Luglio 2020

 


Oggi, Giornata mondiale per la conservazione della natura, Greenpeace pubblica un rapporto sulle principali cause di spiaggiamento dei cetacei lungo le coste italiane commissionato ai veterinari del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova: un virus e l’uomo le principali minacce alla sopravvivenza di specie come il capodoglio, già considerato in pericolo di estinzione. Domani la spedizione “Difendiamo il mare” di Greenpeace, condotta con la barca a vela Bamboo della Fondazione Exodus, partirà da Lavagna per studiare i cetacei del Mar Ligure insieme a ricercatori dell’Istituto Tethys.

Un quarto dei cetacei analizzati spiaggiati lungo le nostre coste negli ultimi anni è morto per cause imputabili all’uomo, in particolare interazioni con attività di pesca. Preoccupa l’intrappolamento nelle reti, che sempre più spesso si trovano abbandonate in mare e che vanno ad acuire la contaminazione da plastica, ma anche l’uso di reti illegali, come le spadare, che nei giorni scorsi hanno intrappolato ben due capodogli al largo delle Eolie.

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Il Politecnico di Milano nell'alleanza fra Università ed enti dim ricerca.


Nasce l’alleanza tecnico-scientifica per la valutazione della sicurezza e il monitoraggio di ponti e viadotti in Italia.
A pochi giorni dall’inaugurazione del nuovo viadotto sul Polcevera a Genova, il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi di Perugia, il Politecnico di Torino, l’Università di Padova, l’Università di Pisa, l’Università di Camerino, l’Università di Messina, l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e l’ENEA, hanno dato vita al Consorzio FABRE (Consorzio di ricerca per la valutazione e monitoraggio di ponti, viadotti e altre strutture).
Il Consorzio metterà in campo gli esperti più qualificati e le tecnologie più avanzate per monitorare e valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro Paese e promuovere e coordinare le attività che riguardano la classificazione del rischio strutturale e ambientale. In particolare, i consorziati svilupperanno metodologie ad elevato contenuto tecnico-scientifico per valutare i diversi rischi (statico, fondazionale, sismico e idrogeologico) e promuovere la verifica, il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture, oltre allo sviluppo e l’utilizzo di tecniche innovative negli interventi di riparazione e/o miglioramento di ponti, viadotti e altre strutture esistenti.

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La grande selezione della Collezione capitolina sarà esposta fino al 10 gennaio 2021 nelle 22 sale al primo piano di Palazzo Braschi.


Dal 25 luglio 2020 al 10 gennaio 2021 le sale espositive del Museo di Roma a Palazzo Braschi si trasformeranno in un ambiente magico e ricco di sorprese in occasione della mostra Per Gioco. La collezione dei giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina, inizialmente programmata a partire dal 29 aprile 2020 e sospesa a causa dell’emergenza sanitaria. Oltre 700 esemplari di giocattoli antichi appartenenti alla Collezione capitolina animeranno infatti 22 sale al primo piano del museo, accompagnando i visitatori attraverso un percorso espositivo suddiviso per aree tematiche.


La mostra – che fa parte di Romarama, il programma culturale di Roma Capitale - è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la cura di Emanuela Lancianese, il progetto di allestimento e scenografia di Enzo Pinci, gli effetti sonori e multimediali del video artista, designer e musicista Francesco Arcuri. Gli esemplari esposti sono principalmente riferibili agli anni compresi tra il 1860 e il 1930, la cosiddetta “età d’oro” del giocattolo. A questi si aggiungono la casa di bambole della Regina di Svezia, di fine ‘600, e i giocattoli più antichi della collezione: due bambole di epoca pre-incaica del XIV- XV secolo, di cui una che raffigura una madre con il figlio in braccio.

