“Dopo il successo della prima edizione itinerante, il 9 ottobre si svolgerà la nuova versione interamente digitale del progetto, dedicata a questo tumore della pelle, con gli interventi di oncologi, dermatologi, nutrizionisti, psico-oncologi e associazioni di pazienti – spiega la Prof.ssa Queirolo, che è responsabile scientifico di ‘Mela Talk’ -. L’obiettivo è creare un dialogo costruttivo tra specialisti, malati e caregiver e far così emergere le criticità. ‘Mela Talk’ nasce dalla convinzione che conoscere la malattia, imparare a comprendere ed accettare stati d’animo ed emozioni e, soprattutto, capire l’importanza degli stili di vita sani, dall’alimentazione corretta all’attività fisica costante, sono strumenti fondamentali per affrontare in modo proattivo un percorso che, anche grazie ai progressi scientifici, può essere di lunga durata. Per favorire l’interazione tra tutti i partecipanti verranno utilizzate varie modalità espressive. Si alterneranno videoclip e presentazioni tradizionali”.
Nel 2019, in Italia, sono stati stimate 12.300 nuove diagnosi di melanoma. “La neoplasia interessa persone sempre più giovani: il 20% dei casi è riscontrato in pazienti fra i 15 e i 39 anni – sottolinea la Prof.ssa Queirolo -. E proprio in questa fascia di età si concentra la più alta percentuale di fruitori di lampade solari, nonostante nel nostro Paese siano vietate agli under 18. Non solo. Uno studio dell’Agenzia internazionale della ricerca sul cancro (IARC) ha evidenziato come l’utilizzo di questi dispositivi nei giovani al di sotto dei 30 anni aumenti del 75% il rischio di sviluppare il melanoma. L’Italia, dal 2011, ne ha vietato l’uso ai minorenni, ma ancora troppi adolescenti continuano a ricorrere all’abbronzatura artificiale per mancanza di controlli. Per raggiungere una reale diminuzione dei casi di melanoma, servono misure radicali, come il divieto totale, già in vigore da tempo in Paesi come Australia e Brasile. Siamo di fronte a diagnosi evitabili modificando il comportamento delle persone”.
“Mela Talk” gode del patrocinio delle principali associazioni di pazienti: A.I.Ma.Me. (Associazione Italiana Malati di Melanoma), APaIM (Associazione Pazienti Italia Melanoma), Associazione Melanoma Italia Onlus e Emme Rouge Onlus.
“‘Mela Talk’ vuole far emergere il punto di vista dei pazienti sulla malattia e sul percorso terapeutico – spiega Monica Forchetta, presidente APaIM -. L’obiettivo è offrire un reale supporto a chi deve affrontare numerose sfide quotidiane, per tornare a una vita come prima. I pazienti chiedono informazioni su aspetti talvolta sottovalutati dai clinici, come la dieta da seguire e i benefici dell’attività fisica. ‘Mela Talk’ vuole dare rilievo anche all’impatto psicologico legato al cancro. La diagnosi infatti rappresenta un momento di rottura fra il prima e il dopo, in cui è coinvolta tutta la famiglia. Il supporto dello psico-oncologo può essere fondamentale”.
“‘Mela Talk’ è lo strumento per stabilire una nuova alleanza fra pazienti e clinici – afferma Giovanna Niero, presidente A.I.Ma.Me. -. L’oncologia di precisione consente di vivere a lungo termine, anche quando la malattia è in fase avanzata. I pazienti chiedono di essere reinseriti nel mondo del lavoro, di gestire i piccoli disturbi e di tornare a una vita affettiva. Al miglioramento della sopravvivenza deve infatti corrispondere l’attenzione alle condizioni psico-sociali. Senza dimenticare la prevenzione, la prima arma per sconfiggere il melanoma. Il cambiamento nella forma, dimensione o colore di un neo rappresenta un segnale d’allarme da non sottovalutare”.
“Anche in questi ultimi giorni d’estate vanno seguite le regole di una corretta esposizione al sole – continua la Prof.ssa Queirolo -. è dimostrato che ripetuti eccessi di esposizione da giovani triplicano il rischio di sviluppare il melanoma da adulti. I bambini rappresentano l’anello debole della catena e nei loro confronti va riservata particolare attenzione. Il sole è un grande amico, ma possiede anche un lato ‘oscuro’, in grado di provocare danni molto gravi. Le creme non possono fare miracoli e devono essere scelte in base al proprio fototipo. Non esistono solari in grado di garantire una protezione totale, inoltre va considerato che esiste un tempo di esposizione massimo oltre il quale bisogna stare all’ombra. E il sole va sempre evitato nelle ore centrali della giornata, fra le 12 e le 16”.
“Se individuato in fase precoce, il melanoma può essere affrontato con la sola asportazione del neo – conclude la Prof.ssa Queirolo -. Nello stadio metastatico, si sta affermando con forza l’idea che il trattamento della neoplasia richieda la combinazione di molecole immunoterapiche che possano attaccare la malattia da diversi fronti. Oltre il 50% dei pazienti trattati con la combinazione di immunoterapie è vivo a 5 anni, un risultato molto importante.
Inoltre, oggi, abbiamo la possibilità di anticipare il trattamento con l’immunoterapia nei pazienti in stadio III e IV resecato, cioè in una fase in cui la malattia è stata completamente asportata. Trattare i pazienti in questo stadio aumenta la possibilità di evitare una recidiva della malattia e, quindi, potenzialmente di guarire la persona. E la durata del trattamento adiuvante, cioè successivo alla chirurgia, è solo di un anno. La prospettiva di una ‘fine’ della terapia, di solito non possibile nella malattia metastatica, rappresenta un notevole vantaggio psicologico per pazienti spesso giovani”.