Ipotesi vulcanica per i ‘terreni caotici’ su Marte

Uno dei terreni caotici marziani (Copyright: Erica Luzzi/Murray Lab)
Il processo di formazione di queste aree della superficie marziana, che non hanno un corrispettivo sulla Terra, è tuttora oggetto di dibattito tra gli esperti. Uno studio al quale hanno partecipato ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Cnr di Firenze, recentemente pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, suggerisce un nuovo meccanismo di formazione.
I ‘terreni caotici’ sono aree della superficie di Marte caratterizzate da una complessa morfologia che deriva dall’associazione di fratture, dorsali, valli, blocchi angolari grandi e piccoli. Queste regioni peculiari non hanno un corrispettivo sulla Terra e il loro processo di formazione rimane enigmatico e tuttora oggetto di dibattito tra gli esperti. La teoria più comune sostiene che l’acqua, liquida o sotto forma di ghiaccio, abbia giocato un ruolo centrale nel loro processo di formazione. Uno studio al quale hanno partecipato ricercatori dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Igg) che è stato recentemente pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters suggerisce invece un differente meccanismo di formazione: processi vulcanici. “Su Marte, i terreni caotici sono presenti in diverse regioni.
Parkinson: la presenza contemporanea di alcune varianti genetiche rare aumenta il rischio di malattia

Sequenziato il genoma di 500 pazienti affetti da morbo di Parkinson. Identificati ventisei geni, sedici dei quali associati per la prima volta alla patologia. Lo studio condotto dall’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” del Cnr di Napoli e dall’I.R.C.C.S. Neuromed è pubblicato su Molecular Neurodegeneration.
Una ricerca nata dalla collaborazione tra I.R.C.C.S. Neuromed e Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Igb) ha evidenziato come alcune varianti genetiche rare, se presenti simultaneamente, possano esercitare un ruolo importante nell’aumentare significativamente il rischio di ammalarsi di Parkinson.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Neurodegeneration, ha preso in esame i dati genetici di due tipologie di pazienti: quelli appartenenti a famiglie nelle quali la malattia di Parkinson è ricorrente e quelli in cui la patologia era comparsa senza che ci fosse familiarità (cosiddetti casi “sporadici”). Inoltre gli autori del lavoro hanno approfondito la ricerca esaminando, sia su tessuti umani che su modelli animali, l’espressione genica (il processo di trascrizione dell’informazione genetica in proteine funzionali). Cinque dei geni studiati sono risultati particolarmente espressi in neuroni dopaminergici della Substantia Nigra la cui degenerazione è la causa principale del morbo di Parkinson.
Struttura a spirale attorno a una stella giovane mostra l’origine di nuovi sistemi planetari

Lavorando sulle instabilità gravitazionali di una giovane stella, Elias 2-27, due giovani astrofisiche, Benedetta Veronesi, ricercatrice della Statale di Milano e Teresa Paneque-Carreno, visiting student presso lo stesso ateneo, stimano per la prima volta la massa dei dischi protostellari ricavando informazioni preziose per comprendere il processo di formazione dei pianeti giganti. Le pubblicazioni nell’ambito del network internazionale DUSTBUSTERS, coordinato dall’ateneo.
I pianeti si formano all’interno di dischi composti da gas e polvere, in accrescimento sulla stella centrale. Ma qual è la massa contenuta nel disco, e quindi disponibile per la formazione dei pianeti? Due articoli pubblicati oggi su Astrophysical Journal e Astrophysical Journal Letters da parte di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano sono riusciti a rispondere a questa fondamentale domanda.
La nuova generazione di telescopi e, in particolare, il radiotelescopio ALMA (Atacama Large Millimiter Array) nel deserto di Atacama in Cile, negli ultimi tempi ha rivoluzionato lo studio dei dischi protostellari e dei processi di formazione stellare e planetaria. Lo sviluppo di nuovi modelli teorici e numerici, e il confronto di questi modelli con le osservazioni ad alta risoluzione ottenute grazie alle nuove strumentazioni, sono gli obiettivi intorno ai quali è stato costituito il network di DUSTBUSTERS (Dust and gas in planet forming discs), un progetto coordinato dal prof. Giuseppe Lodato, docente di Astrofisica teorica presso il dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli” dell’Università degli Studi di Milano, e finanziato dal Programma quadro per la ricerca e l’innovazione, Horizon 2020.
Rischio diabete correlato al Covid 19

