Alcune querelle sulle origini del SARS-CoV-2: coincidenze e speculazioni
L'emergenza del SARS-CoV-2 alla fine del 2019 e la successiva pandemia di COVID-19 hanno scatenato uno sforzo scientifico globale senza precedenti. Comprendere il virus, sviluppare farmaci e vaccini, nonchè determinarne l'origine sono diventati imperativi di salute pubblica. Sebbene la maggior parte delle evidenze scientifiche consolidate indichi un'origine zoonotica – un salto di specie da un serbatoio animale, probabilmente un pipistrello, avvenuto forse tramite un ospite intermedio che resta ancora da identificare. – la possibilità di una fuoriuscita da laboratorio o di un'origine artificiale ha generato notevoli controversie. Questa querelle si è infiammata a causa di alcune "coincidenze" genetiche che, estrapolate dal loro contesto, hanno alimentato ampie speculazioni e disinformazione.
Luc Montagner e le sequenze di HIV in SARS-CoV-2
Una delle più significative di queste controversie ha coinvolto il premio Nobel Luc Montagnier. Nella primavera del 2020, ad 88 anni di età, Montagnier denunciava pubblicamente un'origine artificiale del virus SARS-CoV-2
La sua principale argomentazione, a supporto di questa tesi, era la presunta presenza nel genoma del SARS-CoV-2 di brevi sequenze nucleotidiche con un'insolita somiglianza o "omologia" con quelle presenti in alcune proteine chiave dell'HIV-1 (come gp120 e Gag) e di altri virus dell'immunodeficienza delle scimmie (SIV); inoltre nel contesto di queste presunte "inserzioni" (di HIV) menzionava anche il sito di clivaggio della furina (FCS - Furin Cleavage Site) nella proteina Spike di SARS-CoV-2.
Le caratteristiche di questo sito, all'epoca, percepito come unico rispetto ad altri virus noti, le approfondiremo più avanti.
Il primo pre-print di Luc Montagnier e Jean Claude Perez sull'argomento, “HIV men-manipulated coronavirus genome evolution trends” pubblicato su Zenodo il'2 agosto 2020 (articolo che non era stato ancora revisionato da altri scienziati) fu volontariamente ritirato dagli autori dalla piattaforma di pre-pubblicazione a causa di gravi difetti metodologici e interpretativi in attesa di un'indagine molto più approfondita; in seguito comunque gli autori produssero altri articoli affermando le stesse accuse.
Dato il calibro degli autori questa teoria si è rapidamente diffusa, anche attraverso i mezzi di comunicazione, alimentando le tesi sull'origine ingegnerizzata del virus e compromettendo la fiducia nelle istituzioni scientifiche.
Tuttavia, tali affermazioni sono state ampiamente e rapidamente confutate dalla comunità scientifica globale.
La ragione principale è che il genoma del SARS-CoV-2 è vasto, composto da circa 30.000 nucleotidi (più precisamente, le stime variano leggermente, ma si aggirano intorno ai 29.900 nucleotidi o 29.9 kilobasi, kb) e in un codice genetico di tali dimensioni, la comparsa di brevi sequenze (come quelle di 8-12 aminoacidi individuate da Montagnier) che mostrano somiglianze casuali con altre proteine, incluse quelle dell'HIV, è statisticamente attesa e non insolita.
Queste brevi sequenze sono piccole porzioni di amminoacidi che si ripetono in natura in diverse proteine non correlate, per ragioni funzionali o strutturali, o semplicemente per pura probabilità. Non sono indicative di una relazione genetica diretta, tanto meno di un'ingegneria deliberata. Le analisi approfondite e indipendenti del genoma del SARS-CoV-2 non hanno mai trovato alcuna prova di geni o strutture proteiche caratteristiche dell'HIV, né alcun meccanismo che potesse giustificare la loro integrazione funzionale.
In sintesi, la "coincidenza" delle sequenze HIV è un classico esempio di come l'estrapolazione di dati minimi da un contesto genomico vasto possa portare a conclusioni scientificamente infondate e fuorvianti, alimentando la disinformazione.
Come è possibile che uno scienziato del calibro di Luc Montagnier, premio Nobel, abbia commesso un errore così eclatante? Va detto che Montagnier, come molti altri grandi scienziati, ha sempre cercato di comprendere fenomeni fino ad allora inspiegabili. Questa lodevole spinta a superare le linee guida consolidate della scienza, una caratteristica spesso propria delle menti geniali, lo ha però progressivamente allontanato dal percorso scientifico tradizionale.
