
Medicina (1250)
Categorie figlie
Disturbi alimentari: Bambino Gesù, +60% di nuovi casi dal 2019
13 Mar 2025 Scritto da Ospedale pediatrico Bambino Gesù
Nel 2024 230 nuove diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) e 2.500 day hospital. L’Ospedale presenta i dati in occasione della settimana del Fiocchetto Lilla
Dal 2019, ultimo anno prima della pandemia di Covid 19, al Bambino Gesù le diagnosi annuali di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) sono aumentate del 64% circa. In Italia secondo i dati del ministero l’aumento è stato di circa il 35%. In occasione della Settimana del Fiocchetto Lilla (10/15 marzo), l'Ospedale presenta i dati aggiornati sulla presa in carico dei pazienti e le strategie terapeutiche adottate per affrontare questa crescente emergenza. «I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell'incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale» spiega la dottoressa Valeria Zanna responsabile dell'Unità operativa semplice di Anoressia e Disturbi Alimentari dell’Ospedale.
I DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE
Anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo evitanterestrittivo dell'assunzione di cibo (ARFID), disturbi alimentari non altrimenti specificati (NAS). In Italia circa 3,5 milioni di persone, pari al 6% della popolazione, soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: il 90% sono donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono a strutture specializzate (sono il 20% nella fascia di età 12- 17 anni). L'esordio di questi disturbi è sempre più precoce. Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell'età fino agli 8/9 anni. Ciò è verosimilmente dovuto sia all'abbassamento dell'età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili.
Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna etc.). Sia l'anoressia che la bulimia possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente. I disturbi alimentari nell'ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell'anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. In Italia, i DNA causano ogni anno circa 4.000 morti.
I DATI DEL BAMBINO GESÙ: ANORESSIA NERVOSA, ARFID E ABBASSAMENTO DELL’ETÀ
Dal 2020, l'Unità operativa semplice di Anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù ha registrato un incremento del 38% nell'attività clinica: i day hospital sono infatti passati da 1.820 a 2.420 del 2024. I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell'incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale. L'andamento annuale per età e diagnosi dimostra un incremento significativo dei nuovi accessi tra le fasce d'età più giovani (<10 anni e 11-13 anni) che sono passati dai 59 del 2019 agli 89 del 2024 (+50%).
Inoltre, la distribuzione delle diagnosi mostra un'incidenza rilevante di anoressia nervosa (AN-R, AN-BP e AN-A) e ARFID che dal 2019 sono rispettivamente aumentate del 68% e del 65%, confermando la necessità di protocolli di intervento sempre più mirati. Nel complesso, le nuove diagnosi di DNA sono aumentate del 64%, passando dalle 138 del 2019 alle 226 del 2024.
IL MODELLO TERAPEUTICO DEL BAMBINO GESÙ
Le principali linee guida nazionali e internazionali sul trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva (quali le linee guida della Society for Adolescent Health and Medicine, del National Institute for Health and Care Excellence - NICE, e della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza - SINPIA) sottolineano l'importanza del coinvolgimento familiare per un buon esito del trattamento. Il modello terapeutico adottato dal Bambino Gesù si basa su un lavoro multidisciplinare che coinvolge professionisti delle aree psicologica, nutrizionale, psichiatrica, endocrinologica e cardiologica, al fine di garantire un approccio integrato ed efficace.
«Un recente studio condotto dalla nostra equipe, attualmente in fase di revisione, ha messo in luce una preoccupante evoluzione dei disturbi alimentari – spiega la dottoressa Valeria Zanna - Negli ultimi anni, i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più gravi, sia per la sintomatologia alimentare che per le caratteristiche psicologiche associate. Inoltre, i nuclei familiari di questi pazienti risultano più sofferenti, con difficoltà comunicative, una maggiore fragilità emotiva e un funzionamento complessivo compromesso».
Per far fronte a questa sfida, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù adotta un trattamento calibrato su diversi livelli di intensità e frequenza, garantendo una presa in carico tempestiva e personalizzata. Il programma di Alta Assistenza, in particolare, prevede accessi in day hospital con pasto assistito, monitoraggio psichiatrico e nutrizionale, psicoterapia di gruppo per genitori e pazienti e incontri di psicoterapia familiare. Con il miglioramento clinico, l’intensità della frequenza si riduce e il trattamento si concentra sul potenziamento delle risorse individuali e genitoriali.
La quasi eterna gioventù grazie alla Monarda didyma l. Scienza e natura alleate per un invecchiamento in salute
13 Mar 2025 Scritto da Università di Padova
Team di ricerca del BioAging Lab dell’Università di Padova pubblica uno studio che indica in un estratto naturale la via sostenibile per contrastare l’invecchiamento biologico.