L’Ateneo fra i partner della ricerca pubblicata su Nature Metabolism e sviluppata dall’Ospedale Sacco, Ospedale San Paolo e dall’Università degli Studi di Milano
Il diabete e il prediabete possono essere alcune delle conseguenze a lungo termine del Covid 19. La scoperta arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista “Nature Metabolism” e sviluppata dall’Ospedale Sacco, Ospedale San Paolo e dall’Università degli Studi di Milano con un team internazionale coordinato dal professore Paolo Fiorina che annovera fra i partner anche l’Università di Pisa e la Harvard Medical School.
Lo studio, che ha rivelato come si sviluppa il diabete correlato al Covid 19, dimostra per la prima volta che l’infezione virale può indurre insulino-resistenza e quindi deteriorare la normale funzionalità β-cellulare, alterazioni che possono portare ad iperglicemia persistente di varia gravità anche dopo la guarigione.
Obesità: studio italiano conferma l’efficacia della stimolazione magnetica transcranica e ne svela l’azione sul cervello

Condotta dal gruppo di lavoro coordinato dal prof. Livio Luzi, la ricerca ribadisce l’efficacia della tecnica di stimolazione neurale nel trattamento dei pazienti obesi e, scoperta inaspettata, ne rivela anche un’azione inibitoria della corteccia visiva, che porta a una riduzione dell’attenzione verso il cibo e della sua capacità attrattiva. Si apre così la strada a una nuova serie di studi, utili a comprendere come regolare l’alterato equilibrio tra fame e sazietà nell’uomo.
La stimolazione magnetica transcranica è ora utilizzata in via sperimentale presso l’IRCCS MultiMedica anche per trattare il diabete di tipo 2, spesso associato all’obesità: abbassa il livello di glicemia ed emoglobina glicosilata.
È stato da poco pubblicato sul Nutrition, Metabolism & Cardiovascular Diseases un nuovo lavoro, tutto italiano, che oltre a confermare l’efficacia della stimolazione magnetica transcranica (TMS) per il trattamento dell’obesità ne dimostra l’interessante, e in parte inatteso, meccanismo d’azione a livello cerebrale1. Lo studio è stato coordinato dal gruppo di ricerca guidato
dal professor Livio Luzi, Direttore del Dipartimento interpresidio di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche di MultiMedica e Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano, in
collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e con l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e il Gruppo San Donato.
LEUCEMIA ACUTA DEI BAMBINI

Scoperto il ruolo fondamentale di microRNA 497/195 e geni CDKN2A/B: la loro perdita concomitante accelera la proliferazione cellulare lasciando “briglie sciolte” al tumore.
Un gruppo internazionale di ricercatori dell’Università tedesca di Ulm e dell’Università di Padova ha pubblicato sulla prestigiosa rivista Blood, edita dall’American Society of Hematology, un articolo dal titolo “MicroRNA-497/195 is tumor-suppressive and cooperates with CDKN2A/B in pediatric acute lymphoblastic leukemia”. Lo studio durato oltre cinque anni rivela nuovi fattori alla base dell’aggressività della leucemia linfoblastica acuta a precursori di cellule B dei bambini. «Abbiamo dimostrato che un aumento dell’espressione di miR-497/195 è in grado di contrastare l'attività di CDK4, un gene chiave per il controllo del ciclo cellulare e quindi di ostacolare la proliferazione delle cellule tumorali nei pazienti.
Il respiro dei fiumi - Una ricerca internazionale a cui hanno partecipato ricercatori delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, svela per la prima volta come i corsi d'acqua emettano anidride carbonica nell'aria

Uno studio appena pubblicato su Communications Earth & Environment, una rivista del gruppo Nature, svela per la prima volta, il ruolo dei fiumi nel ciclo dell’anidride carbonica. Un progetto di ricerca internazionale, a cui hanno partecipato ricercatori delle Università di Torino e del Piemonte Orientale, rivela come la produzione di anidride carbonica nei sistemi d’acqua corrente segua un pattern complesso in cui interagiscono fattori climatici, latitudinali, ambientali ed ecologici.
Ritenere che gli elementi naturali siano dotati di vita propria è un aspetto ricorrente in moltissime culture tradizionali. Nelle credenze animistiche si pensava che il vento, le montagne, le radure e i boschi avessero una propria personalità e volontà, comportandosi spesso come veri e propri esseri viventi. In questo contesto, fiumi e torrenti hanno sempre ed ovunque ricevuto una particolare attenzione: l’acqua perpetuamente in movimento, capace di rumoreggiare, muovere tronchi e massi, scavare le sponde, benefica ma anche spaventosa, era ritenuta un elemento animato e vivo in moltissime culture. Ormai l’animismo permane in poche ed isolate popolazioni e va scomparendo rapidamente: i cinefili ricorderanno Dersu Uzala, cacciatore siberiano immortalato nel bellissimo film di Akira Kurosawa, che vedeva òmini, cioè esseri senzienti, nel fuoco e negli elementi naturali della sua sconfinata taiga.
CASA BALLA. DALLA CASA ALL’UNIVERSO E RITORNO