Il suo caso è un esempio emblematico di come la mente scientifica possa scivolare nell'irrazionalità. Montagnier sembra sia stato influenzato da bias cognitivi (giudizi pre-esistenti), che lo hanno portato a interpretare le evidenze in modo selettivo. Questo ha rafforzato convinzioni personali su concetti come la "memoria dell'acqua" (2009) e la "teletrasmissione del DNA" (2015), teorie che, pur suggestive, erano prive di fondamento empirico. La sua ostinazione, di fronte alla mancanza di riproducibilità e al rifiuto della comunità scientifica, ha trasformato la sua ricerca innovativa in un vero e proprio fideismo, dove la pura credenza ha sostituito la prova. Tale adesione quasi religiosa alle proprie idee ha poi generato un proselitismo attivo, diffondendo teorie non validate che hanno alimentato scetticismo e disinformazione, allontanandolo definitivamente dal rigore metodologico che aveva caratterizzato la sua brillante carriera precedente.
Il brevetto US9359392B2 di Moderna (2016): un contesto terapeutico
Successivamente è nata un'altra controversia dalla somiglianza tra una sequenza di 19 nucleotidi brevettata da Moderna e una regione chiave del genoma del SARS-CoV-2.
Il brevetto in questione è US9359392B2 (anche US9587003B2), depositato (Application filing date) da Moderna Inc. il 24 febbraio 2016 e concesso (Grant date) il 31 maggio 2016, intitolato "Modified polynucleotides for the production of human MSH3 protein and uses thereof" (Polinucleotidi modificati per la produzione della proteina umana MSH3 e loro usi); creato da: Paolo Forni, Romain B. M. D. De Beukelaer, Sayumi Asahara, Martin Andrew Stahl, Holly Ann Stefl e Jeffrey B. Brown.
Questo brevetto riguarda lo sviluppo di sequenze di RNA messaggero (mRNA) modificate e ottimizzate per codificare la proteina umana MSH3, un componente fondamentale del sistema di riparazione del mismatch del DNA (errore nella sequenza del DNA in cui due basi azotate complementari non si appaiano correttamente). L'obiettivo era terapeutico, in particolare per condizioni associate a disfunzioni del gene MSH3, come alcuni tipi di cancro.
All'interno di questo brevetto, come esempio di sequenza mRNA "codon-ottimizzata", cioè modificata per migliorare la produzione di una proteina specifica, vi è anche la sequenza 5' CTCCTCGGCGGGCACGTAG-3'.
La somiglianza tra la sequenza 5'-CTCCTCGGCGGGCACGTAG-3' e una porzione del Sito di Taglio della Furina (FCS) della proteina Spike del SARS-CoV-2 (in particolare, una sezione di 19 nucleotidi che include l'FCS) è stata notata da Ambati et al. in uno studio pubblicato nel 2022 su Frontiers in Virology.
Questo studio ha evidenziato una omologia di sequenza al 100% tra questa porzione del genoma del SARS-CoV-2 e la sequenza inversa complementare (reverse complement) di una sequenza brevettata legata al gene umano MSH3 (MutS Homolog 3), che era stata ottimizzata per i codoni.
Cos'è il Sito di Taglio della Furina (FCS)?
Il Sito di Taglio della Furina (FCS) è una breve sequenza di amminoacidi presente nella proteina Spike di alcuni virus, incluso il SARS-CoV-2. La proteina Spike è fondamentale per l'infezione delle cellule ospiti, poiché permette al virus di legarsi alle cellule e di entrarvi.
La furina è un'enzima (una proteasi) presente in abbondanza in molte cellule umane, inclusi polmoni, intestino e vasi sanguigni.
Quando la proteina Spike di un virus contiene un FCS, la furina può "tagliare" la proteina in quel punto specifico. Questo taglio è cruciale perché attiva la proteina Spike, rendendo il virus molto più efficiente nel penetrare le cellule e replicarsi.
Nel caso del SARS-CoV-2, la presenza di questo FCS nella sua proteina Spike è stata considerata una delle caratteristiche chiave che lo rendono così trasmissibile e patogeno per l'uomo, poiché facilita la sua capacità di infettare un'ampia gamma di cellule e tessuti.
La scoperta di questa somiglianza con una sequenza brevettata ha sollevato interrogativi sull'origine del sito di taglio della furina nel SARS-CoV-2, alimentando dibattiti scientifici e ipotesi sull'origine del virus.
