Vajont: sul pendio che fu dilavato dall'ondata, scoperta un'orchidea, specie nuova per la scienza
Il conservatore onorario del Museo Civico di Rovereto, Giorgio Perazza, al centro dell'importante rinvenimento nell'ambito del lavoro di costante osservazione e mappatura del territorio finalizzato allo "Atlante corologico delle orchidee dell'Italia nord-orientale" di prossima pubblicazione da parte del Museo.
Oggi in campo botanico gran parte delle nuove specie e sottospecie si individuano attraverso differenze minime, non visibili a occhio nudo, e accertabili solo attraverso l'indagine genetica;
LA SCOPERTA DI UN FIORE NUOVO PER LA SCIENZA, CHE DIFFERISCE DALLE SPECIE GIÀ DESCRITTE SIA DAL PUNTO DI VISTA MORFOLOGICO CHE PER L'HABITAT PARTICOLARE, È FATTO DI PER SÉ RARISSIMO.
Se poi il _locus classicus_ è il BOSCO DI NUOVA FORMAZIONE A ERTO (Friuli Venezia Giulia), A MONTE DEL LAGHETTO RESIDUO DEL VAJONT,
SUL PENDIO DILAVATO IL 9 OTTOBRE 1963 DALL'IMMANE ONDATA provocata dall'enorme frana staccatasi
dal monte Toc e finita nella diga, la scoperta scientifica si mescola con la storia e diventa rappresentativa della capacità della Natura di rigenerarsi.
È questo il caso della NUOVA ORCHIDEA _LIPARIS LOESELII _SUBSP. _NEMORALIS_, descritta da Perazza, Decarli, Filippin, Bruna e Regattin
sull'importante rivista internazionale Journal Europäischer Orchideen, nel numero 44 (3) del 2012.