Oli essenziali, i nostri preziosi alleati

Le principali proprietà
Gli oli essenziali, miscele molto complesse e profumate estratte dalle piante, sono sostanze ricchissime di proprietà per il benessere di mente e corpo.
Utilizzati dall'uomo da almeno 2000 anni, sono famosi per le infinite virtù. Per citarne qualcuna, gli oli essenziali agiscono attraverso le vie respiratorie rinforzando il sistema immunitario, hanno un alto potere antimicrobico, agiscono a livello del sistema nervoso influenzando in modo benefico le funzioni psichiche, le emozioni e l'umore. Hanno inoltre proprietà mucolitiche ed espettoranti, come l'eucalipto, il pino, l'incenso e il ginepro, antinfiammatorie, come la lavanda e la camomilla, digestive, come il finocchio, la menta e l'arancio amaro, rilassanti, come la melissa, la verbena, la lavanda e il sandalo. Insomma, le proprietà sono veramente moltissime.
Ritorno al futuro: indietro ai tempi dei primi Sapiens con un orologio futuristico, il nuovo Radiocarbonio 3.0

Arriva un’innovazione del celebre metodo di datazione utilizzato in archeologia: gli studiosi l’hanno messa alla prova, con ottimi risultati, sul sito di Bacho Kiro, dove sono emerse le più antiche evidenze dirette della presenza dell’Homo Sapiens in Europa.
Si chiama Radiocarbonio 3.0: è una versione aggiornata e potenziata del celebre metodo di datazione al radiocarbonio, e promette di rivelare nuovi preziosi indizi sugli eventi chiave della storia umana più antica, a partire dall’interazione tra Homo Sapiens e Neanderthal in Europa. A mostrarlo è la combinazione delle date ad alta risoluzione ottenute dal sito di Bacho Kiro, in Bulgaria, con il nuovo pezzo della curva di calibrazione del radiocarbonio ottenuto grazie agli anni degli alberi Kauri della Nuova Zelanda.
Il COVID-19 è associato a un rischio maggiore di sviluppare disturbi gastrointestinali

Uno studio internazionale guidato da ricercatori dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant'Orsola mostra che, a distanza di un anno, tra chi è stato ricoverato dopo aver contratto il coronavirus aumentano i sintomi gastrointestinali e le diagnosi di sindrome dell'intestino irritabile.
Il COVID-19 è associato a un rischio maggiore di sviluppare disturbi gastrointestinali a lungo termine, inclusa la sindrome dell'intestino irritabile. A mostrarlo sono gli esiti di una ricerca – pubblicata sulla rivista Gut – guidata da studiosi dell’Università di Bologna e dell’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant'Orsola.
“I dati che abbiamo raccolto mostrano che chi ha contratto il COVID-19 presenta sintomi gastrointestinali più di frequente rispetto a chi non è stato colpito dal coronavirus”, spiega Giovanni Barbara, professore Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e coordinatore dello studio.
Nuova via italiana anti-cancro: allo studio una terapia per sfruttare la memoria dei vaccini pediatrici

Aperta la strada a una nuova forma di immunoterapia contro il cancro che richiama la memoria dei vaccini pediatrici.
C’è un nuovo tassello nella conoscenza di come il sistema immunitario combatte il cancro e soprattutto di come possa essere aiutato a farlo. Il 'mantello dell’invisibilità' che i tumori indossano per nascondersi dalle nostre difese immunitarie può essere sollevato, così che l’immunoterapia possa funzionare anche contro le neoplasie che non rispondono alle terapie standard. Potrebbe essere possibile risvegliare la memoria immunitaria di vaccinazioni eseguite da bambini: iniettando nel tumore gli antigeni contro cui erano diretti i vaccini dell’infanzia, la risposta immune si riattiva e si dirige sul tumore, attaccandolo.
Anche i cani “fumano”

Uno studio dell’Università degli Studi di Milano ha evidenziato la presenza di cotinina, un prodotto della nicotina, nel siero e nel pelo dei cani esposti al fumo passivo. La pubblicazione su MDPI.
Anche i cani subiscono gli effetti nocivi del fumo passivo: lo ha stabilito una ricerca dell’Università degli Studi di Milano coordinata da Debora Groppetti, docente di Clinica Ostetrica e Ginecologia veterinaria presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali e pubblicata di recente su MDPI.
Il cane è un animale domestico molto diffuso che, condividendo con l’uomo spazi, abitudini e cibo, potrebbe essere esposto agli stessi rischi e malattie ambientali. Negli ultimi due decenni, gli effetti dannosi dell'esposizione al fumo passivo su bambini e adulti sono stati ampiamente discussi e sottolineati attraverso campagne di salute pubblica, ma non è stata posta enfasi sui rischi che gli animali domestici possono incontrare.
In Africa i più antichi esempi di innovazione tecnologica

