La coincidenza dei 19 Nucleotidi: Un'Analisi Critica della Sequenza Brevettata da Moderna e le Sue Implicazioni nel Dibattito sull'Origine del SARS-CoV-2
La pandemia di COVID-19 ha scatenato un'intensa ricerca sulle origini del virus SARS-CoV-2. In questo contesto, una sequenza di 19 nucleotidi brevettata da Moderna nel 2016 ha attirato significative attenzioni per la sua parziale corrispondenza con una regione critica del genoma virale, il sito di clivaggio della furina (FCS - Furin Cleavage Site). Questo articolo esplora in dettaglio il brevetto di Moderna US9359392B2 (anche US9587003B2). la natura della sequenza in questione, le contestazioni e le teorie emerse, e presenta un'analisi approfondita delle probabilità statistiche di tale coincidenza. Valutiamo le basi molecolari e l'epidemiologia del SARS-CoV-2, confrontandole con le implicazioni di un'eventuale origine laboratoriale. Concludiamo che, sebbene la coincidenza sia un fatto interessante degno di analisi scientifica, l'evidenza genetica, statistica ed epidemiologica non supporta l'ipotesi di un'origine artificiale o di un coinvolgimento diretto di Moderna nella creazione del SARS-CoV-2. Comunque l'evento richiede ulteriori studi e approfondimenti.
Bloccata la Via Energetica delle Cellule Tumorali con una Sostanza Naturale
Ethyl p-methoxycinnamate inhibiting cancer cell energy source: EMC, a main component of kencur ginger, has shown it can block tumor growth and prevent ATP development.
Cercare risposte nella natura a interrogativi complessi può portare a risultati inediti e sorprendenti, capaci persino di influenzare le cellule a livello molecolare. Le cellule umane, ad esempio, ossidano il glucosio per produrre ATP (adenosina trifosfato), una fonte di energia vitale. Le cellule tumorali, invece, producono ATP attraverso la glicolisi, un processo che non richiede ossigeno anche quando questo è presente, e convertono il glucosio in acido piruvico e acido lattico. Questo metodo di produzione di ATP, noto come effetto Warburg, è ritenuto inefficiente, sollevando interrogativi sul perché le cellule tumorali scelgano questa via energetica per alimentare la loro proliferazione e sopravvivenza.
Isole di calore, uno studio ne rileva l'intensità in tutti i capoluoghi di regione italiani
Intensità delle isole di calore superficiali urbane nei capoluoghi di regione italiani
Una ricerca coordinata dal Cnr-Ibe, in collaborazione con Ispra, ha quantificato il fenomeno delle isole di calore in Italia, nei diversi capoluoghi di regione. I risultati, pubblicati sulla rivista Remote Sensing Applications: Society and Environment, potranno supportare la programmazione di interventi di mitigazione delle temperature in ambito nazionale.
Nell’ambito del progetto Mirificus (Monitoraggio degli interventi di riforestazione per l’isola di calore urbana tramite i satelliti), uno studio coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe), svolto in collaborazione con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ha analizzato il fenomeno delle isole di calore superficiali (SUHI) nei venti capoluoghi di regione italiani. La ricerca, pubblicata sulla rivista Remote Sensing Applications: Society and Environment, si è avvalsa dell’utilizzo dei dati satellitari NASA e Copernicus, monitorando il periodo estivo, tra giugno e agosto, nel decennio 2013-2023.
Idrogeno oppure acqua ossigenata? A scelta e green
Progettata una molecola organica innovativa capace di rispondere in modo “intelligente” alle condizioni ambientali. Si trasforma in nanostrutture differenti che attivano due processi fotocatalitici diversi per la produzione di idrogeno oppure di acqua ossigenata. I risultati del team dell’Università di Padova su «Advanced Functional Materials»
L’idrogeno è considerato uno dei vettori energetici più promettenti per il futuro: è pulito, perché brucia producendo solo acqua, ed è altamente efficiente, generando quattro volte più energia del petrolio per unità di massa. Oltre al suo ruolo strategico nella transizione energetica, l’idrogeno è anche una materia prima cruciale per l’industria chimica e petrolchimica, dove viene utilizzato fino al 70% dei processi produttivi, ad esempio per la sintesi dell’acqua ossigenata, presente in milioni di tonnellate ogni anno nelle nostre case, nei servizi sanitari e nei supermercati.
Navigare la Preistoria: Le Antiche Reti Marittime e le Innovazioni Tecnologiche delle Isole Filippine
Negli ultimi quindici anni, una serie di scavi e ricerche interdisciplinari guidate dall’Ateneo de Manila University, in collaborazione con istituzioni internazionali, ha rivoluzionato la comprensione del ruolo delle Filippine nella preistoria del Sud-est asiatico. Il Mindoro Archaeology Project ha portato alla luce prove straordinarie di migrazioni umane, innovazione tecnologica e reti di scambio marittime risalenti a oltre 35.000 anni fa.
Un arcipelago senza ponti: la sfida della migrazione
A differenza di altre grandi isole del Sud-est asiatico, Mindoro e la maggior parte delle Filippine non furono mai collegate alla terraferma da ponti terrestri o ghiacciai. Questo isolamento geografico implicava che ogni arrivo umano richiedesse traversate marine intenzionali e ben pianificate, suggerendo già in epoca paleolitica una notevole padronanza delle tecnologie di navigazione e adattamento.
Scoperte archeologiche: tecnologia, risorse e reti
Gli scavi condotti a Ilin Island, San Jose e Sta. Teresa, Magsaysay hanno restituito resti umani, ossa animali, conchiglie e strumenti in pietra, osso e conchiglia. Questi reperti dimostrano che, oltre 30.000 anni fa, gli abitanti di Mindoro erano già abili navigatori e pescatori, capaci di catturare specie pelagiche come tonni e squali, e di mantenere contatti con altre popolazioni attraverso la vasta regione marittima della Wallacea.
