Obiettivi e metodologia dello studio
L’obiettivo principale dello studio era determinare se i denti di Homo antecessor e degli ominidi della Sima de los Huesos presentassero smalto spesso (condizione “primitiva”, tipica dei moderni Homo sapiens) o smalto sottile (condizione “derivata”, tipica dei Uomo di Neanderthal). Sono state inoltre testate due ipotesi: se lo smalto sottile si associ a una morfologia dentinale più complessa e se uno smalto spesso si correli a corone dentali più piccole.
Il campione comprendeva 174 premolari, inclusi denti umani attuali da Europa, Africa e Asia. I reperti sono stati analizzati tramite microCT, ottenendo immagini ad alta risoluzione (18 micron) per la segmentazione dei tessuti dentali e la ricostruzione 3D.
Risultati chiave e variabilità osservata
I risultati mostrano una notevole variabilità interna nei fossili di Atapuerca:
- Nei soggetti SH, i premolari superiori hanno smalto sottile (come l' Uomo di Neanderthal), mentre gli inferiori smalto spesso, simile agli umani moderni.
- In Homo antecessor, i premolari superiori variano tra individui, ma gli inferiori tendono verso lo smalto sottile.
Questa variabilità indica che non si possono trarre conclusioni definitive sullo stato “primitivo” o “derivato” dello smalto a partire da un solo dente, come sottolinea Martín-Francés:
“La grande variabilità che abbiamo osservato nei denti di Atapuerca è un avviso importante: non si possono trarre conclusioni definitive sullo spessore dello smalto da un solo dente.”
Il lavoro conferma inoltre che uno smalto più spesso si associa a corone dentali più piccole, una tendenza chiara nei moderni Homo sapiens, mentre non si trova evidenza che lo smalto sottile sia legato a una morfologia dentale più complessa nell' Uomo di Neanderthal.
Implicazioni evolutive e prospettive future
La presenza di un pattern misto nello spessore dello smalto in due popolazioni fossili di Atapuerca – unico caso noto oltre a Homo sapiens e Uomo di Neanderthal– suggerisce una storia evolutiva intricata, fatta di convergenze e divergenze. Studi futuri su altre classi dentali, come gli incisivi centrali che mostrano anch’essi morfologie complesse, potranno chiarire ulteriormente le cause e le conseguenze adattative di questa variabilità.
“È importante continuare a indagare questa relazione anche in altri tipi di denti, come gli incisivi centrali, che nei livelli TD6 e SH mostrano una morfologia complessa simile a quella neandertaliana,” conclude Martín-Francés.
Le nuove evidenze dentali di Atapuerca rafforzano quindi l’ipotesi di legami evolutivi complessi tra Homo antecessor, SH, Uomo di Neanderthal e Homo sapiens. La grande variabilità osservata invita alla cautela nell’interpretazione dei dati e sottolinea l’importanza di analisi comparative su ampi campioni e diverse classi dentali. La ricerca prosegue verso una comprensione sempre più dettagliata della nostra storia evolutiva nel Pleistocene medio.
Studi scientifici recenti correlati:
"Thin Tooth Enamel Found in H. antecessor Individual"
Martín-Francés L., et al. (2023)
Studio che documenta la presenza di smalto sottile in Homo antecessor, finora ritenuta esclusiva dei Neandertali, sottolineando la variabilità intrapopolazionale.
Archaeology.org/news, 2023.
"3D enamel thickness in Neandertal and modern human canines"
Zanolli C., et al. (2017)
Analisi della variabilità nello spessore dello smalto tra Neandertali e Homo sapiens, con risultati che mostrano valori significativamente più bassi nei Neandertali.
PubMed, 2017.
"Enamel thickness per masticatory phases (ETMP): A new approach to assess the relationship between macrowear and enamel thickness in the human lower first molar"
Oxilia G., Zaniboni M., et al. (2023)
Nuova metodologia per valutare la relazione tra usura dentale e spessore dello smalto, utile per ricostruire adattamenti dietetici ed evolutivi.
ScienceDirect, 2023.