AKTION T4 - Lo sterminio nazista delle persone con disabilità

AKTION T4 Lo sterminio nazista delle persone con disabilità 05 Lug 2012

 

L'olocausto rappresenta molto probabilmente una tra le pagine più tristi dell'esistenza umana. Un capitolo della storia che in molti hanno voluto celare e addirittura negare. Un'operazione, quest'ultima, resa impossibile dall'enorme quantità di documenti di tutti i generi che raccontano quegli omicidi di massa.

Dal 17 febbraio a Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia, è stata allestita una interessante mostra espositiva organizzata dal Centro Storico Dino Gasperini e patrocinata dall'Assessorato alle politiche Culturali che fa luce su un particolare aspetto dell'olocausto che, spesso e troppo facilmente, è scivolato nell'oblio.

 

 

Tale aspetto prende il nome di "Aktion T4". Con questa espressione durante il Terzo Reich si identificava il progetto di eliminazione di tutti coloro che erano disabili fisicamente e mentalmente e che quindi nell'ottica nazista costituivano una minaccia per la purezza e la perfezione della razza ariana.

L'esposizione segue due linee guida. Da una parte attraverso i documenti testimonia gli avvenimenti accaduti all'interno degli istituti ospedalieri tra tra il 1934 ed il 1945.

Dall'altra espone le fotografie realizzate da Ray d'Addario durante il Processo dei Medici, svoltosi a Norimberga tra il 1946 e 1947.

A colpire maggiormente il visitatore sono i documenti che testimoniano la lucidità e l'alto livello burocratico con il quale il programma T4 venne realizzato da Hitler e dai suoi fedelissimi.

Un progetto che aveva visto i suoi tragici albori con l'emanazione delle leggi "per la protezione della salute genetica del popolo tedesco", di cui è esposta una copia.

A queste erano seguiti l'invio a Berlino, presso una commissione incaricata di considerare i casi, dei rapporti su tutti i malati ritenuti non curabili.  Successivamente, gli strumenti e le apparecchiature per realizzare il progetto vennero istallati presso sei appositi ospedali.

Tra i documenti presenti vi è l'atto con il quale Hitler conferiva ai dottori Boulher e Brandt la responsabilità e l'onere di accertarsi della incurabilità dei pazienti e, solo dopo tale accertamento, poteva essere impartito l'ordine di assicurare ad essi una "morte pietosa". Morte che avveniva o attraverso la somministrazione di Luminal o di Morfina-Scopolamina o per inalazione di monossido di carbonio. Una sorte che, secondo le stime ufficiali, toccò a 70 273 individui disabili.

Ma inizialmente il Progetto T4 era nato come un'azione segreta. A testimoniarlo sono le numerose lettere scritte dai parenti dei pazienti ricoverati ed indirizzate ai medici responsabili delle cure. In queste lettere è possibile leggere come i pazienti ritenuti "idonei" al progetto fossero allontanati in segreto facendone perdere totalmente le tracce e solo successivamente, dopo la morte, veniva comunicato alle famiglie la sopravvenienza della morte stessa in seguito a generiche "complicazioni".

Altri documenti testimoniano fitte reti di corrispondenza tra medici e professori universitari intenti in un vero e proprio scambio di pazienti da poter utilizzare in esperimenti medici, per testare farmaci dagli effetti sconosciuti o tecniche chirurgiche mai provate.

Un progetto che vide la propria fine a causa delle defezioni interne. Medici, psichiatri e personale ospedaliero di fronte a tale progetto, che non mancò di istituire apposite sezione per il "trattamento" dei bambini, non potevano più tacere continuando a perpetrare tali omicidi.

Molti medici si sollevarono dai propri incarichi per causare dei problemi organizzativi al progetto, allo stesso modo numerosi infermieri, divenendo cosci di quanto si stava perpetrando, trovarono il coraggio di avvertire le famiglie dei "pazienti".

Divenuto ormai noto ed apertamente criticato dalla pubblica opinione, il progetto T4 venne finalmente accantonato. Solo negli anni '70, durante un approfondito procedimento di riforma del sistema degli ospedali psichiatrici tedeschi, si è giunti a conoscenza della portata, della spietata crudeltà e della fredda organizzazione burocratica di questo progetto di morte.

I giorni della memoria servono per non dimenticare anche queste pagine meno conosciute della storia dell'umanita.

 

Fabrizio Giangrande

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Ultima modifica il Mercoledì, 04 Luglio 2012 11:04
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