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La Namibia: un orizzonte di nuove prospettive tra innovazione, risorse e sviluppo sostenibile

Guido Donati - Membro Consiglio Direttivo SRSN 16 Giu 2025



La Namibia, una nazione vasta e scarsamente popolata dell'Africa sud-occidentale, si trova oggi su una soglia storica. Tradizionalmente riconosciuta per la sua impressionante bellezza naturale, la ricca fauna selvatica e un'economia trainata dall'estrazione di diamanti e uranio, il paese sta ora emergendo come un attore potenzialmente cruciale in settori strategici. Le nuove prospettive si concentrano principalmente su tre pilastri: l'idrogeno verde, le recenti scoperte di petrolio e gas e l'espansione della sua capacità portuale, il tutto intrecciato con la sfida incombente della desertificazione, l'eredità del colonialismo e un ecosistema innovativo in crescita, sostenuto da una governance progressista che include una significativa rappresentanza femminile.

L'Idrogeno Verde: un faro per la transizione energetica globale


Forse l'opportunità più rivoluzionaria per la Namibia è la sua ambizione di diventare un hub globale per la produzione di idrogeno verde. Questa non è una semplice aspirazione, ma una strategia basata suvantaggi naturali ineguagliabili. La Namibia vanta alcune delle risorse eoliche e solari più abbondanti e consistenti al mondo, condizioni ideali per generare l'enorme quantità di energia rinnovabile necessaria per il processo di elettrolisi dell'acqua, che produce idrogeno verde senza emissioni di carbonio.
Il fiore all'occhiello di questa iniziativa è il progetto "Hyphen Hydrogen Energy", una joint venture che punta a produrre circa 350.000 tonnellate di idrogeno verde all'anno. Questo progetto da miliardi di dollari, sebbene ancora nelle fasi iniziali di studio di fattibilità e ingegnerizzazione, ha già attirato l'attenzione di investitori internazionali e l'impegno dichiarato del governo namibiano. La visione è chiara: non solo l'idrogeno verde potrebbe soddisfare le future esigenze energetiche interne della Namibia, ma la posizionerebbe anche come un esportatore chiave verso mercati ad alta domanda come l'Europa e l'Asia. Questa mossa strategica contribuirebbe in modo significativo agli sforzi globali di decarbonizzazione, ma soprattutto promette di creare decine di migliaia di nuovi posti di lavoro, attrarre ingenti investimenti esteri diretti e diversificare radicalmente l'economia namibiana, riducendo la sua storica dipendenza dalle industrie minerarie più tradizionali e volatili.Petrolio e gas: nuove scoperte e la sfida della gestione responsabile


Parallelamente all'entusiasmo per l'idrogeno verde, la Namibia è testimone di un rinnovato e febbrile interesse per il suo settore degli idrocarburi. Negli ultimi anni, importanti major energetiche globali come TotalEnergies e Shell hanno annunciato scoperte significative di petrolio e gas offshore al largo delle coste namibiane. Questi giacimenti, con stime iniziali promettenti, potrebbero trasformare radicalmente il paesaggio finanziario del paese. Le entrate derivanti dalla loro futura produzione potrebbero ammontare a miliardi di dollari, fornendo una spinta senza precedenti per finanziare lo sviluppo di infrastrutture critiche, migliorare i servizi sociali e promuovere programmi di diversificazione economica.
Tuttavia, queste immense opportunità portano con sé responsabilità e sfide altrettanto grandi. La Namibia dovrà affrontare il delicato equilibrio tra lo sfruttamento di queste risorse e i suoi impegni a lungo termine per la sostenibilità ambientale e la mitigazione del cambiamento climatico. È cruciale che il paese eviti la cosiddetta "maledizione delle risorse", un fenomeno che ha afflitto molte nazioni ricche di risorse naturali, dove la ricchezza mineraria o petrolifera può portare a instabilità economica, una scarsa gestione delle entrate e un'influenza sproporzionata di interessi esterni, impedendo uno sviluppo sostenibile a lungo termine. Una governance trasparente, meccanismi di rendicontazione chiari e una gestione oculata dei proventi del petrolio e del gas saranno assolutamente fondamentali per tradurre queste scoperte in benefici reali e duraturi per l'intera popolazione namibiana.

