A questi divieti si aggiungono norme sulla riduzione del consumo per tazze e bicchieri (questi ultimi una novità italiana in quanto non inseriti nella direttiva europea), inclusi i loro tappi e coperchi, e contenitori, con o senza coperchio, per alimenti che vengono consumati sul posto o da asporto, direttamente dal recipiente e senza bisogno di ulteriore preparazione (esempi sono le box per insalate pronte e cibi da fast food). Sono presenti obiettivi più ambiziosi per le bottiglie sia per la raccolta differenziata sia per l’utilizzo di quantità crescenti di materiale riciclato per la loro produzione (25% di PET riciclato entro il 2025 e almeno il 30% dal 2030) nonché meccanismi di responsabilità estesa del produttore anche per altri oggetti quali filtri di sigarette, salviette umidificate, articoli per l’igiene femminile e attrezzi da pesca.
Il Decreto inoltre prevede nuovi requisiti di etichettatura per informare i consumatori sulle plastiche contenute nei prodotti, le corrette/scorrette pratiche di smaltimento e i danni che possono arrecare se gettati nell’ ambiente, e stabilisce sanzioni per chi non rispetta le regole dettate dal Ministero.
Il recepimento italiano introduce un grande elemento di novità rispetto al testo europeo: l’esenzione per gli articoli monouso in plastica biodegradabile e compostabile conforme allo standard europeo UNI EN 13432. A questa va aggiunta anche l’esclusione dall’ambito di applicazione della direttiva dei prodotti dotati di rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10% dell’intero prodotto (es. piatti, bicchieri e contenitori in carta filmati in plastica).
Per WWF questa direttiva rappresenta un importante traguardo nella la lotta all’inquinamento da plastica. È però importante che la deroga sulle bioplastiche compostabili non si traduca nella sostituzione tout court delle plastiche tradizionali. Tutto il monouso, compreso quello in bioplastica, va ridotto significativamente e utilizzato solo se non è possibile accedere ad alternative riutilizzabili e solo quando è possibile conferirlo a un circuito che ne gestisca correttamente il fine vita. A livello nazionale è inoltre prioritario un adeguamento del sistema impiantistico che accompagni l’aumento della quantità di bioplastiche nella frazione organica per garantirne l’effettiva e corretta gestione.