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Mercoledì, 29 Luglio 2020 07:03

The secrets of long-lived trees

 

Oldest trees are regarded as an exception regarding the respective species. Image: Trend in Plant Science



A slow growth, regenerative potential and tolerance and resilience to environmental stress are the key factors to explain the extreme longevity of millennial trees, according to a new article published in the journal Trends in Plant Science, by Professor Sergi Munné-Bosch, from the Faculty of Biology and the Biodiversity Research Institute (IRBio) of the University of Barcelona.
Discovering the oldest trees of the planet

Matusalén, a 5,000 old year model of Pinus longaeva in the Inyo National Forest (United States), is the oldest tree in the planet. In Iran, the Anarkuh cypress (Sarv-e Abarkuh in Persian) is a worshiper tree from the Cypressus semprervirens species, aged over 4,000 years. In the world of plants, other great survivors are the Vouves olive trees in Crete –the most emblematic millennial tree form the Olea europaea species-, the Hundred Horse Chestnut tree in Sicily, the Jomon Sugi tree in Yakushima (Japan), and the Te Matua Ngahere coniferous tree (“Father of the Forest” in Maori) in New Zealand.

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Due Saildrone, piccole imbarcazioni lunghe 7 metri e alte 5, a propulsione eolica, in grado di navigare in maniera autonoma tra punti prestabiliti all'interno di un corridoio sotto la supervisione di un "pilota" umano collegato via satellite e di raccogliere, tramite sensori meteorologici e oceanografici a energia solare, informazioni sulle acque marine - quali la salinità, la temperatura delle acque, la capacità dei mari di assorbire la CO2 - nell'ambito di campagne a lungo raggio anche in ambienti oceanici difficili, sono arrivati a Trieste il 17 luglio dopo 274 giorni di navigazione.

La missione - I Saildrone hanno viaggiato dalle Canarie a Trieste con un percorso complessivo di più di 15000 miglia nautiche (circa 27000 chilometri), molto di più di quanto era stato previsto (circa 5000 miglia). La missione Atlantico-Mediterraneo (Atl2Med) è il frutto della collaborazione tra pubblico e privato. Obiettivo della missione era promuovere l'osservazione diffusa degli oceani, essenziale per valutare gli effetti dei cambiamenti climatici, riducendo i costi per l'acquisizione dei dati.

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Mercoledì, 29 Luglio 2020 06:41

Immunoprotein impairs Sars-Cov-2



A protein produced by the human immune system can strongly inhibit corona viruses, including Sars-Cov-2, the pathogen causing Covid-19. An international team from Germany, Switzerland and the USA successfully showed that the LY6E-Protein prevents coronaviruses from causing an infection. “This finding might lead to the development of new therapeutic approaches against coronaviruses,” says Professor Stephanie Pfänder from the Department for Molecular and Medical Virology at Ruhr-Universität Bochum (RUB), lead author of the study published by the team in the journal Nature Microbiology on 23 July 2020.

Strengthening influenza viruses, impairing corona viruses


The LY6E protein plays a role in various diseases: US researchers Professor John Schoggins and Professor Charles Rice discovered that the protein enhances the infectivity of influenza viruses. In contrast, coronaviruses are inhibited by LY6E.

Funded by a Marie Curie Individual Fellowship of the European Union, Stephanie Pfänder, who was then working at the Institute of Virology and Immunology in Switzerland, visited Charles Rice’s lab at Rockefeller University in New York in 2017, in order to identify genes that prevent coronavirus infections. “This led to the discovery that LY6E has the opposite effect on coronaviruses compared to influenza viruses,” explains the researcher. Further investigations showed that the protein exerted this inhibitory effect on all analysed coronaviruses, including the pathogens causing Sars and Mers as well as Sars-Cov-2 which causes Covid-19.

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La tradizione culturale dei cebi barbuti, scimmie sudamericane che usano strumenti, rischia di scomparire a causa della conversione agricola delle aree forestali. A lanciare l’allarme uno studio condotto in collaborazione tra Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr e università di Salisbury (Usa), che propone un nuovo criterio di tutela e conservazione delle specie in pericolo. La ricerca è stata pubblicata sull’International Journal of Primatology.