 

L'espansione portuale: Walvis Bay come porta commerciale del Sud Africa

Un altro elemento cruciale per le nuove prospettive della Namibia è l'ambiziosa espansione del Porto di Walvis Bay. Già riconosciuto come uno dei porti più efficienti e ben gestiti dell'Africa occidentale, Walvis Bay gode di una posizione geografica strategica ineguagliabile. Non serve solo la Namibia, ma è il principale sbocco sul mare per diversi paesi limitrofi senza sbocco al mare, tra cui il Botswana, lo Zambia e lo Zimbabwe.
Recentemente, sono stati fatti investimenti sostanziali per potenziare le infrastrutture portuali, inclusa l'aggiunta di nuovi ormeggi, terminal container e lo sviluppo di corridoi logistici terrestri. L'obiettivo è consolidare la sua posizione come il "gateway" preferenziale per il commercio in tutta la regione dell'Africa meridionale. Questa maggiore capacità portuale e i collegamenti di trasporto efficienti non solo faciliteranno l'esportazione delle nuove risorse energetiche della Namibia (idrogeno verde, petrolio e gas), ma stimoleranno anche il commercio regionale, rafforzando l'integrazione economica. Si prevede che questa espansione genererà un numero significativo di nuove opportunità lavorative nel settore della logistica e dei servizi portuali, promuovendo una crescita economica più ampia e diversificata.

La sfida della desertificazione e del cambiamento climatico: una priorità nazionale con radici storiche profonde
Nonostante le promettenti prospettive economiche, la Namibia deve confrontarsi con una delle minacce ambientali più pressanti e pervasive a livello globale: l'avanzamento della desertificazione e gli impatti sempre più tangibili del cambiamento climatico. Essendo uno dei paesi più aridi dell'Africa subsahariana, gran parte del suo territorio è già dominato dai deserti del Namib e del Kalahari. Tuttavia, il progressivo peggioramento delle condizioni aride e semi-aride minaccia di compromettere ulteriormente le limitate terre coltivabili e i mezzi di sussistenza di milioni di persone, in particolare le comunità rurali.


Fattori chiave che alimentano la desertificazione in Namibia:
Scarsità idrica cronica e accentuata dal clima: la Namibia riceve precipitazioni estremamente scarse e imprevedibili. Il cambiamento climatico sta esacerbando questa situazione con periodi di siccità più lunghi, intensi e frequenti, che prosciugano fiumi, pozzi e falde acquifere, mettendo a dura prova le risorse idriche già limitate.
Pressione insostenibile sulle terre: l'eccessivo pascolo del bestiame su pascoli fragili e l'applicazione di pratiche agricole non adatte ai climi aridi contribuiscono alla rapida degradazione del suolo. Questo riduce drasticamente la capacità del terreno di trattenere l'acqua e lo rende più vulnerabile all'erosione eolica e idrica.
Deforestazione localizzata: sebbene non sia un problema diffuso come in altre regioni del continente, la rimozione della vegetazione, spesso per la legna da ardere o per l'espansione agricola non pianificata, contribuisce alla perdita di copertura vegetale. Questo espone il suolo, rendendolo più suscettibile alla desertificazione.
Variazioni climatiche a lungo termine: l'aumento delle temperature medie e i cambiamenti imprevedibili nei modelli di precipitazione stanno spingendo il confine del deserto sempre più a est, inghiottendo vaste aree precedentemente semi-aride e compromettendo gli ecosistemi esistenti.

