in acqua, ma che essendo volatili, possono diffondersi nell’aria e arrivare al nostro naso. Su tale premessa si fonda il lavoro sperimentale guidato da Ernesto Mollo, ricercatore dell’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli (Icb-Cnr), recentemente pubblicato sulla rivista Pnas. Lo studio, svolto nell’ambito di una collaborazione multidisciplinare tra l’Icb-Cnr e varie istituzioni di ricerca italiane e straniere, sfida l'attuale letteratura sulla chemio-recezione in ambiente acquatico, secondo cui il mondo olfattivo di crostacei e pesci è limitato alla sola percezione a distanza di sostanze solubili in acqua.