Riscaldamento globale: Il "Condizionatore" ghiacciato della Terra ha i giorni contati

Francesco Defler 24 Ott 2025

 

Quanto tempo resisteranno i ghiacciai all'aumento delle temperature globali? Non a lungo, secondo un nuovo e allarmante modello.

Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dall'austriaco ISTA (Institute of Science and Technology Austria) e con la collaborazione degli italiani Cnr-Isp e Cnr-Irsa, ha sviluppato un modello previsionale per stimare la capacità di "auto-raffreddamento" dei ghiacciai. Questa cruciale funzione mitiga localmente gli effetti del cambiamento climatico, ma è destinata a esaurirsi, accelerando drammaticamente la loro fusione. I risultati dello studio, basati su dati raccolti in 350 stazioni meteo in tutto il mondo, sono stati pubblicati sulla rivista Nature Climate Change.

Il Decennio Cruciale: La Fine del "Decoupling"

Lo studio ha confrontato la temperatura superficiale del ghiaccio con quella dell'ambiente circostante. Normalmente, i ghiacciai generano un fenomeno chiamato "decoupling" (disaccoppiamento), raffreddando il microclima locale e proteggendosi così dalla fusione. I ricercatori definiscono questo meccanismo come la "resilienza" dei ghiacciai.

Tuttavia, i dati indicano che questa resilienza è prossima al collasso:

Punto di Non Ritorno Vicino: "Queste masse ghiacciate raggiungeranno il culmine della capacità di auto-raffreddamento entro il prossimo decennio," spiegano Thomas Shaw e Francesca Pellicciotti dell'ISTA.

Accelerazione della Fusione: Una volta raggiunto questo apice, si prevede che "le temperature in prossimità della superficie aumenteranno velocemente, comportando la fusione e il ritiro dei ghiacciai in tempi più rapidi," aggiungono i ricercatori.

L'interruzione di questo effetto di raffreddamento avverrà, secondo le previsioni, prima della metà di questo secolo, innescando un declino esponenziale dei ghiacciai.

L'Urgenza di Più Dati

Il modello si basa su una vasta raccolta di informazioni (dati provenienti da 350 stazioni su 62 ghiacciai, con 169 campagne estive di misurazione). Nonostante ciò, i ricercatori sottolineano un problema critico: la scarsità di dati osservazionali in molte aree limita la possibilità di identificare le soglie esatte di cambiamento.

"Abbiamo pertanto l'urgente necessità di espandere le reti di misurazione, in particolare nelle regioni montane poco rappresentate," conclude Nicolas Guyennon del Cnr-Irsa, coautore della ricerca. Questo è fondamentale per comprendere il futuro di queste cruciali riserve idriche globali.

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