Le radici coloniali della vulnerabilità ambientale namibiana:
È cruciale comprendere che molti dei problemi attuali legati alla deforestazione, al degrado del suolo e alle pratiche agricole inappropriate hanno origini profonde nelle politiche e nelle pratiche imposte durante il lungo periodo coloniale, prima sotto il dominio tedesco (fino al 1915) e poi sotto il regime di apartheid del Sudafrica (fino al 1990).
Espropriazione e confinamento delle terre ancestrali: il colonialismo ha imposto la confisca su vasta scala delle terre più fertili e dei pascoli tradizionali delle popolazioni indigene namibiane (Herero, Nama, San, Ovambo, Kavango, ecc.). Queste terre furono trasferite a coloni bianchi, che istituirono grandi fattorie commerciali. Le comunità locali furono brutalmente confinate in "riserve" (successivamente rinominate "homelands" sotto l'apartheid), spesso situate su terreni marginali, aridi, o con scarsa disponibilità di risorse idriche e minerali. Questa segregazione forzata ha costretto milioni di persone a praticare un'agricoltura e un allevamento intensivi su aree limitate e fragili, ben oltre la loro capacità ecologica di carico, accelerando drammaticamente la degradazione del suolo e la deforestazione per soddisfare i bisogni di sussistenza.
Introduzione di pratiche agricole e zootecniche aliene: i coloni introdussero metodi agricoli e di allevamento europei, spesso completamente inadatti all'ambiente arido e agli ecosistemi fragili della Namibia. Il Paese passò da un'agricoltura di sussistenza e adattata al clima a una produzione orientata all'esportazione, con colture e bestiame non autoctoni. Tecniche come l'aratura profonda, la monocoltura e l'allevamento intensivo di bovini (spesso più numerosi e meno adattati degli animali indigeni) hanno gravemente eroso il suolo, esaurito i nutrienti contribuendo alla perdita di biodiversità vegetale.
Sfruttamento intensivo delle risorse naturali: la costruzione di infrastrutture coloniali (ferrovie, strade) per facilitare lo sfruttamento minerario e agricolo, così come la domanda di legname per combustibile, carbone e materiali da costruzione, hanno portato a una deforestazione selettiva ma significativa in alcune aree. Ciò ha alterato gli equilibri ecologici locali, rendendo gli ecosistemi meno resilienti alla siccità e ai cambiamenti climatici.
Sistemazione idrica iniqua e inaccessibile: le politiche coloniali privilegiavano l'accesso e lo sviluppo delle risorse idriche (pozzi, dighe) per le fattorie dei coloni e le potenti industrie minerarie, spesso a scapito delle comunità indigene. Questo ha limitato ulteriormente le loro capacità di gestire le proprie risorse idriche in modo autonomo e sostenibile.
Perdita di conoscenze tradizionali e resilienza ecologica: il sistema coloniale ha attivamente disprezzato, soppresso e, in molti casi, distrutto le conoscenze e le pratiche tradizionali indigene relative alla gestione sostenibile delle terre e dell'acqua. Queste conoscenze, sviluppate in millenni di adattamento all'ambiente arido, erano cruciali per la resilienza ecologica. La loro perdita ha avuto un impatto devastante sulla capacità delle comunità di resistere alla desertificazione.
Le conseguenze socio-ambientali della desertificazione e del riscaldamento climatico:
Insicurezza alimentare cronica: la contrazione delle terre coltivabili e la diminuzione della produttività agricola aggravano l'insicurezza alimentare, specialmente nelle aree rurali. Questo aumenta la dipendenza dalle importazioni alimentari e spinge all'esodo verso le aree urbane, accentuando le pressioni demografiche.
Perdita irreversibile di biodiversità: gli ecosistemi unici e altamente specializzati della Namibia, inclusi quelli adattati alla siccità, sono sotto immensa pressione. La perdita di habitat e di specie vegetali e animali autoctone è una grave minaccia per il patrimonio naturale e la resilienza ecologica del paese.
Crisi idrica per tutti: la scarsità idrica non è solo un problema ambientale, ma una sfida costante per l'approvvigionamento di acqua potabile per le comunità, l'irrigazione agricola e le esigenze industriali, influenzando ogni aspetto della vita namibiana.