L’intelligenza dei cebi è, per molti aspetti, pari a quella degli scimpanzé, il primate evolutivamente più vicino alla specie umana. Nella Fazenda Boa Vista nel sud del Piauí, Stato del nordest del Brasile, i cebi barbuti (Sapajus libidinosus) utilizzano pesanti percussori e incudini di pietra per rompere il guscio durissimo delle noci di palma. Mentre i cebi che vivono nelle mangrovie del Morro do Boi, Stato del Maranhão circa 1.200 km più a nord, usano strumenti di legno per aprire molluschi e granchi. Ma le tradizioni animali sono sempre più minacciate dall'impatto umano sugli habitat naturali, come attesta uno studio di Andréa Presotto, ricercatrice dell’università statunitense di Salisbury (Usa) condotto con la collaborazione, tra gli altri, di Elisabetta Visalberghi e Noemi Spagnoletti dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) e pubblicato sull’ International Journal of Primatology.

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Mercoledì, 29 Luglio 2020 06:22

L'orso M49 deve vivere in liberta'

 

Le associazioni chiedono la cessazione di ogni attività finalizzata alla cattura dell'orso


“La seconda fuga di M49 non deve essere fermata da una nuova reclusione al Casteller”, questa è la sintesi della istanza inviata dalle associazioni Enpa, LAC, LAV, LIPU e WWF al Presidente della Provincia di Trento Fugatti, dopo che l’orso è nuovamente evaso dal recinto del Casteller dove era detenuto da aprile scorso.

L’orso non si è mai reso responsabile di alcuna aggressione all’uomo, ha solamente cercato cibo dove questo era disponibile e non adeguatamente custodito, un comportamento del tutto normale che però è stato sufficiente per bollarlo come “orso dannoso e quindi problematico” offrendo il pretesto alla Provincia di Trento per catturarlo e rinchiuderlo in un recinto del tutto inadeguato e gravemente lesivo della sua etologia.

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Mercoledì, 29 Luglio 2020 06:16

Nox2: identificato il bersaglio del COVID-19


Un nuovo studio della Sapienza e del Policlinico Umberto I di Roma ha scoperto il meccanismo d'azione del SarsCov2 e identificato la catena di reazioni alla base dei gravi danni all’apparato cardiorespiratorio riscontrati nei pazienti. I risultati del lavoro, in pubblicazione sulla rivista Redox Biology, aprono la strada verso nuove terapie
In un nuovo studio coordinato da Francesco Violi del Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari della Sapienza e Direttore della I Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma, è stato scoperto il meccanismo con cui il SarsCov2, responsabile dell’infezione da Coronavirus, entra nell’organismo generando uno stato di infiammazione sistemica che si manifesta con importanti complicazioni a livello di tessuti e organi.

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La Valutazione delle risorse forestali mondiali 2020 della FAO offre dettagliate analisi su scala regionale e mondiale in un nuovo formato digitale interattivo

La FAO ha presentato  quella che è considerata la valutazione delle risorse forestali più completa al mondo, utilizzando un formato digitale innovativo e intuitivo.Liberamente accessibile al pubblico, il rapporto  Valutazione delle risorse forestali mondiali (FRA 2020) e la nuovissima piattaforma di diffusione online interattiva contengono dettagliate analisi su scala regionale e mondiale relative a 236 paesi e territori.

Gli utenti hanno ora la possibilità di consultare un insieme confrontabile e coerente di oltre 60 indicatori forestali concernenti paesi e regioni nonché scaricare i dati richiesti in un formato digitale non proprietario. Potranno inoltre monitorare l'evoluzione nel tempo di parametri quali la superficie forestale, la gestione forestale, la proprietà delle foreste e il loro utilizzo.

"Il patrimonio di informazioni sulle foreste mondiali rappresenta un bene pubblico prezioso per la comunità mondiale, che contribuisce a facilitare la formulazione di politiche e decisioni nel settore forestale, anche con riferimento a investimenti solidi, sulla base di informazioni documentate," ha dichiarato il Direttore generale aggiunto della FAO, Maria Helena Semedo, in occasione della pubblicazione del rapporto. "Questi nuovi strumenti ci permetteranno di rispondere alla deforestazione e al degrado delle foreste, prevenire la perdita di biodiversità e ottimizzare la gestione forestale nel migliore dei modi."

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