Febbraio 2022

 

Scientists from Ludwig-Maximilians-Universitaet (LMU) in Munich, Helmholtz Munich, and Technical University of Munich have shown that the immune system is capable of neutralizing even Omicron after a total of three exposures to the viral spike protein.

Since the beginning of the Covid-19 pandemic, SARS-CoV-2 has continued to evolve, with new variants of concern (VoCs) spreading rapidly. Highly contagious and partially capable of evading the immune response, Omicron has become the dominant variant in most countries.

Answers to the question how the immune systems can be “educated” to battle Omicron and other immune escape variants of the virus are provided by a team led by Professor Ulrike Protzer (Institute of Virology at Technical University of Munich and Helmholtz Munich), Professor Percy Knolle (University Hospital rechts der Isar of the Technical University of Munich), and Professor Oliver T. Keppler (Max von Pettenkofer Institute and Gene Center Munich at LMU). As they report in Nature Medicine, a total of three exposures to the viral spike protein leads to production of virus neutralizing antibodies not only in high quantity, but also high quality. These high-quality antibodies bind to the viral spike protein more vigorously and are also capable of effectively fighting the Omicron variant. This applies to triple-vaccinated people, to people who have recovered from Covid-19 and then had two vaccinations, and to double-vaccinated people who then had a breakthrough infection.

Pubblicato in Scienceonline


Un nuovo studio internazionale coordinato dal Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza e dall’Università di Cambridge, sostenuto anche da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, ha stimato su un campione di più di 5.000 famiglie l’associazione delle mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 con il rischio di sviluppare, in entrambi i sessi, 22 tipi di cancro, tra cui quello alla prostata, al pancreas e allo stomaco. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Clinical Oncology
Le mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 sono soprattutto note in quanto nelle famiglie di portatori aumentano sensibilmente il rischio di sviluppare carcinomi della mammella e dell’ovaio. Queste conoscenze hanno anche permesso di realizzare adeguati programmi di screening mirati alla prevenzione di queste neoplasie. Finora tuttavia non si sapeva con altrettanta precisione se le stesse mutazioni potessero aumentare il rischio di sviluppare altri tipi di tumori.

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Venerdì, 04 Febbraio 2022 11:31

La tundra artica, sorgente o pozzo di CO2?


Un team di ricerca del Cnr-Igg ha identificato il ruolo dei parametri climatici e della vegetazione sui flussi di CO2 nella tundra artica. I risultati, ottenuti grazie a campagne di misura e modelli matematici, sono pubblicati su Scientific Reports

Non solo radiazione solare e temperatura. Nella tundra artica l’umidità del suolo, l’abbondanza ed il tipo di vegetazione controllano lo scambio di CO2 tra suolo, vegetazione e atmosfera. È la conclusione di uno studio realizzato da un team di ricerca dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igg) e pubblicato sulla rivista Scientific Reports.

I ricercatori hanno analizzato le misure di flussi di anidride carbonica nella tundra artica dell’isola di Spitzbergen (Norvegia), nel bacino del torrente Bayelva, non lontano dalla stazione artica Dirigibile Italia del Cnr, identificando le variabili climatiche ed ecologiche da cui tali flussi dipendono.

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Venerdì, 04 Febbraio 2022 09:42

Indagine sulla povertà alimentare in Italia

 

La ricerca delle Università di Pisa e della Tuscia pubblicata sulla rivista Social Indicators Research


In Italia le persone a rischio di povertà alimentare sono il 22,3% dell'intera popolazione, un tasso che varia a livello regionale dal 14,6% dell’Umbria, al 29,6% dell’Abruzzo, al 18,7 % della Toscana, con elevati livelli di disuguaglianze soprattutto per quanto riguarda ortaggi, carne e pesce. Questi dati emergono da uno studio pubblicato sulla rivista Social Indicators Research firmato da Stefano Marchetti dell’Università di Pisa e Luca Secondi dell’Università della Tuscia a partire dall'Indagine sulla Spesa delle Famiglie italiane del 2017 dell'Istat.

“L’indagine – sottolinea Stefano Marchetti, professore di statistica del Dipartimento di Economia e Management – non riguarda la povertà assoluta, cioè l’impossibilità di comprare un dato paniere di beni alimentari, ma la povertà relativa, ovvero coloro che hanno una capacità di spesa per alimenti al di sotto di una certa soglia media che in Italia si attesta intorno ai 162 euro procapite, cifra che varia da regione a regione e da ricalibrare nel caso di famiglie numerose”.

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Un importante studio internazionale del Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell’Università Statale di Milano e dell’Ospedale Sacco di Milano in collaborazione con la Harvard Medical School identifica un meccanismo determinante nella perdita di beta cellule in corso di diabete.

La scoperta apre la via ad una opzione terapeutica di grande rilevanza clinica. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

Una ricerca sviluppata dai ricercatori del Centro di Ricerca Clinica Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell'Università Statale di Milano in collaborazione con altri centri tra cui l’Università di Pisa e la Harvard Medical School di Boston, con la Prof.ssa Francesca D'Addio come primo autore, ha identificato un meccanismo determinante nella perdita di beta cellule in corso di diabete, scoprendo come disattivarlo farmacologicamente. I risultati del lavoro sono stati appena pubblicati sulla rivista internazionale Nature Communications, una delle più prestigiose in ambito di medicina sperimentale con applicazione clinica. Gli scienziati hanno individuato quale fattore determinante per la morte delle cellule pancreatiche il malfunzionamento della interazione tra due recettori - asse IGFBP3 e TMEM219 - scoprendo che il blocco farmacologico dell’asse è in grado di proteggere le beta cellule pancreatiche dalla morte cellulare e di prevenire l’insorgenza di diabete in modelli murini. Questo risultato è stato confermato dall’inibizione genetica selettiva di TMEM219 sulle beta cellule pancreatiche in vivo, che consente di preservare e proteggere la massa beta cellulare in corso di diabete.