Rallentare l’invecchiamento biologico migliorando la qualità della vita e promuovendo un approccio green e sostenibile alla salute si può, grazie all’estratto naturale di Monarda didyma L. È quanto emerge da uno studio innovativo condotto dai ricercatori del BioAgingLab dell’Università di Padova diretto dalla prof.ssa Sofia Pavanello, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica «GeroScience».
Comunicazione cervello-corpo: il ruolo delle piastrine
12 Mar 2025 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Secondo lo studio coordinato dalla Sapienza e pubblicato sulla rivista Cell Reports, questi frammenti di cellule presenti nel sangue condizionano l’apprendimento e la memoria della paura
Accanto al ruolo cardine che le piastrine svolgono nella coagulazione del sangue e nel processo di emostasi, recenti studi hanno dimostrato che questi piccoli frammenti di cellule presenti nel sangue assolvono ad altre importanti funzioni. Se il ruolo delle piastrine nel sistema immunitario è noto, come esse agiscano nella modulazione delle interazioni neurologiche è un aspetto ancora poco indagato.
Le piastrine influenzano in qualche misura il comportamento? È questa la domanda di partenza dello studio, coordinato da Cristina Limatola del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza e recentemente pubblicato sulla rivista “Cell Reports”. La risposta sembra essere positiva: la ricerca, infatti, identifica le piastrine come un elemento chiave nella comunicazione cervello-corpo, in grado di attivare meccanismi che influenzano la memoria e il comportamento.
Individuati due marcatori biologici comuni ad Alzheimer e SLA
11 Mar 2025 Scritto da Università degli studi di Milano
I ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno collaborato a un lavoro che ha scoperto come due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer risultino significativamente incrementati anche nella Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). I risultati sono stati pubblicati su Nature Communications.
Nature Communications pubblica in questi giorni un rilevante lavoro che ulteriormente contribuisce a sottolineare quanto le patologie neurodegenerative confluiscano in comuni momenti patogenetici caratterizzati anche da comuni biomarcatori. In uno sforzo congiunto con diversi Centri in Germania, i ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno largamente contribuito allo studio che rivela come, inaspettatamente, due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer (p-tau 181 e p-tau-217) risultino significativamente incrementati anche nella Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).
Giornata mondiale dell'obesità: i consigli degli esperti del Bambino Gesù
04 Mar 2025 Scritto da Ospedale pediatrico Bambino Gesù
In Italia 1 bambino su 3 è obeso o sovrappeso. L’importanza di un corretto stile di vita. Nei casi più gravi intervengono farmaci e chirurgia bariatrica. Più di 1.300 i bambini seguiti al Bambino Gesù nell’ultimo anno.
In Italia, un bambino su tre è obeso o in sovrappeso, una condizione che rappresenta una delle principali emergenze sanitarie, sia nei Paesi industrializzati, sia in quelli in via di sviluppo. Anche nei casi meno gravi, il sovrappeso può provocare complicanze metaboliche già in età pediatrica, compromettendo la qualità di vita e aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e ipertensione. L’obesità infantile ha cause multifattoriali, tra cui familiarità, sedentarietà e cattive abitudini alimentari. Per affrontarla è necessario un approccio personalizzato, basato su educazione alimentare, attività fisica e, nei casi più complessi, trattamenti farmacologici o chirurgici. In occasione della giornata mondiale dell’obesità di domani, gli esperti del Bambino Gesù forniscono alle famiglie informazioni e consigli per affrontare il problema. «È importante tenere sotto controllo i bambini obesi o in sovrappeso, perché hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie croniche da adulti - spiega il dottor Danilo Fintini, dell’unità operativa di Endocrinologia e diabetologia dell’Ospedale- Affrontare il problema precocemente permette di prevenire complicanze e di favorire una crescita sana». Solo nell’ultimo anno sono stati più di 1.300 i bambini seguiti dall’Ospedale per problemi di peso.
Uno studio coordinato dal Cnr ha indagato per la prima volta gli effetti delle inalazioni di nanoplastiche nei mammiferi, rivelando che queste sono in grado di penetrare nel cervello e deteriorare, in particolare, la funzione olfattiva. La ricerca, condotta in collaborazione con il Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma è pubblicata sulla rivista Science of The Total Environment.
