
Ambiente (636)
Il buco dell’ozono influenza il ghiaccio dell’Antartide
03 Nov 2021 Scritto da Università Ca’ Foscari
Non solo salute umana ed ecosistemi terrestri e marini. Il buco dell’ozono influisce anche sui processi chimici ambientali del Polo Sud. A dimostrarlo un team di ricerca internazionale coordinato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e dell’Università Ca’ Foscari Venezia che ha studiato per la prima volta le conseguenze della riduzione dell’ozono sullo iodio intrappolato nel ghiaccio antartico.
I risultati dello studio, al quale hanno preso parte anche ricercatori del Paul Scherrer Institut (PSI, Svizzera), Istitute for Interdisciplinary Science (Icb-Conicet, Argentina), Institute of Physical Chemistry Rocasolano (Csic, Spagna), Korea Polar Research Institut (Corea del Sud), National Center for Atmospheric Research (Stati Uniti) e Università di Roma 3, sono pubblicati sulla rivista Nature Communications.
In Antartide, dove il ghiaccio racchiude preziose informazioni sul passato dell’atmosfera del nostro pianeta, i ricercatori hanno estratto una carota di ghiaccio di circa 12 metri di lunghezza nei pressi della stazione di ricerca internazionale Concordia con l’obiettivo di analizzare chimicamente l’evoluzione temporale dello iodio in un periodo di circa 200 anni (dal 1800 al 2012).
Il buco dell'ozono influenza il ghiaccio dell'Antartide
28 Ott 2021 Scritto da Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp), Università Ca’ Foscari Venezia, Paul Scherrer Institut (PSI, Svizzera),
Un team internazionale guidato da scienziati dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha dimostrato che la riduzione dello strato di ozono ha avuto un effetto diretto sul ciclo dello iodio intrappolato nel ghiaccio antartico. Il lavoro, pubblicato su Nature Communications, ha riguardato un periodo di circa 200 anni e rappresenta una chiave di volta per capire l’impatto del fenomeno sui processi chimici ambientali e sulle proiezioni climatiche future.
Non solo salute umana ed ecosistemi terrestri e marini. Il buco dell’ozono influisce anche sui processi chimici ambientali del Polo Sud. A dimostrarlo un team di ricerca internazionale coordinato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e dell’Università Ca’ Foscari Venezia che ha studiato per la prima volta le conseguenze della riduzione dell’ozono sullo iodio intrappolato nel ghiaccio antartico. I risultati dello studio, al quale hanno preso parte anche ricercatori del Paul Scherrer Institut (PSI, Svizzera), Institute for Interdisciplinary Science (Icb-Conicet, Argentina), Institute of Physical Chemistry Rocasolano (Csic, Spagna), Korea Polar Research Institute (Corea del Sud), National Center for Atmospheric Research (Stati Uniti) e Università di Roma 3, sono pubblicati sulla rivista Nature Communications.
Uno studio guidato dall’Università degli Studi di Milano rivela la diffusione in Lombardia di una specie di zanzara in grado di resistere ai climi più freddi, originaria della Corea e di altre aree dell’estremo oriente. I risultati sono stati pubblicati su "Parasites & Vectors" .
Aedes koreicus, la zanzara coreana resistente al freddo, è sempre più diffusa in Lombardia: lo rivela una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano e recentemente pubblicata su "Parasites & Vectors" L’introduzione involontaria da parte dell’uomo di specie aliene di animali e di piante, al di fuori del loro territorio d’origine, è un fenomeno in costante aumento, basti pensare alla ben nota zanzara tigre (Aedes albopictus), originaria dell’Asia e ora diffusa in tutta Europa. La capacità di dispersione di specie aliene di zanzare è favorita da diversi fattori, quali le condizioni climatiche, il continuo movimento di persone e di merci, la disponibilità di ambienti adatti allo sviluppo delle larve e di ospiti sui quali questi insetti possano compiere il pasto di sangue. Recenti studi hanno messo in evidenza come un’altra specie di zanzara, la zanzara coreana Aedes koreicus, sia stia diffondendo in maniera particolarmente rapida sul nostro territorio, in particolare nell’area pedemontana e di pianura del nord Italia.
