Maggio 2021


In occasione della Giornata Mondiale delle Api, arriva BEE-RER-2, il nuovo progetto guidato dall'Università di Bologna con l'obiettivo di decodificare la biodiversità delle api e mettere a punto nuovi strumenti per il controllo e la certificazione del miele italiano.
Conoscere e conservare la biodiversità delle api italiane e garantire qualità e tracciabilità del loro miele grazie a innovative tecniche di analisi del DNA. L’Università di Bologna festeggia la Giornata Mondiale delle Api, che si celebra in tutto il mondo il 20 maggio, con il nuovo progetto di ricerca BEE-RER-2, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e realizzato in collaborazione con le associazioni degli apicoltori e le organizzazioni apistiche regionali.
“Le api sono essenziali per l’equilibrio dei nostri ecosistemi e svolgono un ruolo fondamentale in agricoltura con la loro attività di impollinazione; inoltre, ci forniscono il miele e diversi altri prodotti dell’alveare come propoli, polline, pappa reale e cera”, spiega Luca Fontanesi, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie AgroAlimentari dell’Università di Bologna che coordina il progetto. “La salvaguardia di questi insetti sociali è una priorità mondiale e per questo bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica sul loro ruolo e la loro importanza”.

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Utilizzando il metodo dell’asterosismologia, un gruppo internazionale di studiosi è riuscito a determinare con grande precisione l’età di un centinaio di stelle giganti rosse, alcune delle quali sono originarie di GaiaEnceladus, una galassia che venne inglobata nella Via Lattea circa 10 miliardi di anni fa.
Circa 10 miliardi di anni fa, una galassia nana, conosciuta come Gaia-Enceladus, entrò nel campo gravitazione della Via Lattea finendo per venire inglobata al suo interno. Per capire come questa collisione galattica, avvenuta nelle prime fasi di vita della Via Lattea, ha influenzato l’evoluzione della nostra galassia è però necessario riuscire a ricostruire una cronologia precisa: cosa non certo semplice per un evento avvenuto in un’epoca così remota. Un importante passo avanti in questa direzione arriva ora da un gruppo internazionale di ricerca, che ha coinvolto anche l’Università di Bologna, il quale è riuscito a determinare con una precisione senza precedenti l’età relativa di un centinaio di giganti rosse – una classe di stelle longeve e particolarmente brillanti – presenti nella Via Lattea, alcune delle quali sono però originarie della galassia GaiaEnceladus. Pubblicato su Nature Astronomy, lo studio nasce nell’ambito del progetto Asterochronometry, finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) e guidato da Andrea Miglio, professore al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna e associato INAF.

Pubblicato in Astrofisica


Solo l’1% di queste persone risulta positivo anche al tampone molecolare. È emerso da uno studio condotto dalla Sapienza su circa 16.500 persone coinvolte nei programmi di screening nel 2020 presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I
Il test molecolare su tampone nasofaringeo è lo strumento diagnostico per eccellenza per riconoscere l’infezione dal virus SARS-CoV-2. 

Nei paesi occidentali gli enti deputati al controllo della salute pubblica e alla ricerca biomedica lo raccomandano anche per i soggetti asintomatici all’esito di un test sierologico positivo. Tuttavia finora i dati disponibili non sono sufficienti per stabilire se la presenza di anticorpi anti SARS-CoV-2 nel siero di un soggetto asintomatico possa condizionare l’esito del test molecolare effettuato con tampone nasofaringeo. 

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A rare syndrome has been observed in people following vaccination against Covid-19. This involves thrombosis at unusual sites in the body, associated with a low thrombocyte (blood platelet) count and a clotting disorder. In medical jargon, this syndrome is referred to as VITT (vaccine-induced thrombotic thrombocytopenia). Doctors at the Department of Medicine I of MedUni Vienna and Vienna General Hospital (Division of Hematology and Hemastaseology) have now successfully treated an acute instance of this syndrome.