In realtà il documento descrive innovazioni nel campo delle sequenze di RNA messaggero (mRNA) modificate, progettate per ottimizzare la produzione della proteina umana MSH3 (MutS Homolog 3), componente cruciale del sistema di riparazione del mismatch del DNA (MMR), che gioca un ruolo fondamentale nella manutenzione dell'integrità genomica e nella prevenzione del cancro.
L'obiettivo dichiarato del brevetto era lo sviluppo di terapie basate su mRNA per affrontare condizioni mediche associate a disfunzioni del gene MSH, quali i tipi di tumore in cui si riscontrano difetti nel sistema MMR, quali ad esempio:
Tumori Solidi
Cancro del Colon-Retto (CCR): Questo è il tumore più classicamente e fortemente associato a difetti del MMR, in particolare nella Sindrome di Lynch (precedentemente nota come HNPCC - cancro colorettale ereditario non poliposico), che è causata da mutazioni germinali nei geni MMR (MLH1, MSH2, MSH6, PMS2, e talvolta EPCAM che silenzia MSH2).
Cancro dell'Endometrio (Utero): È il secondo tumore più comune nella Sindrome di Lynch e presenta spesso instabilità dei microsatelliti (MSI).
Cancro Gastrico (Stomaco): specialmente se associato alla Sindrome di Lynch, mostra difetti MMR.
Cancro dell'Ovaio: Alcuni sottotipi associati a deficit del MMR.
Cancro del Pancreas: meno frequente, i difetti MMR.
Cancro della Prostata: una sottopopolazione può presentare deficit MMR.
Tumori delle Vie Epatobiliari: include tumori del fegato e delle vie biliari.
Tumori del Tratto Urinario: tumori della pelvi renale, dell'uretere e della vescica.
Tumori del Piccolo Intestino.
Glioblastoma (tipo di tumore cerebrale).
Alcuni tumori della cute: come i carcinomi sebacei.
Tumori Ematologici (del sangue e del sistema linfatico)
I difetti MMR sono considerati più rari nei tumori ematologici rispetto a quelli solidi, ma possono comunque essere presenti, specialmente in determinate circostanze:
Leucemia Mieloide Acuta (LMA): specialmente in quelli insorti dopo chemioterapia o radioterapia per un cancro primario.
Sindrome Mielodisplastica (SMD): soprattutto quelli con forme correlate alla terapia.
Altri disordini ematologici
È importante sottolineare che la rilevazione di un difetto MMR o di MSI in un tumore è diventata un biomarcatore cruciale, in quanto questi tumori tendono a rispondere particolarmente bene all'immunoterapia con inibitori dei meccanismi di controllo ("checkpoint") del sistema immunitario, grazie alla loro elevata instabilità genomica che porta alla produzione di numerosi neoantigeni.
Quindi, il sistema MMR è un meccanismo cellulare essenziale che agisce come un "correttore di bozze" del nostro DNA. La sua funzione principale è riconoscere e correggere gli errori che si verificano durante la replicazione del DNA o a seguito di alcuni tipi di danno al DNA e hanno anche un ruolo nella soppressione dell'integrazione di DNA estraneo o retrovirale nel genoma ospite.
Le cellule con difetti nel MMR hanno mostrato una minore capacità di rilevare e correggere gli errori nella replicazione del DNA, portando a un'accumulo di mutazioni e all'instabilità genomica, un fattore chiave nello sviluppo di vari tipi di cancro nonché una maggiore tendenza a integrare DNA lineare o retrovirale nei cromosomi. Questo implica che un sistema MMR funzionante aiuta a prevenire l'integrazione indesiderata di elementi virali, inclusi potenzialmente Retrovirus Endogeni Umani (HERVs) attivi o altri retroelementi.
Quindi, l'obiettivo da raggiungere è quello di ripristinare la funzione del gene deficitario o produrre una proteina funzionale che il corpo non riesce a sintetizzare correttamente a causa dell'anomalia genetica.
Le terapie basate su mRNA affrontano queste disfunzioni, principalmente attraverso due strategie: la terapia di sostituzione proteica/genica (produzione della proteina MSH mancante/difettosa) e vaccini a mRNA per il cancro (immunoterapia).