Come gli esseri umani, anche i pinguini riconoscono i loro simili attraverso i sensi
14 Ott 2021 Scritto da Università degli Studi di Torino
Uno studio dei ricercatori UniTo ha svelato l’interazione multisensoriale dei pinguini africani, aprendo nuove strade per la conservazione di questa specie a rischio estinzione
Oggi, mercoledì 13 ottobre, sulla rivista scientifica Proceeding of the Royal Society B, è stato pubblicato uno studio dei ricercatori dell’Università di Torino, dal titolo "Cross-modal individual recognition in the African penguin and the effect of partnership", che mostra come i pinguini africani riconoscano i loro compagni di colonia attraverso i sensi. Gli autori della ricerca, Dott. Luigi Baciadonna, Dott. Cwyn Solvi, Sara La Cava, Dott.ssa Cristina Pilenga, Prof. Marco Gamba e Dott. Livio Favaro, hanno scoperto che la capacità di riconoscere i propri simili utilizzando diversi sensi, caratteristica tipica dell’essere umano, è presente anche in questa specie di volatili a rischio estinzione.
Il cervello umano è in grado di memorizzare le informazioni in modo tale che possano essere recuperate da diversi sensi. Questa integrazione multisensoriale ci permette di formare immagini mentali del mondo ed è alla base della nostra consapevolezza cosciente e della nostra comunicazione sociale, fondamentale per l’interazione con i nostri simili. Le stesse modalità di interazione sono state osservate nei comportamenti dei pinguini africani.
La più antica uva della Valpolicella ha 6.300 anni
13 Ott 2021 Scritto da Università degli studi di Milano
La scoperta di pollini di vite negli strati archeologici più antichi conferma che alle Colombare di Villa, Negrar di Valpolicella (VR), si consumava l’uva già 6.300 anni fa. I risultati sono frutto della ricerca di un team internazionale coordinato dall’Università degli Studi di Milano.
L'uva più antica della Valpolicella ha 6.300 anni e proviene dal sito preistorico delle Colombare di Villa, Negrar di Valpolicella (VR), abitato tra il Neolitico e l’età del bronzo. Questi i risultati più significativi tra quelli emersi dalle campagne di scavo condotte dal Dipartimento di beni culturali e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, in accordo e collaborazione con la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, svoltesi sotto la direzione scientifica di Umberto Tecchiati, professore di Preistoria ed Ecologia preistorica all'ateneo milanese. La ricerca, iniziata nel 2019 e giunta ormai al suo terzo anno, si svolge con il supporto del Comune di Negrar di Valpolicella ed è stata possibile grazie alla campagna di campionamenti organizzata e finanziata, nell’autunno del 2020, dalla Soprintendenza di Verona nel sito di Colombare di Villa.
Nuovo studio di Greenpeace: «La mobilità di Roma è insostenibile, il nuovo sindaco colmi il divario con le periferie»
11 Ott 2021 Scritto da Greenpeace
Mezzo milione di persone senza neanche un metro di piste ciclabili, oltre 2 milioni di cittadini senza servizi adeguati di mobilità condivisa e una popolazione di 1,7 milioni di cittadini non adeguatamente serviti da bus, tram, treni e metro. È il quadro desolante che emerge dal nuovo studio “L’insostenibile mobilità di Roma” pubblicato oggi da Greenpeace Italia, alla vigilia del ballottaggio che vedrà sfidarsi i candidati Gualtieri e Michetti. La ricerca batte a tappeto le 155 “zone urbanistiche” della Capitale evidenziando le criticità del sistema cittadino di mobilità e propone alla futura amministrazione dieci punti su cui è prioritario intervenire.
