Agosto 2021


Uno studio internazionale realizzato con la partecipazione dell’Università Statale di Milano fornisce un importante contributo per comprendere la vita degli alberi e gestire i programmi di rigenerazione delle foreste. La ricerca è stata appena pubblicata su PNAS.
La fecondità degli alberi non cresce di pari passo con la loro crescita di dimensione, ma raggiunge un picco quando gli alberi hanno raggiunto una dimensione intermedia, per poi decrescere: è la conclusione a cui giunge uno studio coordinato dalla Duke University, con la partecipazione dell’Università Statale di Milano e dell’Università di Torino, condotto su 585.670 singoli alberi appartenenti a quasi 600 specie, in tutto il mondo.


La ricerca, a cui hanno partecipato 59 ricercatori provenienti da Cile, Italia, Canada, Polonia, Francia, Spagna, Svizzera, Giappone, Slovenia, Germania, Panama, Porto Rico e Stati Uniti, tra cui Giorgio Vacchiano, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia della Statale e co-autore della ricerca, è stato pubblicato su PNAS (Proceedings of National Academy of Sciences) e fornisce un importante contributo per prevenire cali di fecondità nella produzione di frutti e semi, vitali per molti animali e per la rigenerazione delle foreste.

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Un’analisi realizzata da Greenpeace East Asia rivela come il raggiungimento di temperature torride stia diventando molto più frequente nelle città dell’Asia orientale. I ricercatori hanno analizzato i dati sulle temperature di 57 città tra Cina continentale, Corea e Giappone, rilevando come il caldo arrivi in anticipo durante l’anno in ormai più dell’80% delle città.

«Nelle ultime due settimane abbiamo visto diversi atleti olimpici collassare a causa di colpi di calore. All’inizio di quest’estate, le temperature estreme nel Guangdong, in Cina, hanno costretto le fabbriche a chiudere, e in Corea la morte di centinaia di migliaia di capi di bestiame è stata attribuita alle ondate di caldo. Questi episodi di calore estremo sono coerenti con il cambiamento del clima della regione e rischiano di diventare sempre più frequenti se i governi non decideranno di passare dagli inquinanti combustibili fossili a fonti di energia pulite, come eolico e solare», dichiara Mikyoung Kim, responsabile per Greenpeace East Asia dell’emergenza clima in Asia orientale.

Pubblicato in Ambiente


Sono stati realizzati in Italia i primi due trapianti al mondo da donatori deceduti positivi al Sars-Cov-2 su riceventi negativi e privi di anticorpi. In entrambi i casi i pazienti hanno ricevuto un nuovo cuore e nessuno dei due ha contratto il Covid-19 dopo il trapianto.

Il primo intervento è stato eseguito a fine aprile scorso al Policlinico Sant’Orsola di Bologna su un uomo di 64 anni, mentre il secondo è stato realizzato a metà maggio all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma su un ragazzo di 15 anni. I due riceventi, affetti da cardiopatie severe, erano in lista d’attesa urgente nazionale e hanno ottenuto l’organo grazie a una deroga concessa dal Centro nazionale trapianti ai due ospedali rispetto al programma sperimentale del Cnt: il protocollo attualmente in vigore, infatti, consente di effettuare trapianti di organi salvavita provenienti da donatori risultati positivi al coronavirus e deceduti per altre cause, ma solo su riceventi positivi al momento del trapianto o già immunizzati per malattia pregressa o per vaccinazione.

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Su Movement Disorders, uno studio internazionale del consorzio ENIGMA, a cui partecipa l’Università Statale di Milano.

Non è ancora chiaro quali siano le anomalie delle struttura cerebrale nel corso della malattia di Parkinson. Attraverso uno studio multicentrico svolto a livello mondiale e metodi di analisi armonizzati, i ricercatori dell’Università Statale di Milano hanno cercato di comprendere i profili patologici specifici degli stadi clinici della malattia sulla base di dati di neuroimaging in vivo.

Sono stati analizzati i dati di risonanze magnetiche encefaliche e i dati clinici di 2.357 soggetti affetti da malattia di Parkinson e di 1.182 controlli raccolti in 19 centri.

In particolare, è stato analizzato lo spessore corticale, la superficie dell'area corticale e i volumi delle strutture sottocorticali usando modelli mixed-effects in pazienti raggruppati secondo gravità clinica (scala di Hoehn e Yahr) e comparati con i controlli incrociati per età e sesso. All'interno del campione di pazienti, è stata realizzata anche una valutazione cognitiva, utilizzando il Montreal Cognitive Assessment score.

Pubblicato in Medicina


INRAE, Ifremer and the Universities of Bordeaux (France) and Orebrö (Sweden) have been studying the toll taken by lifelong exposure to toxic microplastics on key biological functions in fish. Two species of fish, one freshwater and the other marine, were exposed for a period of four months to different microplastics, some of which were coated with organic pollutants (spiked), while others were left unmodified (virgin). The team’s findings appear in the 5 August 2021 issue of the Journal of Hazardous Materials and reveal harmful impacts on both growth and reproduction for this extended experimental exposure period. How seriously the two core functions were affected depended on a number of variables including polymer type, presence or absence of organic pollutants, and length of exposure.

