Mercoledì 11 febbraio, presso la Sala Mercede di Palazzo Marini a Roma è stato presentato l’ultimo lavoro del giornalista scientifico Giovanni Caprara: “Una freccia verso il Sole: Dalla fantasia alla realtà. Un’idea di Giuseppe Colombo” . Un’opera legata alla seconda edizione del premio Bepi Colombo (http://www.bepicolomboprize.org), premio destinato ai giovani ricercatori e che favorisce il trasferimento tecnologico verso la piccola e media impresa. Il confronto, a cui hanno preso parte l’autore, il professor Piero Benvenuti e il senatore Guido Possa, presidente della VII commissione del Senato (Istruzione e Ricerca), se da una parte ha avuto il merito di approfondire una figura geniale del secolo appena trascorso e a cui la ricerca spaziale deve moltissimo, tanto da meritare che l’Europa gli dedichi nei prossimi anni una missione “solare” e a cui sono riconoscenti in primo luogo gli statunitensi, ha anche avuto il merito di affrontare, in modo non ideologicamente precostituito il tema dell’investimento in ricerca di base o in quella applicata, fornendo, certo non quale assoluta verità, un’idea o perlomeno una visione di una ricerca le due componenti non solo non sono in competizione tra loro, ma men che meno sono scisse tra loro. Avendo coordinato quel dibattito è chiaro che posso dare un’interpretazione di base di quel che è stato detto, ma potrei dire al contrario che chi meglio di me può dare un’esatta visione di quello che è stato detto.