La Mostra: Giotto ed il Trecento. “Il più Sovrano Maestro stato in dipintura”

Il Complesso del Vittoriano di Roma, ad oltre settanta anni dalla famosa esposizione allestita agli Uffizi nel 1937 per la celebrazione del seicentesimo anniversario della morte dell’artista, ospita, dal 6 marzo al 29 giugno 2009, una splendida mostra dedicata al grande maestro fiorentino. L’importante evento intende seguire i caratteri innovativi del percorso figurativo di Giotto, delineando al contempo il quadro della situazione artistica italiana nel periodo tra la fine del Duecento ed i primi quaranta anni del 1300. La mostra, curata dal Prof. Alessandro Tomei in collaborazione con Claudia Viggiani, ha inteso seguire gli spostamenti di Giotto da Firenze, ad Assisi, a Roma, a Padova ed a Milano documentando con opere di altissima importanza l’influsso che questo artista, da considerarsi il primo pittore “italiano” ha avuto in gran parte del territorio nazionale nello sviluppo della cultura e delle arti.


Sono esposte oltre 150 opere, tra le quali 20 capolavori eseguiti da Giotto, provenienti dai più importanti musei nazionali ed internazionali quali la Galleria degli Uffizi, il Museo del Bargello, i Musei Civici di Padova, il Museo Civico Medievale di Bologna, la Pinacoteca nazionale di Siena, la Galleria di Palazzo Bianco di Genova, la Fondazione Cini, il Capitolo di San Pietro in Vaticano, la Fabbrica di San pietro e la Pinacoteca Vaticana, il Museo del Nord Carolina, il Metropolitan Museum di New York, il Museo di San Diego,il Museo del Petit Palais di Avignone, il Museo del Louvre, il Museo di Barcellona etc.  Da questi musei provengono i capolavori di grandi maestri come i pittori Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti nonchè operi insigni degli scultori Arnolfo di Cambio, Giovanni Pisano, Giovanni di Balduccio. Nell’esposizione, proprio per sottolineare che l’influsso di Giotto travalica la sfera pittorica, viene dato anche ampio spazio alle opere di oreficeria ed ai manoscritti miniati che, all’epoca, costituivano il mezzo più diffuso per  trasmettere e fare conoscere i temi stilistici ed iconografici.

Giotto di Bondone
Polittico, Cristo benedicente fra San Giovanni Evangelista, la Vergine, San Giovanni Battista e San Francesco d’Assisi, 1310-1315
Tempera e foglia d’oro su tavola, 105,7 x 250,2 cm
Raleigh, North Carolina Museum of Art, dono The Samuel H. Kress Foundation


I vasti spazi del Complesso del Vittoriano sono stati “ritagliati” per creare una cornice perfetta sia per le dimensioni che per l’illuminazione alle opere esposte. Il colore “terra di Siena”, pastello chiaro, scelto come fondo uniforme delle pareti realizzate proprio per delimitare gli ambienti dell’esposizione, si sposa in maniera perfetta con le opere esposte. L’illuminazione, discreta ed efficace, svolge spendidamente il compito di agevolare l’osservazione dello spettatore, spingendolo non solo a “guardare” ma a “vedere” con stupita ammirazione il patrimonio dell’umanità che viene proposto.

Giovanni Baronzio
Dossale di Villa Verucchio, pannello sinistro, IV decennio del sec. XIV
Tempera su tavola, 76,6 x 115 cm
Rimini, Collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, in deposito presso il "Museo della Città" di Rimini

 

Contribuisce all’incanto della visita anche la importante sezione “l’Italia di Giotto”, curata da Alessandro Nicosia, che assolve in modo mirabile all’intento di offrire al visitatore la ricostruzione  dei percorsi giotteschi sui territori regionali, ponendo in evidenza l’interazione scaturita dal contatto delle opere di Giotto con la tradizione pittorica dei luoghi visitati. La sezione “l’Italia di Giotto”, utilizzando le più sofisticate tecnologie, interventi multimediali, scenografie, filmati e ricostruzioni, consente al visitatore della mostra di passeggiare virtualmente tra gli affreschi di Assisi e di osservare agevolmente le splendide opere della Cappella degli Scrovegni di Padova, creando quindi una comunicazione integrata in grado di guidare, con semplicità ed immediatezza, alla comprensione di questo esaltante periodo di innovazione del linguaggio dell’arte. Il visitatore di questa grande mostra romana si rende conto di vivere una esperienza unica e forse non ripetibile.


Simone Martini
San Pietro
1321-1323
Tempera e oro su tavola
85 x 48,5 cm
Orvieto, MODO, Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto
Cimabue (Cenni di Pepo, detto)
Madonna col Bambino, circa 1285
Tempera su tavola,  68 x 46,5 cm
Castelfiorentino, Museo di S.Verdiana

Giotto di Bondone
Santo Stefano
1330-1335 ca
Tempera su tavola
84,3 x 54 cm
Firenze, Fondazione Horne

 

Paolo Sieni

Ultima modifica il Martedì, 06 Marzo 2012 14:17
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