Degenerazione muscolare, la ricostruzione con stampa 3D, in casi di massiccia perdita di tessuto (90%), permette di ripristinare volume, struttura e funzionalità del muscolo in sole tre settimane
I ricercatori del Dipartimento di Biologia di “Tor Vergata” hanno lavorato alla creazione di sostituti muscolari artificiali per la ricostruzione di un muscolo, grazie all’applicazione di una nuova tecnologia di stampa 3D. Lo studio internazionale “Biofabricating murine and human myo-substitutes for rapid volumetric muscle loss restoration” è stato pubblicato dalla rivista internazionale EMBO Molecular Medicine. Con questa innovativa tecnologia sviluppata ad hoc è stato possibile forzare cellule staminali per formare fibre muscolari ordinate e parallele, replicare l’organizzazione tissutale del muscolo, ottenendo così un sostituto biologico pronto per essere impiantato, e rimpiazzare un muscolo mancante o danneggiato.
Un notevole passo avanti nel campo dell’ingegneria tissutale secondo i ricercatori. Il loro studio potrebbe avere una ricaduta nel trattamento di un'ampia gamma di sindromi e patologie che provocano degenerazione muscolare. Il Dipartimento di Biologia dell’Università Roma “Tor Vergata” ha collaborato a una ricerca internazionale che si sta occupando di come ricostruire attraverso la stampa 3D una vasta area di tessuto muscolare e come ripristinarne la funzionalità. Lo studio “Biofabricating murine and human myosubstitutes for rapid volumetric muscle loss restoration” è stato appena pubblicato dalla rivista internazionale EMBO Molecular Medicine.
Così il cancro sfrutta il caos cellulare per resistere alle terapie
Scoperta una delle cause della chemioresistenza da ricercatori IEO e Università Statale di Milano. Il lavoro, sostenuto anche da Fondazione AIRC, è pubblicato da Developmental Cell.
Un gruppo internazionale di ricercatori, coordinato da Stefano Santaguida dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Statale di Milano, ha scoperto una causa finora sconosciuta della chemioresistenza, il meccanismo con cui la cellula tumorale riesce a costruire una barriera che blocca l’azione dei farmaci anticancro, rendendoli inefficaci.
All’origine del temuto fenomeno, rivela lo studio, ci può essere una nota anomalia cromosomica chiamata “aneuploidia”, ovvero una variazione nel numero di cromosomi, presente nella maggior parte dei tumori. I risultati della ricerca, sostenuta anche da Fondazione AIRC, sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Developmental Cell. “Il nostro lavoro dà un contributo fondamentale alla comprensione delle cause della chemioresistenza, un rischio che incombe anche sui farmaci anticancro più efficaci”, spiega Stefano Santaguida, Group Leader del Laboratorio di Integrità Genomica dello IEO e Professore di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Milano. “Abbiamo dimostrato che la cellula tumorale è capace di sfruttare la sua instabilità genetica per sopravvivere anche in condizioni di stress, quale l’attacco mortale di un farmaco chemioterapico.