The team selected polyethylene (PE) and polyvinyl chloride (PVC) for their study of the physiological consequences of the extended ingestion of microplastics, as these are the two most commonly found materials in packaging and plastic items. They tested the effects of both virgin and spiked microparticles (in the latter, organic pollutants are adsorbed on the microparticle)1. The study was carried out over four months on two species of fish: the marine medaka (Oryzias melastigma) and the freshwater zebrafish (Danio rerio).

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Collaborative international clinical trials testing full dose anticoagulation with heparin (a blood thinner) in both moderately ill and critically ill patients has found the treatment improves outcomes and reduces the need for vital organ support such as mechanical ventilation in moderately ill patients. Thetrials found heparin does not yield the same positive outcomes among critically ill patients already requiring life support, according to two international studies published on 4 August 2021 in the prestigiousNew England Journal of Medicine (see links below).

Senior author on the studies, Ryan Zarychanski, MD, MSc, Associate Professor of Internal Medicine at University of Manitoba and hematologist, critical care physician and senior scientist at CancerCare Manitoba, Canada, said: "We had an unprecedented opportunity to work with colleagues across Canada, US and around the world to test the benefit of full-dose blood thinners on hospitalized Covid-19 patients. Therapeutic heparin improved survival and decreased progression to severe disease, thus reducing the pressure on intensive care units globally."

Pubblicato in Scienceonline

 

Lo studio multicentrico è stato coordinato dal San Raffaele Roma.

Un vasto studio multicentrico italiano condotto su pazienti emicranici cronici con almeno 5 tentativi terapeutici pregressi falliti ha verificato che l’uso prolungato di un anticorpo monoclonale riduce di almeno il 50% i giorni di emicrania nel 75,6% dei casi. Per oltre il 44% dei soggetti coinvolti nella ricerca si arriva addirittura a una riduzione pari o superiore al 75%. Si tratta del primo studio al mondo real-life a lungo termine con anticorpi monoclonali anti-CGRP nell’emicrania, coordinato dall’IRCCS San Raffaele Roma e pubblicato dalla prestigiosa rivista americana Headache: “Long-term effectiveness, safety, and tolerability of eremunab in the prevention of high-frequency episodic and chronic migraine in a real world: results of the EARLY 2 study”.

Pubblicato in Medicina



Da uno studio effettuato dai ricercatori dell'Università di San Diego, in California, è emerso che ad una bassa esposizione ai raggi UVB corrisponde un aumento significativo di cancro del colon-retto in persone di età superiore a 45 anni. Lo studio è stato condotto su persone di tutte le fasce di età, provenienti da 186 Paesi, la loro caratteristiche (pigmentazione cutanea, aspettativa di vita, l'abitudine al fumo), l'esposizione ai raggi UVB e lo sviluppo di Cancro del colon-retto.

Pubblicato in Medicina


In un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience un team di ricercatori della Sapienza, delle università di Palermo e Ferrara e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), ha sviluppato un nuovo approccio per ricostruire la quantità di carbonio immagazzinato nel mantello superiore della terra, dalla cui fusione sono segregati i magmi
Il carbonio, il quarto elemento più abbondante in termini di massa nell’universo, è un elemento chiave per la vita. Il suo ricircolo, da e verso l’interno della Terra, regola i livelli di CO2 nell’atmosfera, giocando quindi un ruolo fondamentale nel rendere il nostro pianeta abitabile. Il carbonio è un elemento unico, perché può essere immagazzinato nelle profondità della Terra in varie forme: all’interno di fluidi, come componente di fasi minerali, oppure disciolto nei magmi.

Pubblicato in Geologia

 

Nel ghiaccio della sommità del Guliya a 6700 metri d'altezza nell'altopiano del Tibet, sono stati ritrovati virus risalenti a circa 15000 anni fa, in gran parte completamente diversi da quelli catalogati finora.

Il motivo per cui si rinvengono ancora organismi negli antichi ghiacciai è legato alla costituzione degli stessi che si sono andati formando grazie al graduale deposito di elementi contenuti nell'atmosfera, quali: polveri, microrganismi e gas, che sono rimasti intrappolati e stratificati. Effettuando dei carotaggi si estraggono estratti campioni le cui stratificazioni ricalcano la sequenza temporale di deposizione degli elementi dell'atmosfera.

Lo studio in questione è stato effettuato su carote estratte nel 2015 ed è stato effettuato grazie ad una collaborazione fra ricercatori del Byrd Center dello Stato dell'Ohio e il suo Center for Microbiome Science. In tal modo si è riusciti a comprendere i cambiamenti climatici, la composizione dell'aria ed i microrganismi presenti nei vari periodi.

Pubblicato in Ambiente

 

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