VITT is most probably caused by a defective immune response, whereby thrombocyte-activating antibodies are produced resulting in thrombocytopenia (low platelet count) and thrombosis. The mortality rate in VITT is high (40-50 %) and the syndrome requires immediate and appropriate treatment. However, the current recommendations are only empirical and are based on in-vitro data.

A team of doctors at the Department of Medicine I of MedUni Vienna and Vienna General Hospital, led by coagulation specialist Paul Knöbl, has now successfully treated a patient suffering from vaccine-induced prothrombotic immune thrombocytopenia (VIPIT). The female patient was admitted to the Department with a low platelet count and low fibrinogen levels. Fibrinogen is a protein that plays a major role in blood clotting. Knöbl reports: "Apart from that, her D-dimer values, which indicate thrombosis, were very high and an ELISA assay produced a clear positive result for heparin-PF4 antibodies – all signs of incipient thrombosis."

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Cantanti e telespettatori di tutto il mondo sono invitati a far sentire la propria voce per il pianeta firmando la petizione #VoiceForThePlanet.

Il WWF partecipa all’Eurovision Song Contest, il più grande evento musicale annuale dal vivo del mondo, che quest’anno ha scelto di dare voce alla natura, per dimostrare quanto la nostra salute e quella del pianeta siano strettamente connesse. Ad avviare questa collaborazione sarà il DJ e ambassador del WWF, Armin van Buuren, che il 15 maggio farà diventare “green” il famoso "ponte Erasmus" di Rotterdam. Con lui Martin Österdahl, supervisore esecutivo dell'Eurovision Song Contest, e Kirsten Schuijt, CEO di WWF-NL, che insieme parleranno a favore della natura firmando la petizione globale #VoiceForThePlanet. L'evento speciale sarà trasmesso in streaming nel "villaggio virtuale" dell’Eurovision.
 
L'obiettivo è quello di raccogliere un milione di “voci” sul sito voicefortheplanet.eu, voci di persone che insieme al WWF vogliono proteggere e ripristinare il nostro pianeta. Questa petizione sarà presentata ai leader mondiali ai vari eventi politici chiave nel corso dell'anno, per chiedere loro di prendere le giuste decisioni sul futuro del pianeta.

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Nella ricerca pubblicata su Physical Review Letters coinvolta anche l’Università di Pisa.


Nell’agosto del 2019 quando, per la prima volta in assoluto, fu scattata una fotografia di un buco nero i rivelatori Ligo negli Stati Uniti e Virgo a Pisa intercettarono un segnale gravitazionale che etichettarono come GW190814. A produrlo fu la fusione di due oggetti compatti: un buco nero da 23 masse solari e un oggetto due volte e mezzo circa la massa del sole (M⊙) di natura misteriosa. Ma una risposta a questo enigma arriva ora da uno studio appena pubblicato su Physical Review Letters secondo cui si tratterebbe di una stella di quark, cioè una stella compatta composta da una miscela di quark up, down e strange.

“L’oggetto secondario che ha partecipato alla fusione stellare che ha generato GW190814 poteva essere o il buco nero più leggero di sempre o la stella di neutroni più massiccia mai scoperta. E tuttavia entrambe le possibilità presentavano dei problemi e, in particolare, non era chiaro se una stella di neutroni potesse raggiungere una massa così elevata”, spiegano Ignazio Bombaci e Domenico Logoteta del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e INFN di Pisa, fra gli autori dello studio.

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È una tecnica riabilitativa sviluppata dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede per i bambini disabili costretti a casa nei periodi di lockdown. I risultati della sperimentazione pubblicati sul Journal of Telemedicine and Telecare.

Un algoritmo musicale migliora il sonno dei bambini disabili, li rilassa e riduce lo stress dei genitori. Si tratta di una precisa sequenza di suoni, voci, musiche e immagini sviluppata dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e personalizzata in base alle necessità di ciascun paziente. La nuova tecnica riabilitativa è stata sperimentata durante il primo il lockdown del 2020 come terapia sostitutiva delle sedute in Ospedale per garantire la continuità delle cure anche a casa. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Telemedicine and Telecare.

