Tutti questi fenomeni possono rrisultare particolarmente rilevanti, oltre che sul piano geologico ed ecologico per l'ambiente sottomarino, anche per quanto riguarda l'utilizzo dei fondali per i collegamenti delle telecomunicazioni. I movimenti geologici sottomarini possono infatti danneggiare o distruggere i cavi sottomarini dove oggi passa il 99% delle comunicazioni telefoniche e del traffico internet. Nel 2008 un'interruzione di poche ore del cavo FLAG al largo di Alessandria d'Egitto causò una perdita di decine di milioni di euro, togliendo la connessione internet a 75 milioni di persone nel Medio Oriente. Nel 2003 un terremoto in Algeria causò un gran numero di frane sottomarine lungo un centinaio di km di margine mediterraneo che interruppero 4 cavi sottomarini in circa 20 differenti punti. Cavi, condotte e altre infrastrutture (ad esempio quelle legate alle energie rinnovabili da onde, correnti e maree) sempre di più verranno installate sui fondali marini e per questo la conoscenza dei georischi è fondamentale per lo sviluppo delle economie legate al mare.
Criticità dei fondali marini italiani: presentato l’Atlante
L’Atlante, al quale ha contribuito anche la Sapienza con il Dipartimento di Scienze della Terra, è stato presentato alla Camera dei deputati nell’ambito del progetto MaGIC (Marine Geohazards along the Italian Coasts).
Il 27 settembre 2021, presso la Camera dei deputati, è stato presentato il progetto MaGIC (Marine Geohazards along the Italian Coasts) nell'ambito del quale è stato illustrato l’Atlante dei lineamenti di pericolosità geologica dei fondali marini italiani realizzato da tre Istituti del Consiglio nazionale delle ricerche, che è anche coordinatore del progetto, sette università e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS). MaGIC è finanziato dal Dipartimento della protezione civile con 5.25M€. Responsabile scientifico del progetto è Francesco L. Chioci, docente del Dipartimento di Scienze della Terra, associato al Cnr.
Il mondo sottomarino, grazie alle nuove tecnologie, sta sempre più svelando i suoi segreti e quello che appare non è sempre tranquillizzante. I mari italiani, a causa della geologia attiva, sono infatti caratterizzati da fondali spesso in frana, solcati da profondi canyon dove si riversano valanghe di detriti, specie in occasione di terremoti o grandi piene fluviali, formando una sorta di fiumi di fango che scorrono sui fondali, erodendoli. Altra caratteristica del nostro Paese è la presenza di stretti (come quello di Messina) dove forti correnti accelerano facendo migrare grandi dune di sabbia o di ghiaia.
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