Le microplastiche possono anche trasportare contaminanti e agenti patogeni, con un potenziale dannoso per organismi come i Collemboli, e di conseguenza per altre specie della relativa rete alimentare. Studi di laboratorio su specie di Collemboli che abitano altre regioni del globo suggeriscono inoltre che l'esposizione a microplastiche possa provocare alterazioni nella loro crescita e riproduzione.
Considerata l'ampia presenza di Cryptopygus antarcticus nell'ambiente terrestre antartico, l'ingestione di microplastiche potrebbe contribuire alla loro diffusione lungo la catena alimentare nel polo sud, con potenziali rischi per l'intero ecosistema. Altri studi saranno necessari per meglio comprendere le possibili conseguenze ambientali dovute alla presenza di microplastiche, ormai penetrate profondamente nel terreno e nelle reti alimentari.
Lo studio è stato coordinato da Elisa Bergami e Ilaria Corsi dell'Università di Siena, con il prezioso contributo di Emilia Rota, sempre dell'Ateneo senese, Giovanni Birarda e Lisa Vaccari di ELETTRA Sincrotrone di Trieste e Tancredi Caruso dell'University College di Dublino.
La ricerca è stata effettuata nell'ambito di progetti finanziati dal programma nazionale di ricerca in Antartide (PNRA), con il supporto del programma antartico brasiliano (PROANTAR) e l'istituto antartico cileno (INACH). I ricercatori hanno beneficiato gratuitamente dell'accesso all'avanzata strumentazione del sincrotrone di Trieste grazie a uno dei bandi del consorzio centro-europeo di infrastrutture di ricerca, CERIC-ERIC.
ARTICOLO ORIGINALE: https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rsbl.2020.0093