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Il riscaldamento globale sta causando un rapido aumento delle temperature del mare con serie conseguenze anche sugli ecosistemi marini italiani: stiamo infatti assistendo alla morte di alcune specie chiave e all’invasione di altre che meglio si adattano a un mare sempre più caldo, con una grave perdita di biodiversità. Greenpeace ha scelto l’isola di Ventotene, ultima delle Aree marine protette ad aver aderito al progetto “Mare Caldo”, per rendere noti i risultati del primo anno di studi. Ad oggi sono ben otto le Aree Marine Protette (AMP) che hanno deciso di aderire alla rete per monitorare, insieme a Greenpeace, gli impatti dei cambiamenti climatici sui mari italiani.

Durante il primo anno, gli studi realizzati dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DiSTAV) dell’Università di Genova, partner scientifico del progetto, si sono concentrati sull’Isola d’Elba, in Toscana, sull’AMP di Portofino in Liguria e sull’AMP del Plemmirio, in Sicilia. Le osservazioni satellitari mostrano che negli ultimi quarant’anni si è verificato un aumento costante e significativo delle temperature superficiali del mare, con un incremento di ben 1,7-1,8°C a Portofino e all’Isola d’Elba. In queste due aree, tramite sensori posti in mare fino a quaranta metri di profondità, il progetto “Mare Caldo” ha rilevato come il calore superficiale si traferisca lungo tutta la colonna d’acqua: l’estate scorsa, in giugno e in agosto, due ondate di calore hanno causato un aumento repentino delle temperature, arrivate a 20°C perfino a 20-25 metri di profondità.

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A una settimana dalla Giornata mondiale delle api del prossimo 20 maggio, Greenpeace denuncia come le api siano sempre più a rischio nel nostro Paese, in particolare in Lombardia, a causa dell’agricoltura intensiva.

A partire dalla fine di marzo, alcuni apicoltori hanno iniziato a segnalare spopolamenti di alveari nella pianura tra le province di Cremona, Lodi, Mantova e Brescia, una zona caratterizzata da una prevalenza di monocoltura di mais (usato principalmente per produrre mangimi animali), e dove si conta la presenza anche di altre colture come frumento e pioppi. Nuovi fenomeni di spopolamento sono avvenuti anche verso fine aprile, persino più gravi dei precedenti. In totale le segnalazioni raccolte riguardano circa 600 alveari. Apilombardia stima che oltre 10 milioni di api non hanno fatto più ritorno ai loro alveari. Nella stessa zona, peraltro, lo scorso anno si era assistito a una moria di un numero simile di esemplari.

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Venerdì, 14 Maggio 2021 10:54

Un Guarneri in soffitta



Le foto arrivate via WhatsApp. I riquadri bianchi indicano le aree analizzate


Un violino di datazione e paternità incerte, si rivela un capolavoro di Giuseppe Guarneri (1666-1740 ca.) esponente della grande famiglia di liutai cremonesi. La scoperta è partita dall’esame di una foto inviata tramite WhatsApp a Mauro Bernabei dell’Istituto di bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IBE). Uno scatto ma sufficiente al ricercatore per esaminare il manufatto con la dendrocronologia - tecnica di datazione del legno basata sulla misurazione degli anelli di crescita degli alberi- e quindi confermarne la datazione e l’autenticità.
Il violino, che giaceva nella soffitta di una casa privata, da semplice manufatto antico ha acquistato un valore economico notevolissimo. “La dendrocronologia oltre alla datazione, può aiutare a identificare la provenienza del legno e fornire dettagli tecnici sulla larghezza e regolarità degli anelli”, spiega Bernabei. I risultati dell’indagine sono pubblicati su Heritage Science (https://doi.org/10.1186/s40494-021-00521-4).

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