Missione impossibile nello spazio: ridimensionare il bersaglio, raddoppiare la sfida
Hayabusa2 ha già una storia straordinaria alle spalle. Lanciata nel 2014, ha visitato l'asteroide Ryugu nel 2018, prelevando campioni che sono tornati sulla Terra nel 2020, rivoluzionando la nostra comprensione di questi corpi celesti primitivi. Ma la sonda, forte dei 100 chilogrammi di carburante rimasti, ha ricevuto un'estensione di missione: proseguire verso 1998 KY26, un obiettivo ancora più affascinante proprio per la sua piccolezza. L'idea era di studiare un asteroide "baby"—un frammento di quello che potrebbe essere un mondo più grande, frammentato da antichi impatti cosmici.
Quello che i pianificatori della missione non sapevano con certezza era che la realtà dell'asteroide era completamente diversa dalle stime precedenti. "Pensavamo di sapere cosa aspettarci, ma le osservazioni con il Very Large Telescope dell'ESO ci hanno rivelato che quasi tutto era sbagliato," ha spiegato Santana-Ros. Le vecchie stime, basate su dati radar meno precisi, suggerivano che l'asteroide fosse circa tre volte più grande di quanto oggi sappiamo. Quello che si pensava fosse una roccia di 30 metri di diametro è risultato essere grande solo 11 metri. E invece di completare un'intera rotazione in dieci minuti, lo fa in cinque.
Queste differenze non sono semplici correzioni numeriche. Sono cambiamenti fondamentali che trasformano la natura dell'impresa. Un asteroide più piccolo è più difficile da raggiungere con precisione. Una rotazione più veloce significa una superficie che cambia in continuazione, rendendo ancora più complicato il delicato procedimento di contatto e raccolta dati che la sonda deve compiere.
Come scoprire l'indescrivibile: la sfida osservativa dalla Terra
La storia di come i ricercatori abbiano caratterizzato un oggetto così minuscolo è, di per sé, affascinante. 1998 KY26 è straordinariamente tenue—il suo segnale luminoso è debole, difficile da catturare anche dai telescopi più potenti. Per osservarlo, il team ha dovuto attendere che l'asteroide passasse particolarmente vicino alla Terra, un momento raro e prevedibile dal calendario astronomico. Hanno poi puntato il Very Large Telescope (VLT) dell'Osservatorio europeo meridionale nel deserto di Atacama in Cile—uno degli strumenti più sofisticati del pianeta—direttamente verso questo granello cosmico.
Combinando queste osservazioni terrestri con i dati radar precedentemente raccolti, i ricercatori hanno ricostruito un ritratto preciso dell'asteroide. Ha una superficie luminosa—riflette una frazione insolitamente alta della luce solare—il che suggerisce che sia probabilmente un solido pezzo di roccia, posibilmente il frammento di un pianeta distrutto o di un asteroide più grande frammentato da collisioni antiche. Tuttavia, gli scienziati non escludono completamente l'ipotesi alternativa: potrebbe essere un agglomerato di materiale sciolto, tenuto insieme solo debolmente dalla gravità. È solo quando Hayabusa2 arriverà a destinazione, nel 2031, che sapremo per certo.
La sfida della microgravità: toccare l'intoccabile
Ecco dove la missione diventa veramente complicata. Una delle operazioni cruciali che Hayabusa2 deve compiere è il "touchdown"—scendere delicatamente sulla superficie dell'asteroide e toccarla brevemente, raccogliendo campioni di polvere e roccia. Sulla grande Ryugu, questa manovra era già una testimonianza di ingegneria di precisione. Ma Ryugu è enorme: 900 metri di diametro, una roccia massiccia con una gravità superficiale significativa.
1998 KY26 è un'altra storia. Con un diametro di soli 11 metri, la sua gravità superficiale è praticamente nulla—mille volte più debole di quella della Terra. Se un astronauta potesse stare sulla superficie, peserebbe meno di un milligrammo. Inoltre, la rotazione rapidissima—una rotazione ogni 5 minuti—significa che la forza centrifuga sulla superficie supera effettivamente la gravità locale. In pratica, qualsiasi cosa sulla superficie di questo asteroide rischierebbe di essere lanciata nello spazio.