La corrispondenza con il genoma del SARS-CoV-2: un'omologia apparente
All'interno delle rivendicazioni e delle descrizioni del brevetto, viene presentata una serie di sequenze nucleotidiche esemplificative, tra cui una specifica sequenza di 19 nucleotidi: 5'-CTCCTCGGCGGGCACGTAG-3'. Questa sequenza era stata inclusa come un esempio di sequenza mRNA "codon-ottimizzata" per migliorare l'efficienza della traduzione della proteina MSH3 umana, e il brevetto specificava che essa rappresentava una porzione di mRNA umano o un suo complemento inverso. È fondamentale comprendere che il brevetto si inserisce in un ampio filone di ricerca volto allo sviluppo di terapie a mRNA, un campo in rapida espansione da ben prima della pandemia.
La controversia è esplosa quando, nel contesto delle indagini sull'origine del SARS-CoV-2, è stato evidenziato che la sequenza brevettata di 19 nucleotidi presentava una quasi perfetta omologia (o complementarità inversa) con una porzione specifica del genoma del SARS-CoV-2. Nello specifico, si è notato che la sequenza brevettata è il complemento inverso (o, in alcuni casi, una corrispondenza diretta con pochi mismatch) di una sequenza di 19 nucleotidi all'interno della regione che codifica per il sito di clivaggio della furina (FCS) della proteina Spike (S) del SARS-CoV-2.
Il sito di clivaggio della furina (con la sequenza aminoacidica caratteristica PRRAR o variazioni simili, codificata da sequenze nucleotidiche come CCTCGGCGGGCACGTAG) è una caratteristica distintiva del SARS-CoV-2 che lo differenzia significativamente da coronavirus strettamente correlati trovati in natura, come il RaTG13 dei pipistrelli o i coronavirus dei pangolini, che non possiedono un FCS funzionale o lo possiedono in una forma meno efficiente. Si ritiene che l'FCS giochi un ruolo cruciale nella patogenicità e trasmissibilità del virus, in quanto facilita il clivaggio della proteina Spike da parte della furina rendendo il virus più efficiente nell'ingresso e nella replicazione cellulare. La presenza di un FCS ben funzionante è stata un punto chiave nel dibattito sull'origine del virus, con alcune teorie che suggeriscono che possa essere stato inserito artificialmente. La scoperta di una sequenza simile brevettata da Moderna ha, inevitabilmente, alimentato e dato nuova linfa a queste speculazioni, amplificate dai social media e da fonti di informazione non scientifiche.
Le contestazioni e le teorie cospiratorie: una disinformazione basata sull'interpretazione errata
La notizia della coincidenza, spesso presentata senza il necessario contesto scientifico, ha rapidamente trovato terreno fertile nelle teorie cospiratorie e nelle narrazioni che sostengono un'origine artificiale o manipolata del SARS-CoV-2. Le principali contestazioni e le conclusioni errate possono essere riassunte come segue:
"Prova di manipolazione": La presenza di una sequenza brevettata in una regione cruciale del virus è stata interpretata come una prova diretta di ingegneria genetica e manipolazione del SARS-CoV-2 da parte di terzi, inclusa Moderna o entità ad essa correlate.
"Premeditazione o conoscenza preesistente": Si è suggerito che Moderna avesse in qualche modo conoscenza preesistente del virus o stesse lavorando su sequenze correlate al SARS-CoV-2 anni prima della pandemia, il che implicherebbe un coinvolgimento nella sua "creazione" o "fuga".
"Fuga da laboratorio": La coincidenza è stata utilizzata per rafforzare l'argomento della fuga da laboratorio, ipotizzando che la sequenza potesse essere stata parte di esperimenti condotti in laboratorio per indurre l'acquisizione da parte del virus di una nuova funzione o il potenziamento di una funzione preesistente "Gain-of-Function" (GoF) volta a renderlo più aggressivo.
È fondamentale ribadire che queste contestazioni si basano su un'interpretazione errata dei dati scientifici, su una scarsa comprensione dei principi della genetica molecolare e della bioinformatica, e spesso su una mancanza di contesto.
Analisi critica
Ipotesi dell'inserimento dei 19 nucleotidi di Moderna, o altri frammenti nel genoma di un coronavirus già esistente in natura, con l'intento di renderlo più aggressivo per l'uomo.