Lo studio di Greenpeace analizza 18 variabili riconducibili a quattro indicatori: trasporto pubblico locale, mobilità dolce, mobilità condivisa, infrastrutture e contesto. A ogni variabile è assegnato un punteggio, e i punteggi combinati consentono di tracciare delle vere e proprie mappe della mobilità romana. Il risultato principale che emerge è la forte disomogeneità tra le zone di Roma, dove chi vive nei quartieri più centrali gode di servizi di mobilità notevolmente più sostenibili rispetto a chi vive nei quartieri popolosi della periferia, abbandonati dal trasporto pubblico e senza alternative di mobilità condivisa. Lo studio rivela anche la presenza di chilometri di piste ciclabili pericolose e frammentate. Queste carenze infrastrutturali non fanno che favorire una mobilità prevalentemente privata.
Le emissioni di CO2 sono il campanello di allarme delle eruzioni esplosive dei vulcani
06 Ott 2021 Scritto da Redazione
L’Università di Pisa partner dello studio pubblicato su Science Advances
L’aumento della CO2 nelle emissioni può far prevedere un’eruzione violenta di un vulcano con un anticipo sino a tre mesi. E’ questo quanto emerge da una ricerca pubblicata su Science Advances alla quale ha partecipato l’Università di Pisa all’interno di un consorzio tutto italiano che comprende le università di Palermo, Firenze e Torino e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (sezioni di Napoli e Bologna).
In particolare, lo studio ha analizzato la composizione e i flussi dei gas vulcanici a Stromboli grazie ad un sistema di monitoraggio finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPC). I risultati hanno dimostrano come il gas vulcanico, in particolare l’aumento della CO2, giochi un ruolo chiave nelle dinamiche esplosive, e che i periodi preparatori delle esplosioni sono caratterizzati da emissioni anomale di CO2, rilasciate dal magma ancora immagazzinato in profondità.
Domenica 10 ottobre in Italia torna la festa della natura in città, sono già 60 le adesioni e l'evento centrale sarà a Roma
VOGLIAMO CITTÀ CON PIÙ NATURA
EVENTO CENTRALE ALL’ORTO BOTANICO DI ROMA
Le nostre città devono diventare nature-positive e amiche del clima: è con questo messaggio che il WWF lancia la quinta edizione di Urban Nature in vista della manifestazione che animerà i grandi e i piccoli centri in tutta Italia in occasione della Festa della Natura in città, prevista per quest’anno domenica 10 ottobre. Per avere città con più natura, più salubri e più sicure nell’epoca della pandemia da COVID e dei fenomeni estremi causati dal cambiamento climatico. Quest’anno la Festa della Natura in Città del WWF arriva alla vigilia di un momento importante a livello su scala globale, l’apertura (lunedì 11 ottobre) della Conferenza delle Parti sulla Biodiversità (a Kunming in Cina), convocata per arrestare e invertire la curva della perdita di natura.
Criticità dei fondali marini italiani: presentato l’Atlante
28 Set 2021 Scritto da Università di Roma La Sapienza
L’Atlante, al quale ha contribuito anche la Sapienza con il Dipartimento di Scienze della Terra, è stato presentato alla Camera dei deputati nell’ambito del progetto MaGIC (Marine Geohazards along the Italian Coasts).
Il 27 settembre 2021, presso la Camera dei deputati, è stato presentato il progetto MaGIC (Marine Geohazards along the Italian Coasts) nell'ambito del quale è stato illustrato l’Atlante dei lineamenti di pericolosità geologica dei fondali marini italiani realizzato da tre Istituti del Consiglio nazionale delle ricerche, che è anche coordinatore del progetto, sette università e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS). MaGIC è finanziato dal Dipartimento della protezione civile con 5.25M€. Responsabile scientifico del progetto è Francesco L. Chioci, docente del Dipartimento di Scienze della Terra, associato al Cnr.
Il mondo sottomarino, grazie alle nuove tecnologie, sta sempre più svelando i suoi segreti e quello che appare non è sempre tranquillizzante. I mari italiani, a causa della geologia attiva, sono infatti caratterizzati da fondali spesso in frana, solcati da profondi canyon dove si riversano valanghe di detriti, specie in occasione di terremoti o grandi piene fluviali, formando una sorta di fiumi di fango che scorrono sui fondali, erodendoli. Altra caratteristica del nostro Paese è la presenza di stretti (come quello di Messina) dove forti correnti accelerano facendo migrare grandi dune di sabbia o di ghiaia.