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Giovedì, 03 Febbraio 2022 10:57

Microorganismi fecali nella laguna di Venezia


Uno studio coordinato dal Cnr-Irbim di Ancona in collaborazione con il Cnr-Igg di Padova ha evidenziato la presenza di diversi tipi di contaminanti, principalmente di origine fecale, nelle acque della laguna di Venezia. Il lavoro è stato pubblicato su Science of the Total Environment
Un mosaico di contaminanti di natura microbica è presente nel la laguna di Venezia. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Science of the Total Environment dall’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine di Ancona (Irbim) in collaborazione con l’ Istituto di geoscienze e georisorse di Padova (Igg) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e la Michigan mTechnology University (USA) , ha rilevato nella laguna di Venezia la presenza di diversi tipi di microorganismi, soprattutt o di natura fecale, potenzialmente pericolosi per l’uomo.

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Mercoledì, 02 Febbraio 2022 12:07

È INIZIATO L’ANNO DELLA TIGRE

 

Il 2022 è l’Anno della Tigre e ora è davvero iniziato. Il WWF, nel suo ultimo rapporto sulla conservazione del grande felino, mostra come la tendenza secolare di declino delle tigri sia stata finalmente invertita e lascia ben sperare che la battaglia per la tutela di questa specie possa diventare una storia di successo nel campo della conservazione.

Nel precedente anno della Tigre, il 2010, è nata la Global Tiger Initiative ed è stato convocato il primo incontro internazionale per la conservazione della tigre, il Tiger Summit di San Pietroburgo. L’evento e l’iniziativa hanno innescato una collaborazione internazionale tra i governi dei 13 paesi ricadenti al’interno dell’areale di distribuzione della tigre e la comunità di conservazione globale verso un obiettivo comune per il recupero della specie. Questo evento ha rappresentato un punto di svolta nella storia della conservazione della tigre e un importante impegno politico.

Il report intitolato Impact on Tiger Recovery 2010-2022 del WWF riassume più di un decennio di lavoro e collaborazione per la conservazione della tigre, elencando nel dettaglio, sia le lezioni apprese, che le sfide da affontare per garantire un futuro a questo iconico grande felino.

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Team di ricercatori internazionale apre nuove strade .per sconfiggere diabete e arteriosclerosi


Ricercatori dell'Università di Padova scoprono un meccanismo metabolico che ha un ruolo fondamentale nel rafforzamento dei vasi sanguigni e apre nuove possibili strade per sconfiggere il diabete e l’arteriosclerosi. Il diabete e l’arteriosclerosi, pur avendo caratteristiche differenti, spesso si presentano nello stesso paziente e sono tra le principali problematiche per la salute pubblica nel nostro paese. Il diabete è una malattia caratterizzata dall’aumento nel sangue dei livelli di glucosio e rappresenta una delle sfide della medicina moderna essendo in costante e rapida crescita nel mondo occidentale passando in pochi anni in Italia da una incidenza nella popolazione del 3,8% al 5,8%.

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La scoperta di uno dei più antichi templi buddhisti al mondo nell’antica città di Barikot, nella regione dello Swat, è il frutto dell’ultima campagna di scavo della missione italiana in Pakistan. La datazione si attesta intorno alla seconda metà del II secolo a.C., ma probabilmente risale ad età più antica, al periodo Maurya, dunque III secolo a.C., ma solo le datazioni al radiocarbonio (C14) ce ne daranno certezza. La scoperta getta una nuova luce sulle forme del buddhismo antico e la sua espansione nell’antico Gandhara e aggiunge un nuovo tassello a ciò che si conosce sull’antica città.

Direttore di quella che è la più antica missione archeologica italiana attiva in Asia è da diversi anni il professor Luca Maria Olivieri dell’Università Ca’ Foscari Venezia (Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea). La missione fondata nel 1955 da Giuseppe Tucci è gestita dal 2021 anche dall’ Ateneo veneziano in collaborazione con l’ISMEO (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente), con il co-finanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il dipartimento provinciale pakistano di archeologia (DOAM KP) e con il locale Swat Museum.

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Secondo la prima stima mai realizzata a livello globale, le specie arboree esistenti sarebbero circa 73.000, il 14% in più rispetto a quelle attualmente note. E circa un terzo delle specie ancora sconosciute
sarebbero rare: un dato che sottolinea la grande ricchezza degli ecosistemi e al tempo stesso la loro alta vulnerabilità ai cambiamenti prodotti dall’azione dell’uomo.

Potrebbero esserci circa 9.000 specie di alberi ancora da scoprire sul nostro pianeta, di cui circa un terzo sarebbero specie rare, con una popolazione molto limitata e circoscritta in aree molto piccole. È uno dei risultati della prima stima mai realizzata della ricchezza di specie arboree a livello globale.
Lo studio – pubblicato sulla rivista PNAS – arriva grazie ad un ampio progetto internazionale, durato tre anni, che ha stimato in circa 73.000 il totale delle specie di alberi oggi esistenti. L’analisi sottolinea la grande ricchezza degli ecosistemi terrestri e al tempo stesso quanto la biodiversità delle foreste sia vulnerabile ai cambiamenti generati dall’azione dell’uomo (dall’utilizzo del suolo alla crisi climatica), minacciando in particolare le specie più rare. “Conoscere la diversità e la ricchezza in specie degli alberi è fondamentale per preservare la stabilità e la funzionalità degli ecosistemi”, spiega Roberto Cazzolla Gatti, professore al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna e primo autore dello studio.

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