Aumento dei conflitti per le risorse: La crescente competizione per le risorse idriche e terriere limitate può esacerbare le tensioni sociali, in particolare tra pastori e agricoltori, e tra le aree rurali e urbane.
Le strategie della Namibia per la resilienza e la difesa ambientale:
La Namibia ha riconosciuto la gravità di queste minacce, profondamente radicate anche nella sua storia, e sta implementando un approccio multifattoriale per affrontarle:
Gestione sostenibile dell'acqua e innovazione: il governo sta investendo in modo significativo in nuove infrastrutture idriche (dighe, condotte interregionali) e nella promozione di pratiche di gestione dell'acqua più efficienti. Questo include la raccolta dell'acqua piovana, il riutilizzo delle acque reflue trattate e, sebbene costosa, la desalinizzazione dell'acqua marina per le aree costiere e centrali. L'ottimizzazione dell'uso dell'acqua nell'agricoltura, attraverso tecniche di irrigazione a goccia e colture resistenti alla siccità, è una priorità assoluta.
Programmi di ripristino del suolo e agricoltura resiliente al clima: vengono incoraggiate e implementate pratiche agricole e di allevamento sostenibili, come la rotazione delle colture, l'agroforestazione, la gestione olistica del pascolo e l'agricoltura conservativa. Progetti su larga scala di rimboschimento e ripristino di aree degradate sono in corso per aumentare la copertura vegetale, migliorare la salute del suolo e contrastare l'erosione.

C'è un crescente interesse e investimento nel recupero e nell'integrazione delle preziose conoscenze agricole e di gestione della terra tradizionali delle comunità originali.
Riforma agraria e giustizia sociale: Sebbene sia un processo lento, complesso e politicamente delicato, la riforma agraria post-indipendenza mira a correggere le profonde disuguaglianze storiche nella proprietà e nell'accesso alla terra. L'obiettivo è permettere alle comunità e agli agricoltori namibiani/africani di accedere a terre più produttive e di implementare pratiche agricole sostenibili su larga scala, superando i limiti imposti dalla segregazione coloniale.


Conservazione basata sulla comunità (CBNRM): la Namibia è un pioniere riconosciuto a livello mondiale nel modello di conservazione basata sulla comunità (Community-Based Natural Resource Management). Questo approccio innovativo delega la gestione e i benefici della fauna selvatica e delle risorse naturali direttamente alle comunità locali. Incentivando la protezione degli ecosistemi e la lotta al bracconaggio, questo modello contribuisce direttamente alla resilienza ambientale e all'empowerment delle comunità che, in passato, erano state escluse dal controllo sulle loro stesse risorse.
Investimenti in energia rinnovabile e idrogeno verde come mitigazione e adattamento: L'investimento massiccio nell'energia solare ed eolica, e in particolare nel progetto dell'idrogeno verde, è una risposta diretta e strategica al cambiamento climatico. Riducendo la dipendenza dai combustibili fossili, la Namibia non solo contribuisce agli sforzi globali di mitigazione delle emissioni, ma rafforza anche la sua indipendenza energetica e costruisce una solida economia verde, resiliente ai futuri shock climatici.
Quadri politici e cooperazione internazionale: il paese ha sviluppato quadri politici nazionali robusti e strategie integrate per affrontare la desertificazione e il cambiamento climatico, con l'obiettivo di incorporare queste considerazioni in ogni aspetto della pianificazione dello sviluppo. La cooperazione internazionale e l'accesso a finanziamenti per il clima e per l'adattamento sono cruciali per sostenere e scalare questi sforzi.