Se una sequenza viene inserita in un genoma, specialmente in un punto che conferisce un nuovo vantaggio (come un sito di clivaggio della furina che rende il virus più infettivo per le cellule umane), gli scienziati cercano segni di questa inserzione. Tali segni includono:
Sequenze di giunzione insolite: le tecniche di ingegneria genetica tendono a lasciare "cicatrici" molecolari nei punti di giunzione. Queste cicatrici sono piccole sequenze di DNA che non si trovano comunemente in natura o che indicano l'uso di specifici strumenti di laboratorio. Nel caso di SARS-CoV-2, analisi estremamente dettagliate del genoma non hanno rivelato tali firme attorno al sito di clivaggio della furina o in altre regioni potenzialmente "inserite". La sequenza del sito di clivaggio della furina nel SARS-CoV-2, pur essendo unica tra i sarbecovirus strettamente imparentati, si integra perfettamente nel genoma in un modo che è coerente con eventi di inserzione/delezione e mutazioni puntiformi che avvengono naturalmente.
Inoltre se una sequenza fosse stata inserita artificialmente, ci si aspetterebbe una "discontinuità" evolutiva. Nel caso del SARS-CoV-2, l'analisi filogenetica mostra una continuità evolutiva con altri coronavirus di pipistrello, suggerendo un'evoluzione graduale.
Probabilità di coincidenze genomiche
Per valutare in modo rigoroso la significatività della coincidenza tra la sequenza brevettata di Moderna e il genoma del SARS-CoV-2, è essenziale considerare diversi fattori scientifici e statistici:
Contesto molecolare del brevetto Moderna del 2016: un'analisi chiarificatrice
Il brevetto Moderna del 2016, di cui abbiamo già parlato, si concentrava specificamente sull'ottimizzazione delle sequenze di mRNA per la produzione della proteina MSH3 umana. Questo è il fulcro dell'intero documento, non la ricerca sui virus.
La sequenza in questione era stata progettata per incrementare significativamente l'efficienza della sintesi proteica da parte delle cellule, garantendo una produzione ottimale della proteina MSH3. Questo risultato si otteneva modificando specifici gruppi di tre nucleotidi dell'mRNA, un processo chiamato 'codon-ottimizzazione'.
La sequenza in questione è stata generata utilizzando due componenti principali: un "trascritto umano", che non è altro che un pezzo di RNA ricavato direttamente dal DNA del nostro organismo, e un "complemento inverso" (cioè una sorta di "immagine allo specchio" o sequenza complementare letta al contrario) di una specifica porzione di mRNA umano.
È cruciale capire che l'inserimento di questa sequenza nel brevetto aveva un'unica e ben definita finalità: era puramente funzionale alla produzione della proteina MSH3. Non esisteva alcuna relazione, né implicita né esplicita, con i coronavirus o con qualsiasi altro tipo di ricerca virologica. Il brevetto non riguardava affatto i virus.
Di conseguenza, sostenere che esista una correlazione tra questo brevetto e l'origine di un virus significa estrapolare la sequenza dal suo contesto scientifico originale, attribuendole un significato che è completamente estraneo allo scopo per cui è stata concepita e brevettata.
Il concetto di “omologia casuale” e probabilità statistiche
Il dibattito sulla sequenza di 19 nucleotidi brevettata da Moderna ha generato molta confusione, ma un'analisi scientifica chiarisce la sua scarsa significatività. Il punto cruciale è la brevità estrema di questa sequenza rispetto all'intero genoma del SARS-CoV-2, che è lungo circa 30.000 nucleotidi.
Immagina di avere un libro con 30.000 lettere. Trovare una sequenza specifica di 19 lettere, anche se identica a una presente in un altro libro, non è affatto così sorprendente come potrebbe sembrare intuitivamente.
Ecco il dettaglio del perché questa "coincidenza" è spiegabile scientificamente:
La Probabilità Teorica di una Sequenza di 19 Nucleotidi: Il Caso del Brevetto Moderna
Nel contesto delle discussioni relative a specifici brevetti biotecnologici, come quello di Moderna (US Patent US9359392B2), si è talvolta fatto riferimento a una sequenza di 19 nucleotidi. Analizziamo la probabilità teorica che una sequenza con tale lunghezza possa apparire per puro caso, un esercizio che ne evidenzia l'estrema improbabilità senza un intervento mirato.
Il DNA (e l'RNA, come nel caso delle tecnologie mRNA) è costituito da quattro "lettere" fondamentali, le basi nucleotidiche: Adenina (A), Timina (T) – o Uracile (U) nell'RNA – Citosina (C) e Guanina (G).
Per questo calcolo semplificato, adottiamo due presupposti:
1. Uguale probabilità per ogni base: Immaginiamo che ciascuna delle quattro basi abbia la stessa probabilità di comparire in ogni singola posizione della sequenza. Dunque, la probabilità (P) per una base specifica è 1/4, ovvero 0.25. P(singola base)=1/4=0.25
2. Sequenza casuale e indipendente: Assumiamo che la scelta di una base in una posizione non influenzi in alcun modo la scelta delle basi nelle posizioni successive. Gli eventi sono, quindi, statisticamente indipendenti.