Nel sito di Nyayanga, in Kenya occidentale, sono stati ritrovati esempi di industria litica olduvaiana risalenti a circa 3 milioni di anni fa. Le analisi dei reperti litici, condotte presso il Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza, dimostrano l’utilizzo di strumenti innovativi per la lavorazione di una vasta gamma di materiali e per il consumo di animali di grandi dimensioni da parte degli hominins. Lo studio è pubblicato sulla rivista Science
Nyayanga è una località archeologica presso l’Homa Peninsula, nel Kenya occidentale, caratterizzata da un ambiente ricco di depositi fluviali e lacustri risalenti a oltre 6 milioni di anni fa.
Un nuovo studio internazionale, a cui ha preso parte il Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza, documenta le ricerche condotte in questo sito dove sono stati ritrovati i più antichi esempi di innovazione tecnologica, conosciuta come industria litica olduvaiana, risalenti a circa 2,9 milioni di anni fa. I risultati del lavoro, pubblicati sulla rivista Science, hanno permesso la ricostruzione della paleodieta, ma anche di parte dell’ambiente geografico e dell’ecosistema degli ominidi.
Quando in gondola si andava in battaglia

Nel XVI secolo l’esigenza di difendersi e mantenere il predominio sui territori dell’Italia del Nord, spinse il Governo della Serenissima a trasformare l’imbarcazione in un mezzo di difesa agile, munito di due rostri per affondare le navi nemiche. Sono poche le fonti documentarie che rivelano questo processo di adattamento bellico, sottoposto per tutto il secolo ad un vero e proprio segreto di stato. A rivelarlo è uno studio del Cnr-Isac pubblicato sulla rivista ‘Méditerranée - Journal of Mediterranean geography’
La gondola non è sempre stata l’imbarcazione leggera e decorata, adatta alle passeggiate romantiche, come quella che siamo abituati ad osservare nei canali veneziani. Nel XVI secolo da semplice mezzo di trasporto fu adattata ad esigenze di difesa militare. A rivelarlo è uno studio di carattere storico a cura di Dario Camuffo dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche e pubblicato sulla rivista Méditerranée - Journal of Mediterranean geography.
Un sistema miniaturizzato e biodegradabile nel corpo permetterà di rilevare il pH dei tessuti in modo continuo e in tempo reale

Il sistema è stato messo a punto dal team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. Lo studio su Advanced Materials Technologies
Un sistema miniaturizzato di rilevazione del pH che trasmette i dati real time ad uno smartphone consentirà consistenti passi avanti nella diagnosi e trattamento di malattie estremamente diffuse, come la vaginosi batterica, la cui diagnosi richiede una accurata rilevazione dell’acidità dei tessuti, e che è spesso associata a complicazioni che hanno un grande impatto sulla qualità della vita delle donne.
Lo studio è stato pubblicato su Advanced Materials Technologies dal gruppo di ricerca in ingegneria elettronica coordinato da Giuseppe Barillaro, da tempo impegnato nel lavoro su sensori avanzati con applicazioni in ambito biomedico, in collaborazione con i ricercatori di Surflay Nanotec GmbH, Germania.
Il gruppo di ricerca pisano assieme all'azienda Ab medica sta anche progettando l’integrazione della tecnologia in dispositivi indossabili per diagnosi avanzate.
Un sistema miniaturizzato e biodegradabile nel corpo permetterà di rilevare il pH dei tessuti in modo continuo e in tempo reale

Il sistema è stato messo a punto dal team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa. Lo studio su Advanced Materials Technologies
Un sistema miniaturizzato di rilevazione del pH che trasmette i dati real time ad uno smartphone consentirà consistenti passi avanti nella diagnosi e trattamento di malattie estremamente diffuse, come la vaginosi batterica, la cui diagnosi richiede una accurata rilevazione dell’acidità dei tessuti, e che è spesso associata a complicazioni che hanno un grande impatto sulla qualità della vita delle donne.
Lo studio è stato pubblicato su Advanced Materials Technologies dal gruppo di ricerca in ingegneria elettronica coordinato da Giuseppe Barillaro, da tempo impegnato nel lavoro su sensori avanzati con applicazioni in ambito biomedico, in collaborazione con i ricercatori di Surflay Nanotec GmbH, Germania.
Il gruppo di ricerca pisano assieme all'azienda Ab medica sta anche progettando l’integrazione della tecnologia in dispositivi indossabili per diagnosi avanzate.
Stevia based sweeteners offer a sweeter, more environmentally friendly alternative to sugar

Natural sweeteners derived from stevia may produce as little as 10% of the greenhouse gas emissions of sugar while still providing the same level of sweetness, according to new research from the University of Surrey.
Researchers conducted a Life Cycle Assessment on steviol glycosides extracted from stevia and found that the production of the sweetener caused less environmental impact across a wide range of markers, when compared to sugar. For example, it offers an opportunity to reduce land use or water consumption compared to the same level of sweetness as sugar.
Many non-nutritive sweeteners (NNS), like steviol glycosides, can reproduce the taste of sugar, but without the associated health risks, such as tooth decay, obesity, or diabetes. They can do this because they are many times sweeter than sugar. For example, 4g of steviol glycosides provides the sweetness equivalent of 1,000g sugar, because it is perceived to be 250 times sweeter.
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