Le nanoplastiche - piccolissimi frammenti di plastiche, di dimensioni inferiori a un millesimo di millimetro - sono ormai diffuse in quasi tutti gli ecosistemi, compresi suolo, aria e acqua: la massiccia contaminazione determina un rischio per gli organismi viventi, tra cui l’essere umano, che può entrare in contatto con queste sostanze in diversi modi, attraverso la catena alimentare, l'acqua e l'aria. Oggi, per la prima volta, uno studio coordinato dall’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbc) di Monterotondo Scalo (Rm) ha approfondito gli effetti dell'inalazione di nanoplastiche nei mammiferi.
Da un derivato della vitamina A, una speranza di cura per un tumore cerebrale pediatrico
24 Feb 2025 Scritto da Università di Bologna
La NanoFenretinide, formulazione messa a punto da un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna, ha dato risultati promettenti per la lotta al glioma diffuso della linea mediana, forma tumorale che colpisce i bambini tra i 5 e i 10 anni.
La fenretinide, un derivato della vitamina A, potrebbe diventare la base per un nuovo trattamento in grado di curare un tumore cerebrale pediatrico noto come glioma diffuso della linea mediana (DMG). A sostenerlo – con uno studio pubblicato sulla rivista Neuro-Oncology – è un gruppo di ricerca internazionale che ha coinvolto due studiose dell’Università di Bologna: Isabella Orienti e Giovanna Farruggia del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie.
Diabete di tipo 2: interazione tra dieta, microbiota intestinale e infiammazione sistemica nelle malattie metaboliche
18 Feb 2025 Scritto da Università di Padova
Scoperto il loro legame da un team dell’Università di Padova e VIMM
Il diabete di tipo 2 è una delle principali emergenze sanitarie globali, con oltre mezzo miliardo di persone affette in tutto il mondo e circa 4 milioni in Italia. L'obesità è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete e di altre patologie metaboliche, come la steatosi epatica, una condizione caratterizzata dall'accumulo di grasso nel fegato che può evolvere in malattie più gravi come la cirrosi e il carcinoma del fegato.
Bambino Gesù: un nuovo passo avanti per la cura del neuroblastoma refrattario o recidivante
13 Feb 2025 Scritto da Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Pubblicato su Nature Medicine uno studio che dimostra sicurezza ed efficacia dell’uso delle cellule CAR-T da donatore in pazienti che non hanno risposto alle terapie.
Un’ulteriore nuova speranza di cura per i bambini affetti da forme di neuroblastoma refrattarie ai trattamenti o recidivanti grazie all’uso di cellule CAR-T derivate da donatori (allogeniche). Il neuroblastoma è il tumore solido extracranico più frequente dell’età pediatrica e rappresenta una sfida significativa per l’oncologia. Cinque bambini che non avevano risposto alle terapie a cui erano stati precedentemente sottoposti, sono stati trattati con cellule CAR-T allogeniche. Di questi, 3 hanno raggiunto la remissione completa dalla malattia e 1 ha mostrato miglioramenti significativi.
Ne dà notizia l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in vista della giornata mondiale contro il cancro infantile del 15 febbraio. «Questo studio è un ulteriore passo avanti nella lotta contro il neuroblastoma», commenta il professor Franco Locatelli, responsabile del Centro studi clinici oncoematologici e terapie cellulari del Bambino Gesù. «I risultati ottenuti confermano il nostro impegno nel perseguire soluzioni terapeutiche sempre più innovative e mirate alle necessità specifiche di ciascun bambino, in linea con i principi della medicina personalizzata» aggiunge il Presidente dell’Ospedale, Tiziano Onesti. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Medicine.
Uno studio internazionale a cui ha partecipato il Cnr-Ispaam ha dimostrato che un batterio normalmente presente nell’intestino, Intestinimonas butyriciproducens, potrebbe essere utilizzato per sviluppare nuove terapie per la prevenzione e la cura di alcune malattie metaboliche nell’uomo. La ricerca è pubblicata sulla rivista Microbiome.
Tra le centinaia di specie di batteri diverse presenti nell’intestino, Intestinimonas butyriciproducens svolge un ruolo chiave nel migliorare la salute metabolica. Secondo uno studio internazionale a cui ha partecipato l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche di Portici, in provincia di Napoli (Cnr-Ispaam), tale batterio - già noto per la sua capacità di produrre acido butirrico, un acido grasso a catena corta con importanti benefici per la salute intestinale - è in grado di trasformare in butirrato anche un composto alimentare specifico ampiamente presente nella dieta umana, la Nε-fruttosil-lisina. Lo studio, coordinato dall’Amsterdam University Medical Center e dalla Wageningen University (Paesi Bassi), è stato pubblicato sulla rivista Microbiome.