A 150 anni dalla nascita, il MAXXI celebra Giacomo Balla con l’eccezionale apertura al pubblico della sua casa futurista in via Oslavia a Roma e una mostra al museo che evidenzia la straordinaria attualità del futurismo e dei suoi temi.
17 giugno – 21 novembre 2021
Progetto a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi in collaborazione con Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e il contributo di Banca d’Italia
Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente. da “Ricostruzione futurista dell’universo”, 1915 Roma, 16 giugno 2021. In occasione dei 150 anni dalla nascita, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebra Giacomo Balla con un progetto eccezionale: l’apertura al pubblico, per la prima volta, della sua incredibile casa futurista a via Oslavia a Roma, opera d’arte totale, e una mostra al MAXXI che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità e crea una connessione nello spazio e nel tempo.
La lotta al Covid frena quella all'inquinamento da plastica

Il biennio 2020-2021 doveva segnare la svolta nella lotta ai rifiuti di plastica in natura ma il Covid ha riacceso la sfida: 7 miliardi di mascherine vengono usate ogni giorno e la loro dispersione in natura ha gravissimo impatto su specie e habitat.
2 miliardi di tonnellate è il peso dei rifiuti che un mondo sempre più popolato produce ogni anno. Una quantità enorme che potrebbe crescere del 70% entro il 2050. E il fenomeno ha da qualche anno un simbolo: la plastica. Il biennio 2020/2021 avrebbe dovuto segnare la svolta nella lotta dei rifiuti di plastica in natura, che minacciano le specie -in particolare le tartarughe marine- e inquinano gli habitat. Ma il contrasto all’emergenza provocata dal Covid-19 ha riacceso la sfida contro questo nemico, che si ripresenta nell’utilizzo di numerosi oggetti usa e getta, come le mascherine monouso fatte in fibre di plastica.
Lo spiega il WWF Italia nel suo ultimo paper “La lotta al Covid frena quella all’inquinamento da plastica” in cui si approfondisce la questione a oltre un anno dall’inizio della pandemia.
Identikit dello Scompenso Cardiaco

Lo Scompenso Cardiaco (SC) o Insufficienza Cardiaca (IC), che in Italia colpisce circa un milione di persone*, è una condizione durante la quale il muscolo cardiaco diventa progressivamente più debole e perde la capacità di pompare in modo soddisfacente, in tutto il corpo, una quantità di sangue adeguata alle esigenze metaboliche dell’organismo. L’insorgenza della patologia può essere causata da una varietà di disturbi, dall’infarto alle patologie cardiache pregresse, che modificano la struttura del cuore così come condizioni non correlate direttamente al cuore: diabete mellito, ipertensione non controllata o malattie infettive.
Colpisce prevalentemente gli anziani in una fascia di età tra i 65 e gli 80 anni e pertanto è caratterizzata da comorbidità che ne rendono ancora più complicata la diagnosi, la cura e l’assistenza. Lo scompenso cardiaco è infatti in forte crescita a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, dell’aumento del tasso di sopravvivenza dopo un infarto e anche a causa dei mutati stili di vita Si stima* che il tasso di mortalità sia del 30% a un anno dalla diagnosi, 50% a 5 anni. Eppure meno di una persona su dieci è in grado di identificare almeno tre dei sintomi più comuni dello scompenso cardiaco e quando si manifestano di solito si lascia passare del tempo prima di rivolgersi ad un medico.
Medicina
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Studio pubblicato su «Nature Cell Biology» da Padova e Torino...
Paleontologia
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Campi Flegrei: La Microsismicità si Riorganizza, Segno della Nascita (o Riattivazione) di una Faglia
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Le 10 Azioni del Decalbero WWF per una Festa a Basso Impatto 2025
Il WWF Italia, con la sua campagna Our Future, presenta anche...







