
Archeologia (47)
Il Museo Archeologico di Napoli, ricchissimo di preziose testimonianze artistiche dell’antichità, ospita, fino al 30 Marzo 2009, una splendida selezione di opere provenienti dagli scavi di Ercolano.
La mostra Ercolano. Tre secoli di scoperte, presenta al pubblico oltre 150 opere, ed è articolata in sezioni. In particolare l’atrio del Museo, dove sono state collocate le statue più imponenti e spettacolari, rivive i suoi antichi splendori.
Ercolano, insieme a Pompei e alle ville di Oplontis, è stata dichiarata dall’Unesco nel 1997 “Patrimonio dell’Umanità” perché offre una testimonianza della vita e della società romana unica nel suo genere grazie alla conservazione dovuta alle altissime temperature sviluppatesi durante l’eruzione del Vesuvio. La terribile eruzione del 79 d.C., ha infatti permesso che a noi giungesse la città nella sua interezza, nei suoi ultimi istanti di vita, come se il tempo non fosse mai trascorso.
Oh povera archeologia, anche tu sei incorsa in quest’epoca di pochismo, di false apparenze e di show-off televisivo.
Quando ti va bene programmi “pseudo-culturali” ti sfruttano per creare mistero, ti usano per collegare popoli lontani nel tempo e nello spazio; vieni persino adoperata per pubblicizzare un prodotto che nulla ha a che fare con te; fictions estive prive di trama cercano di darsi un tono intellettuale e di dare un senso alla propria storia attraverso di te. I grandi kolossal cinematografici si prendono gioco dei poemi epici trasformando momenti pieni di pathos in semplici battaglie di bighe e improbabili combattimenti di gladiatori in falsi Colossei.
Cucuteni – Trypillya La scoperta di una grande civiltà dell’antica Europa
22 Ott 2008 Scritto da Cinzia FolcarelliSviluppatasi tra il 5.000 e il 3.000 a. C. in quelle terre dove oggi si trovano Romania, Ucraina e Repubblica di Moldava, la grande civiltà di Cucuteni – Trypillya prende il nome dai due villaggi di Cucuteni, in Romania, e Trypillya, in Ucraina, dove, alla fine del XIX secolo, sono stati rinvenute le prime suppellettili ad essa riconducibili.
Un patrimonio che conserva i tesori dell’antica Mesopotamia viene restituito all’uomo, sia pure in forma virtuale: il Museo Nazionale dell’Iraq (attualmente in fase di restauro dopo i saccheggi del 2003) è ora accessibile come portale web (http://www.virtualmuseumiraq.cnr.it/) grazie al progetto realizzato dal Cnr e dal Ministero per gli Affari Esteri.
La struttura multimediale, assolutamente interattiva, ha richiesto due anni di lavoro e l’opera di oltre cento specialisti (archeologi, islamisti, informatici, tecnici del suono per curare la colonna sonora ispirata alle musiche popolari irachene) per offrire un risultato ottimizzato in 3D. Per ogni reperto sono disponibili tre opzioni: la scheda informativa-didattica, l’esplorazione tridimensionale, la contestualizzazione storico geografica attraverso un filmato.
Archeologo italiano scava nel deserto del Turkmenistan cittadella del IV° millennio a.c. e documenta misterioso delitto di 4000 anni fa
22 Mag 2008 Scritto da Guido ScialpiUna cittadella fortificata con mura ciclopiche, costruita in almeno tre fasi successive fra il 4° millennio a.C. e la fine dell’età del bronzo (1500 a.C. circa), è stata scavata dall’archeologo italiano Gabriele Rossi Osmida in un’oasi nel deserto del Karakum, nell’odierno Turkmenistan. La
campagna di scavo appena conclusa ha rivelato un grande incendio che devastò quella cittadella nella seconda fase della sua fioritura, e che Rossi Osmida non esclude possa attribuirsi ad un evento bellico: è di quel periodo (la fine del 3° millennio a.C.) l’espansione aggressiva in quella regione dell’impero akkadico, una potenza semita che dalla Mesopotamia puntava ai preziosi giacimenti di lapislazzuli della Battriana (l’odierno Afghanistan).