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Ricerca Sapienza: Il Digestato Diventa un Potenziatore Immunologico Naturale per le Colture, Riducendo Chimica e Pesticidi

Alessia Di Gioacchino 29 Ott 2025

 

Un lavoro di un team internazionale guidato dalla Sapienza, e diffuso sulla rivista Environmental Science & Technology, ha dimostrato che il digestato, il residuo organico risultante dalla produzione di biogas, può essere trasformato in un autentico stimolatore immunitario naturale per le piante, a patto che venga adeguatamente trattato.

Questa scoperta, tutelata anche da un brevetto internazionale, schiude nuove possibilità per diminuire l'impiego di pesticidi e fertilizzanti chimici, favorendo così una gestione agricola più sostenibile e circolare. Il digestato, già apprezzato come concime naturale grazie al suo apporto nutritivo, presenta tuttavia due aspetti problematici: uno squilibrio nella sua composizione nutrizionale e la presenza di un'abbondante componente microbica che può limitarne l'efficacia agronomica.

Se utilizzato senza le opportune valutazioni, infatti, può generare diversi problemi ambientali (dall'eccessiva nutrizione del suolo e degli ambienti acquatici all'introduzione di una biomassa microbica "estranea" nei campi coltivati). Per ovviare a questo inconveniente, il gruppo coordinato da Vincenzo Lionetti del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie "Charles Darwin" della Sapienza ha messo a punto un innovativo processo di bioraffinazione pulita (o verde) del digestato.

Attraverso analisi metagenomiche, i ricercatori hanno identificato, nella porzione liquida del digestato, una variegata comunità microbica. Da essa è stato isolato un concentrato proteico contenente molecole capaci di attivare le difese immunitarie delle piante, tra cui peptidi microbici derivati da Flagellina ed Elongation Factor Tu, e la fitocitochina dell'olivo, Golven. L'applicazione di questo estratto su specie come l'Arabidopsis e il pomodoro ha innescato una pronta risposta immunitaria e una maggiore resistenza contro patogeni fungini e batterici.

“Il metodo di raffinazione, che si basa su passaggi di chimica ecocompatibile, consentirà alle bioraffinerie di valorizzare il loro sottoprodotto, integrandolo in nuove filiere produttive per un'agricoltura sostenibile e integrata, in grado di ridurre drasticamente l'uso di prodotti fitosanitari di sintesi chimica”, chiarisce Vincenzo Lionetti.

La ricerca è stata sviluppata nell'ambito del progetto europeo Horizon Europe OLinWASTE – Smart Sustainable Biorefining of Olive Mill Waste into Biocompounds for Plant and Soil Health, Bioplastics, and Bioenergy – e dell'ecosistema di innovazione Sapienza Rome Technopole, sottolineando l'importanza della collaborazione a livello nazionale e internazionale per trovare soluzioni all'avanguardia e a basso impatto nel settore agroindustriale. La partnership con Agrolio-Agroenergy, un'azienda all'avanguardia nell'utilizzo della sansa per la produzione di energia termoelettrica, consolida il legame tra ricerca e industria a sostegno della bioeconomia circolare.

Ultima modifica il Martedì, 28 Ottobre 2025 11:34
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