Un ecosistema di Startup in fioritura: l'innovazione dal basso

L'ecosistema startup in Namibia, in particolare nella capitale Windhoek, sta vivendo un periodo di notevole crescita e sta attirando un'attenzione crescente. Sebbene non sia ancora paragonabile ai principali hub innovativi africani, i progressi recenti sono impressionanti. La Namibia ha raggiunto il suo miglior posizionamento di sempre nella classifica degli ecosistemi startup globali di StartupBlink, con Windhoek che si è posizionata come la quarta città dell'Africa meridionale per crescita dell'ecosistema.
Questo progresso è alimentato da:
Stabilità politica ed economica: la Namibia è apprezzata per la sua stabilità politica e un quadro legale prevedibile, offrendo una base più sicura per gli investimenti e lo sviluppo imprenditoriale.
Supporto istituzionale crescente: organizzazioni come la Namibia Investment Promotion and Development Board (NIPDB), l'Ufficio della Presidenza (con un'attenzione particolare all'innovazione), Namibia Innovation Hub, StartUp Namibia (con il supporto di GIZ) e il Namibia Business Innovation Institute (NBII) della NUST, sono proattivamente impegnate. Offrono programmi di incubazione, mentorship, accesso a reti di finanziamento, spazi di co-working e formazione specifica.
Iniziative mirate: progetti come ScaleUp Namibia (SUN) mirano a fornire alle startup mentorship, supporto nell'accesso agli investimenti e assistenza per la trasformazione digitale.


Le startup namibiane si stanno concentrando su settori chiave che riflettono le sfide e le opportunità uniche del paese:
Energia e Ambiente: soluzioni per l'energia off-grid, gestione energetica smart e tecnologie per la sostenibilità.
Tecnologie alimentari (Foodtech): miglioramento della produzione agricola, della catena di approvvigionamento e dell'accesso ai mercati, includendo agricoltura intelligente e e-commerce per prodotti locali.
E-commerce e retail: piattaforme digitali per il commercio che connettono consumatori e produttori, superando le barriere geografiche.
Logistica e trasporti: soluzioni per ottimizzare la movimentazione di merci e persone, cruciali per un paese con lunghe distanze.
EdTech (Tecnologie per l'educazione): piattaforme di apprendimento online e strumenti digitali per migliorare l'accesso e la qualità dell'istruzione.
FinTech (Tecnologie finanziarie): Soluzioni di mobile money e microcredito per promuovere l'inclusione finanziaria.


Un esempio di spicco è JABU, una piattaforma logistica e di distribuzione B2B che connette produttori di beni di consumo con i negozi al dettaglio tradizionali, soprattutto nelle aree rurali. JABU ha attratto importanti investimenti, inclusi quelli da Y Combinator, ed è stata la prima startup namibiana a ottenere un finanziamento di Serie A nel 2022, dimostrando il potenziale di scala delle soluzioni namibiane.
Il buon governo e la leadership al femminile: un fattore distintivo
Un aspetto distintivo e sempre più riconosciuto della traiettoria di sviluppo della Namibia è il suo impegno per un buon governo e la crescente importanza della leadership femminile in posizioni chiave. Il paese ha una reputazione di stabilità politica e trasparenza relativa, elementi fondamentali per attrarre investimenti e sostenere la crescita economica.

La Namibia ha fatto progressi significativi nella promozione della parità di genere, un fattore che si riflette nella sua classe dirigente. L'attuale governo, e in particolare l'Ufficio della Presidenza, ha dimostrato un impegno proattivo verso l'innovazione e lo sviluppo sostenibile. Con la recente nomina di Netumbo Nandi-Ndaitwah a Presidente della Namibia, il paese ha segnato un traguardo storico, diventando uno dei pochi stati africani ad avere una donna al suo vertice. La sua presenza, unita a quella di altre donne in posizioni ministeriali di rilievo, in ruoli di leadership nelle agenzie statali e nel settore privato, è un chiaro segnale dell'avanzamento del paese.


Un esempio lampante è il ruolo di leadership femminile all'interno della Namibia Investment Promotion and Development Board (NIPDB). L'istituzione, cruciale per attrarre e facilitare gli investimenti nel paese, è stata guidata da donne di spicco, che hanno implementato strategie innovative e hanno mostrato un approccio pragmatico e orientato ai risultati. Questa leadership ha contribuito a creare un ambiente più favorevole per le imprese, sia locali che internazionali, e ha giocato un ruolo chiave nel posizionamento della Namibia come destinazione per l'investimento in idrogeno verde.
La partecipazione e l'influenza delle donne nella governance non solo promuovono l'uguaglianza, ma sono spesso associate a una maggiore trasparenza, a decisioni più inclusive e a un focus più marcato sullo sviluppo sostenibile e sul benessere sociale. Questo "buon governo al femminile" contribuisce a instillare fiducia negli investitori e nella popolazione, creando un terreno fertile per la realizzazione delle ambizioni del paese.