Calcolo della probabilità per i 19 nucleotidi di Moderna
Per determinare la probabilità P che una specifica sequenza di N nucleotidi si formi per puro caso, moltiplichiamo la probabilità di ogni singola posizione per una sequenza lunga 19 nucleotidi (quindi N=19), il calcolo diventa:
P=(0.25)19
Svolgendo la potenza:
(0.25)19=(1/4)19=1/419
Calcolando 419:
419=274.877.906.944
Quindi, la probabilità è:
P=1/274.877.906.944
Espresso in notazione scientifica, questo valore è approssimativamente:
P≈1.45×10−12
Interpretazione dei Risultati: La Probabilità di Coincidenze Genetiche e il Brevetto Moderna
Il calcolo di probabilità che abbiamo esaminato, 1.45×10−12, evidenzia un numero incredibilmente piccolo. Questo significa che la probabilità che una specifica sequenza di 19 nucleotidi si generi spontaneamente e casualmente, rispettando le nostre assunzioni semplificate (basi equiprobabili, eventi indipendenti), è quasi nulla. Tale risultato suggerisce che un evento puramente casuale di questa natura è quasi impossibile.
Tuttavia, è fondamentale chiarire che questo calcolo è fuorviante se interpretato senza un contesto adeguato, poiché ignora diversi fattori cruciali che aumentano drasticamente la probabilità di una coincidenza nel mondo reale della biologia e della genomica.
Fattori che aumentano drasticamente la probabilità di una coincidenza
Quando si parla di sequenze genetiche, è facile pensare che ogni corrispondenza sia un evento straordinario. Ma in realtà, nel vasto e complesso mondo del DNA e dell'RNA, trovare brevi frammenti identici o molto simili può essere molto più probabile di quanto si creda, anche senza un legame diretto o intenzionale. Questo è particolarmente vero per le sequenze biologiche funzionali: non sono casuali, ma sono state plasmate dall'evoluzione o create con uno scopo. Il punto è che, anche se create per uno scopo, brevi segmenti possono riapparire casualmente altrove.
Vediamo perché è così semplice incappare in queste "coincidenze":
1. Il genoma è un bersaglio enorme
Immagina di cercare una parola specifica in un libro. Se la cerchi solo in una pagina precisa, le probabilità sono basse. Ma se puoi cercarla in ogni singola riga di ogni singola pagina dell'intero libro, le possibilità aumentano drasticamente. Allo stesso modo, non stiamo cercando una sequenza di 19 nucleotidi (i "mattoncini" del DNA/RNA) in un punto fisso del SARS-CoV-2. Il genoma di questo virus è lungo circa 30.000 nucleotidi, e la sequenza che cerchiamo potrebbe iniziare in qualsiasi delle circa 30.000 posizioni iniziali possibili. Questo moltiplica enormemente le opportunità di trovare una corrispondenza puramente casuale.
2. Non serve una corrispondenza perfetta
Spesso, non è necessaria un'identità perfetta. Se accettiamo che la sequenza "corrispondente" possa avere uno o due nucleotidi diversi (i cosiddetti "mismatch") rispetto all'originale, le probabilità di trovare una corrispondenza aumentano esponenzialmente. Nel caso della sequenza di Moderna e del SARS-CoV-2, alcune delle prime analisi mostravano una somiglianza molto elevata, ma non sempre identica al 100%, il che rende la coincidenza ancora più probabile.
3. Conta anche la "immagine speculare"
Quando si cercano somiglianze genetiche, si considera non solo la sequenza in una direzione su un filamento di DNA o RNA, ma anche la sua "complementarità inversa". Questo significa cercare la sequenza che si legherebbe a essa sull'altro filamento, o la sequenza letta al contrario. Pensala come avere due facce di una moneta: invece di cercare solo "testa", cerchi anche "croce". Questo, di fatto, raddoppia le possibilità di trovare una corrispondenza casuale.