Come toccare un oggetto che ruota così velocemente da espellere materia? Come mantenere i contatti chimici e le comunicazioni con una superficie in costante movimento? Olivier Hainaut, astronomo dell'ESO che ha co-firmato lo studio, ha sintetizzato il paradosso: "Il fatto che l'asteroide sia più piccolo e ruoti più velocemente lo rende ancora più interessante scientificamente, ma anche ancora più difficile operativamente. I nostri ingegneri dovranno essere creativi."
Un precedente storico e implicazioni per il futuro
Ciò che rende questa missione veramente senza precedenti è il confronto tra scale. Come ha enfatizzato Santana-Ros: "L'elemento straordinario è che le dimensioni dell'asteroide sono comparabili alle dimensioni della sonda che lo visiterà!" La sonda Hayabusa2 è lunga pochi metri, larga pochi metri. L'asteroide è largo 11 metri. Immaginate una persona che cerca di atterrare su un pallone da calcio che ruota a velocità vertiginosa. È quasi più una danza che una missione spaziale tradizionale.
Eppure, questo è anche il grande valore scientifico. Nessun'altra sonda ha mai visitato un asteroide così piccolo. Ogni precedente incontro—dagli asteroidi visitati dalla sonda NEAR della NASA ai corpi ghiaccioni studiati da Rosetta—ha riguardato asteroidi enormemente più grandi. 1998 KY26 rappresenta un nuovo campo scientifico inesplorato.
Le implicazioni pratiche vanno oltre la curiosità accademica. Se gli scienziati possono caratterizzare e studiare asteroidi minuscoli come questo, allora possono sviluppare migliori strategie per localizzare e monitorare i piccoli asteroidi potenzialmente pericolosi—quelli che potrebbero impattare la Terra. L'asteroide che esplose sopra Chelyabinsk, in Russia, nel 2013—il quale devastò una vasta area, ferendo oltre 1000 persone—era appena più grande di 1998 KY26. Comprendere questi oggetti è quindi una questione di difesa planetaria, non solo di ricerca accademica.
Domande aperte: cosa aspettarsi nel 2031
La domanda finale rimane: cosa troverà effettivamente Hayabusa2 quando arriverà? Santana-Ros sottolinea l'incertezza rimasta: "Non abbiamo mai visto un asteroide di 10 metri in situ. Non sappiamo davvero cosa aspettarci e come apparirà." Potrebbe avere una composizione omogenea o mostrare stratificazioni che raccontano la storia di collisioni antiche. Potrebbe essere solido come una roccia o friabile come una pila di sabbia. Potrebbe avere crateri minuscoli o essere relativamente liscio. Il 2031 porterà risposte.
Nel frattempo, questa scoperta rappresenta un promemoria potente: l'universo continua a sorprenderci. Abbiamo costruito sonde capaci di raggiungere corpi microscopici a miliardi di chilometri di distanza. Abbiamo telescopi in grado di osservare oggetti così piccoli e sfocati che sembrano quasi invisibili. Eppure, ogni nuova osservazione ci costringe a ricalcolare, a ripianificare, a ricordare che la natura è sempre un passo avanti alle nostre aspettative.
Pensi che la missione Hayabusa2 Extended avrà successo con queste nuove sfide? Quale pensi sia il significato più importante di questa scoperta: la scienza degli asteroidi o la difesa del pianeta? Condividi il tuo parere nei commenti.
Bibliografia:
- Santana-Ros, T. et al., "Hayabusa2 mission target 1998 KY26 preview: decametre size, high albedo and rotating twice as fast", - Nature Communications, 20 novembre 2025
- ScienceDaily, "Japanese spacecraft faces a massive challenge from a house-size asteroid", 20 novembre 2025,
- https://www.sciencedaily.com/releases/2025/11/251120002619.htm
- European Southern Observatory, "Very Large Telescope Observations of 1998 KY26"
- JAXA Hayabusa2 Mission Reports, Primary and Extended Mission Documentation
- NASA Planetary Defense Coordination Office, Near-Earth Object Risk Assessment