Sfide e prospettive future: un bilancio delicato

Nonostante queste promettenti prospettive economiche e gli sforzi concertati per affrontare le sfide ambientali, la Namibia deve navigare in un percorso complesso. Le eredità economiche del colonialismo, la disuguaglianza sociale, l'elevata disoccupazione giovanile e la persistente dipendenza dalle precipitazioni per l'agricoltura di sussistenza rimangono problemi pressanti che richiedono soluzioni innovative e inclusive. Il superamento delle eredità coloniali in termini di disuguaglianza e gestione delle risorse richiede tempo e investimenti continui.
Lo sviluppo di industrie così capital-intensive come l'idrogeno verde e l'estrazione di idrocarburi richiederà un robusto quadro normativo, investimenti significativi nell'istruzione e nella formazione professionale per garantire che la popolazione locale possa beneficiare pienamente delle nuove opportunità lavorative, evitando che la ricchezza rimanga concentrata nelle mani di pochi o di entità straniere. Parallelamente, la capacità del paese di adattarsi efficacemente al cambiamento climatico e di gestire in modo sostenibile le sue preziose ma fragili risorse naturali sarà il fattore determinante per la sua prosperità a lungo termine.


In conclusione, la Namibia è in una posizione unica per sfruttare le sue vaste risorse naturali, la sua notevole stabilità politica e una crescente cultura dell'innovazione, supportata da una governance progressista e inclusiva, per forgiare un futuro più prospero e sostenibile. Le decisioni prese oggi riguardo alla gestione dell'idrogeno verde, del petrolio e del gas, allo sviluppo delle infrastrutture portuali e, crucialmente, alla protezione del suo ambiente fragile, tenendo conto anche delle profonde cicatrici storiche lasciate dal colonialismo, determineranno se il paese riuscirà a capitalizzare appieno queste nuove prospettive, trasformando le sue ricchezze in uno sviluppo autenticamente sostenibile e inclusivo per tutti i suoi cittadini.


Bibliografia
Banca Mondiale (World Bank). Rapporti periodici e dati sulla Namibia. 
Fondo Monetario Internazionale (FMI).
GIZ (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit).
Hyphen Hydrogen Energy. 
JABU Logistics. 
Namibia Investment Promotion and Development Board (NIPDB).
Repubblica di Namibia, Ministero dell'Ambiente, delle Foreste e del Turismo. Documenti ufficiali sulla politica climatica e ambientale. (Accesso tramite il sito del governo namibiano o archivi specifici del Ministero)
Shell. Notizie sulle scoperte di idrocarburi offshore in Namibia. 
StartupBlink. 
TotalEnergies. Dettagli sulle operazioni e le scoperte in Namibia. 
United Nations Convention to Combat Desertification (UNCCD). 
United Nations Development Programme (UNDP). 

Articoli pubblicati su Scienzaonline e Scienceonline su alcuni aspetti della Namibia:

News : Governments to Consider New CITES Trade Controls Scienceonline 28.02.2007 Cites 

Unicef/who: far too few using improved sanitation; more people using drinking-water from safe sources 17.07.2008 WHO 

https://scienzeonline.org/news-scienceonline/item/1271-cooperation-with-namibia-underway.html

World Water Day: Fog and dew keep Africa's Namib Desert ecosystem going 26.03.2017 Scienceonline National Science Foundation

A study on the Cory’s shearwater will help protecting new marine areas in international waters Scienceonline 31.01.2018 Universidad de Barcelona 

Un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Torino sta studiando il canto del pinguino africano per salvarlo dall’estinzione 19.02.2024 Torino University 

Ultima modifica il Lunedì, 16 Giugno 2025 11:38
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