Martedì, 16 Aprile 2019
Martedì, 16 Aprile 2019 09:12

Un ghiacciaio di plastica

Poliestere, poliammide, polietilene e polipropilene: ovvero plastica, ritrovata per la prima volta su un ghiacciaio italiano da un team di ricerca dell’Università degli Studi di Milano e di Milano-Bicocca nella misura di 75 particelle per ogni chilogrammo di sedimento, un dato comparabile al grado di contaminazione osservato in sedimenti marini e costieri Europei. I risultati sono stati presentati questa mattina a Vienna alla conferenza internazionale dell’European Geosciences Union.

I campionamenti sono stati realizzati nell’estate del 2018 sul Ghiacciaio dei Forni, nel Parco Nazionale dello Stelvio da un team di studiosi dell’Università degli Studi di Milano, formato dalla professoressa Guglielmina Diolaiuti, dal professor Roberto Ambrosini, e dai dottori Roberto Sergio Azzoni e Marco Parolini del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, assieme al gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, formato dal professor Andrea Franzetti e dalla dottoressa Francesca Pittino.

La contaminazione di microplastiche è ormai diffusa e documentata in molte regioni della Terra ed è ritenuta essere una tra le più impattanti sull’attività umana: ritrovata persino nella Fossa delle Marianne, ha una forte persistenza nell’ambiente, può entrare nella catena alimentare e ha un forte impatto sugli ecosistemi. Nonostante l’ampia diffusione di questa contaminazione, non erano stati ancora condotti studi sulla contaminazione da plastica nelle aree di alta montagna.

Pubblicato in Ambiente

 

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