4. L'enorme quantità di dati disponibili
Il confronto non avviene solo tra il brevetto di Moderna e un singolo genoma virale. La ricerca viene effettuata in database genomici pubblici immensi, come GenBank, che contengono trilioni di sequenze nucleotidiche provenienti da migliaia di organismi diversi: batteri, virus, piante, animali, esseri umani. In un universo così vasto di sequenze, trovare brevi frammenti identici o altamente simili è un evento statisticamente prevedibile e comune. È un po' come il "Paradosso del Compleanno": in un gruppo relativamente piccolo di persone, la probabilità che due abbiano lo stesso compleanno è molto più alta di quanto si pensi. Allo stesso modo, in un immenso mare di sequenze genetiche, brevi segmenti simili riappariranno semplicemente per caso.
In conclusione, mentre una singola, lunga e specifica sequenza identica in due contesti non correlati sarebbe estremamente improbabile, la ricerca di brevi frammenti con alcune tolleranze, all'interno di genomi e database vastissimi, rende il ritrovamento di queste "coincidenze" un evento del tutto normale e spiegabile statisticamente.
Meccanismi di evoluzione virale e l'origine del sito di clivaggio della furina (FCS)
I virus a RNA come il SARS-CoV-2 evolvono estremamente rapidamente attraverso meccanismi naturali quali mutazioni casuali, ricombinazione e selezione naturale. L'acquisizione di un sito di clivaggio della furina (FCS) è stata osservata in diversi coronavirus in modo indipendente (ad esempio, in alcune linee di virus della bronchite infettiva aviaria, IBV, o in altri coronavirus che infettano mammiferi).
Si ritiene che la comparsa di un FCS funzionale nel SARS-CoV-2 possa essere il risultato di:
Mutazioni graduali e selezione positiva in una popolazione virale ospite, che conferiscono un vantaggio evolutivo.
Eventi di ricombinazione naturale con altri coronavirus animali.
I coronavirus sono noti per la loro elevata capacità di ricombinazione. Questo significa che possono scambiare porzioni del loro materiale genetico quando due virus diversi infettano la stessa cellula. È una fonte principale di variabilità genetica e può portare all'acquisizione di nuove caratteristiche, come un sito di clivaggio della furina.
Non è necessario invocare un'origine artificiale o un intervento deliberato per spiegare la presenza di un FCS. Analisi filogenetiche robuste hanno tracciato l'evoluzione del SARS-CoV-2, suggerendo una divergenza da un antenato comune con altri betacoronavirus che supporta l'origine zoonotica.
Bat CoV CD35: Una Prova Cruciale
Recenti scoperte hanno ulteriormente rafforzato l'ipotesi naturale. Nel 2023, Wu e colleghi hanno identificato un nuovo betacoronavirus di pipistrello, Bat CoV CD35, che possiede un sito di clivaggio della furina polibasico identico a quello trovato in SARS-CoV-2.
La sua proteina Spike contiene la sequenza amminoacidica PRRAR, codificata dalla sequenza nucleotidica 5'-CCU CGG CGG GCA-3' (riferendosi all'inserto chiave), identica a quella del SARS-CoV-2.
Questa scoperta è di fondamentale importanza perché fornisce una prova diretta che una sequenza del sito di clivaggio della furina identica a quella di SARS-CoV-2 può esistere naturalmente in un coronavirus di pipistrello. Ciò smentisce l'argomento secondo cui tale sequenza sia una 'firma' intrinseca di manipolazione di laboratorio e pone i presupposti per una possibile ricombinazione naturale con altri coronavirus animali.
Conclusioni: la necessità di rigore scientifico contro la disinformazione
La coincidenza tra una sequenza di 19 nucleotidi brevettata da Moderna e una porzione del sito di clivaggio della furina del SARS-CoV-2 è un fatto scientifico interessante, ma è stato ampiamente travisato e distorto nel dibattito pubblico, alimentando disinformazione e sfiducia.
Un'analisi rigorosa e basata sull'evidenza scientifica porta alle seguenti conclusioni inequivocabili:
Funzionalità contestuale della sequenza brevettata. La sequenza brevettata era funzionale al suo contesto originale; faceva parte di un brevetto di Moderna incentrato sull'ottimizzazione dell'espressione della proteina umana MSH3 per scopi terapeutici, senza alcuna correlazione con i coronavirus.
Coincidenza statisticamente spiegabile. Date le dimensioni del genoma virale, l'enorme quantità di sequenze presenti nei database biologici e in natura, e la tolleranza ai "mismatch", la probabilità di trovare brevi omologie o complementarità inverse per puro caso non è affatto trascurabile. La brevità della sequenza (19 nucleotidi) è insufficiente per indicare una manipolazione deliberata o una relazione causale significativa.
