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Il 3 giugno 1965 è una data storica: quel giorno per la prima volta nella storia un astronauta americano si avventurò nel vuoto spaziale. Il protagonista fu Ed White della NASA: uscì dalla sua navetta “Gemini 4” e con la sua attività extra-veicolari segnò una tappa fondamentale nella conquista dello Spazio.

Il record della prima EVA (Extra-Vehicular Activity) in assoluto nella storia dello Spazio spetta però al cosmonauta russo Aleksej Archipovic Leonov, che arrivò a conquistare il primato neanche tre mesi prima di White: durante la missione Voschod 2, il 18 marzo 1965, uscì a fare una passeggiata tra le stelle.

La prima EVA americana durò circa 23 minuti. Dopo il lancio da Cape Canaveral, in Florida, la capsula compì alcune orbite di assestamento. Alle 19.46 White aprì il portellone e uscì nel vuoto,  agganciato alla navetta solo con un cavo di sicurezza che gli dava ossigeno e la possibilità di dialogare via radio con il suo comandante e il centro controllo di Houston.

Da allora, in questi ultimi 50 anni, le attività extra-veicolari sono state tantissime. Il primo italiano a uscire dalla Stazione Spaziale Internazionale e “passeggiare” tra le stelle è stato Luca Parmitano, astronauta dell’ESA e maggiore pilota dell’Aeronautica militare. Il 9 e il 16 luglio 2013, nell’ambito della missione VOLARE dell’Agenzia Spaziale Italiana, è entrato nella storia con due passeggiate spaziali, la seconda purtroppo interrotta per un problema al casco della sua tuta.

Proprio come Parmitano stesso ha dichiarato, “le cosiddette passeggiate spaziali non sono affatto una passeggiata”: l’espressione “attività extra-veicolari” descrive un po’ meglio quello che si fa durante una EVA. La preparazione è molto intensa, anche psicologicamente: le tute sono dei veri e proprio habitat per la sopravvivenza, completamente autosufficienti. Si è esposti al freddo dello Spazio e a possibili urti di detriti spaziali. Per quanto riguarda le due EVA di AstroLuca, in entrambe c’erano diversi compiti da svolgere: ritirare un paio di strumenti non più funzionanti all’esterno della Stazione, sostituire una telecamera, fare altre attività di manutenzione, ma soprattutto preparare l’installazione del modulo russo MLM (Multifunctional Laboratory Module).

 

Ultima modifica il Giovedì, 04 Giugno 2015 15:39
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