Rivelata la genetica del “long Covid”
Pubblicato su Nature Genetics lo studio internazionale che ha per la prima volta identificato nuove varianti genetiche associate al rischio di sviluppare la sindrome, nota per provocare stanchezza cronica, difficoltà cognitive e respiratorie, dolore muscolare. L’Italia ha contribuito con studiosi e studiose dell’Università degli Studi di Milano, dell’Università di Siena, e dell’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr, grazie alla partecipazione degli studi Fondazione COVID-19 Genomic e GEN-COVID.
Un ampio studio genetico internazionale, pubblicato sulla rivista Nature Genetics, ha identificato nuove varianti genetiche associate al rischio di sviluppare il “long Covid”, una condizione debilitante che colpisce milioni di persone nel mondo anche mesi dopo la guarigione dall’infezione acuta da SARS-CoV-2, caratterizzata da sintomi come stanchezza cronica, difficoltà cognitive e respiratorie e dolore muscolare.
Accelerazione dei rischi climatici per le aree protette europee
Uno studio internazionale, guidato dalla Sapienza e pubblicato sulla rivista “Global Change Biology”, rivela l’estensione e l’intensità del cambiamento climatico in aree protette dove vivono specie a rischio come la lince iberica e la rana dei Pirenei
Tutti gli ecosistemi sono colpiti dal cambiamento climatico, ma alcune aree subiranno cambiamenti più rapidi rispetto ad altre: conoscere questi pattern è cruciale per valutare la resilienza delle attuali aree protette e per pianificarne l’espansione futura.
Uno studio internazionale, condotto dal Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza all’interno del progetto Horizon Europe “NaturaConnect”, ha identificato le aree protette europee più vulnerabili al cambiamento climatico e i cosiddetti “rifugi climatici”, dove il cambiamento sarà più lento. Pubblicata sulla rivista “Global Change Biology”, la ricerca ha importanti implicazioni per le politiche di conservazione della biodiversità in Europa.
Un nuovo orizzonte per la depurazione dell’acqua: nanotubi di carbonio sonorizzati e catalisi selettiva
“Schema del nuovo processo di depurazione selettiva dell’acqua basato su catalizzatori di nanotubi di carbonio sonorizzati, che consente la rimozione rapida e mirata dei contaminanti tramite vie non radicaliche.”
La crescente scarsità di acqua dolce e la contaminazione delle risorse idriche rappresentano una delle sfide più urgenti per la salute pubblica e la sostenibilità ambientale. In questo scenario, la ricerca guidata dal Prof. Hao Li presso la Tohoku University segna un significativo passo avanti, proponendo una soluzione innovativa e scalabile per la purificazione dell’acqua: l’impiego di catalizzatori a base di nanotubi di carbonio (CNTs) attivati tramite sonificazione, capaci di abbattere in modo selettivo e rapido una vasta gamma di contaminanti industriali e municipali.
Dalla non selettività all’efficacia mirata
Le tecniche di Advanced Oxidation Processes (AOPs) sono da anni al centro delle strategie di depurazione, grazie alla loro capacità di degradare contaminanti persistenti tramite specie reattive dell’ossigeno. Tuttavia, come sottolinea anche una recente review comparativa, la maggior parte degli AOPs tradizionali si basa su processi non selettivi che finiscono per degradare indiscriminatamente sia i contaminanti che i costituenti innocui dell’acqua stessa, con rischi di formazione di sottoprodotti indesiderati e spreco di risorse.
In salvo la memoria del Grand Combin grazie alla sinergia tra Ice Memory e Sea Beyond
Un team di ricerca coordinato da Cnr e Università Ca’ Foscari ha lavorato intensamente per 15 giorni a 4.100 metri di quota sul ghiacciaio Corbassière, sul massiccio del Grand Combin, al confine tra Italia e Svizzera. Estratte due carote di ghiaccio profonde fino alla base del ghiacciaio. Una di queste sarà destinata all'archivio Ice Memory in Antartide perché sia conservata per le future generazioni di scienziati. È stata la prima missione realizzata nell’ambito di “Follow the Ice – La memoria dei ghiacci”, iniziativa della Fondazione Università Ca’ Foscari supportata da SEA BEYOND, progetto del Gruppo Prada condotto in partnership con la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (UNESCO-COI) dal 2019.
Ricostruire in laboratorio gli ambienti tumorali per cure su misura e più efficaci
Il bioreattore sviluppato da Sapienza permette di ricreare in laboratorio tumori con vascolatura funzionale e le interazioni con il sistema immunitario. Pubblicata sulla rivista “Biomaterials”, la ricerca integra differenti discipline scientifiche, aprendo la strada a terapie personalizzate
I modelli più tradizionali per la comprensione delle dinamiche tumorali, come le colture bidimensionali su piastra, spesso non riescono a rappresentare in modo accurato l’insorgere della malattia e la complessità del microambiente umano. Il rischio è che le terapie sviluppate da questi modelli, una volta applicate all’uomo, riproducano risultati inattesi e siano meno efficaci.
Uno studio internazionale, pubblicato sulla rivista “Biomaterials” e condotto dal Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche della Sapienza, ha sviluppato un nuovo strumento in grado di ricreare in laboratorio tumori vascolarizzati complessi, fondamentali per comprendere l’insorgenza e la progressione di tumori correlati al sistema vascolare, ai parametri biomeccanici e alle risposte del sistema immunitario.
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