Nessuna prova di manipolazione diretta. Nonostante le speculazioni, questa coincidenza non fornisce alcuna prova scientifica che il SARS-CoV-2 sia stato creato artificialmente o che Moderna abbia avuto un ruolo nella sua origine. Le solide prove scientifiche sull'origine del SARS-CoV-2 smentiscono l'argomento secondo cui la sequenza del sito di clivaggio della furina sia una "firma" intrinseca di manipolazione di laboratorio e dimostrano come una sequenza identica a quella di SARS-CoV-2 possa esistere naturalmente in un coronavirus di pipistrello ed essere stata ricombinata naturalmente nel SARS-CoV-2.
In un'epoca di rapida diffusione delle informazioni, è cruciale che la comunità scientifica continui a fornire chiarezza, contesto e analisi rigorose sui fatti per contrastare le narrative prive di fondamento. La storia della sequenza di 19 nucleotidi di Moderna serve da monito eloquente su come i dati scientifici possano essere decontestualizzati, interpretati erroneamente e distorti per sostenere teorie non supportate dalle prove. Il rigore scientifico e la trasparenza sono gli unici strumenti per affrontare le sfide complesse, come le pandemie, basandosi sulla conoscenza e non sulla speculazione.
Le radici economiche della disinformazione
È fondamentale riconoscere che la proliferazione della disinformazione, inclusa quella relativa all'origine dei virus e alle teorie di manipolazione, non è sempre casuale o guidata solo da malintesi. Spesso, essa affonda le radici in significativi interessi economici.
La disinformazione può essere un business redditizio. Piattaforme online e individui possono generare entrate pubblicitarie o aumentare la loro visibilità e influenza diffondendo contenuti sensazionalistici, controversi o emotivamente carichi, a prescindere dalla loro veridicità. La paura, la rabbia e la sfiducia sono emozioni potenti che attirano molto più l'attenzione e l'engagement degli utenti rispetto a informazioni positive e non sensazionalistiche. Questo si traduce direttamente in clic, condivisioni e, in ultima analisi, guadagni.
Inoltre, la disinformazione può essere utilizzata per danneggiare la reputazione di aziende o settori (come l'industria farmaceutica), alterare la percezione pubblica di prodotti o politiche, o persino influenzare mercati finanziari. Questo crea un incentivo per alcuni attori a investire nella creazione e diffusione di narrative fuorvianti, sfruttando le vulnerabilità cognitive e la complessità delle informazioni scientifiche per profitto o vantaggio strategico. Comprendere queste dinamiche economiche è essenziale per riconoscere e combattere efficacemente la disinformazione.
Bibliografia
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Comunicati stampa pubblicati su Scienzaonline e Scienceonline:
Chirurgia genica: arrivano le nanoparticelle d’oro per riparare il DNA. 28 Nov 2024, Scienzaonline CS Università di Pisa
Come trasformare un virus in una nanobioparticella anticancro. 19 Dic 2024, Scienzaonline, CS
Covid 19 e invecchiamento biologico. 02 Ago 2024, Scienzaonline, CS Università di Padova
Covid 19: scoperta una nuova chiave con cui il virus entra nelle cellule umane. 14 Nov 2023, CS Università degli studi di Padova
Human and HPV Genes Combine to Form Extrachromosomal DNA That Promotes Oropharyngeal Tumor Growth. 20 Apr 2025, Scienceonline, Chiba University PR
Dall’RNA nuovi possibili trattamenti per i tumori. 27 Apr 2023, Scienzaonline, CS Università di Roma La Sapienza
Long Covid: scoperta la causa dei disturbi polmonari. 17 Dic 2024, Scienzaonline, CS Università degli studi di Milano
Nanoparticles designed to trap and neutralise large amounts of SARS-CoV2. 07 Nov 2024, Scienceonline, Universitat Autònoma de Barcelona (UAB) PR
New mechanism: How cancer cells escape the immune system. 07 Nov 2024, Scienceonline, Goethe- Universität Frankfurt am Main PR
SARS-CoV-2 “steals” our proteins to protect itself from the immune system. 08 Nov 2024, Scienceonline, Medical University of Vienna PR
Sclerosi Multipla e virus di Epstein Barr: è possibile una vaccinazione personalizzata? Uno studio
rappresenta un primo passo per la prevenzione e la cura della malattia. 07 Apr 2025, Scienzaonline, CS Università di Roma La Sapienza
Un biosensore innovativo per la rilevazione rapida dei virus. 15 Apr 2025, Scienzaonline, CS CNR