Febbraio 2021

 

L'Italian Covid Data Portal è il portale che mira ad esporre, in modalità aperta, i dati scientifici prodotti a livello nazionale su Covid-19 e Sars-CoV-2, promuovendone la condivisione. Realizzato da Elixir-it, nodo italiano dell'infrastruttura europea per la bioinformatica e i dati biologici coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche, intende favorire una più ampia collaborazione tra ricercatori, e rappresenta l'istanza italiana del portale realizzato su invito della Commissione Europea dall'European Bioinformatics Institute (EBI) e altri partner.


È online, all'indirizzo  https://www.covid19dataportal.it, l'Italian Covid-19 Data Portal, sito web che raccoglie ed espone, in modalità aperta, i dati della ricerca italiana sul virus Sars-CoV-2 e sul Covid-19. Posto al servizio dei ricercatori italiani e di tutti gli interessati, il portale è realizzato dal nodo italiano dell'infrastruttura europea Elixir per i dati delle scienze della vita, coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche, al quale partecipano altri 22 soggetti del Paese tra Università, istituzioni di ricerca – tra cui l'Istituto Superiore di Sanità - e centri tecnologici come Garr, la rete nazionale della ricerca.

Pubblicato in Medicina

 

A dazzle of zebras at a waterhole in East Africa. Seasonal waterholes can operate as key locations for pathogen transmission within and between species.


Water is a necessity for all life but its availability can be limited. In geographical areas experiencing dry seasons, animals congregate near the few freshwater sources, often reaching large densities. At these sites many animals from different species come to the same spots to drink, potentially operating as key locations for pathogen transmission within and between species. An international team of scientists lead by the German Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW) suggests that viruses can use restricted freshwater sources as a vector to be spread among animals. The key prediction of this idea is that animal viruses remain stable and infectious in water. The team tested this idea by sampling water holes in ecosystems of Africa and Mongolia with pronounced dry seasons and growing viruses in such water. The scientific results demonstrated that this was indeed possible and are published in “Science of the Total Environment”.

Pubblicato in Scienceonline


I ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dell’Università di Genova hanno individuato nuove cellule staminali più efficienti nella produzione di natural killer, le cellule che difendono l’organismo dall’aggressione dei patogeni. Lo studio, sostenuto da AIRC, è stato pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology.

Una “scorciatoia” del sistema immunitario per rifornire più rapidamente l’organismo delle difese necessarie (le cellule natural killer) a contrastare virus e altri agenti patogeni. Sono le nuove cellule staminali superefficienti scoperte dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e dell’Università di Genova con la collaborazione di altri Centri italiani. Lo studio ha coinvolto bambini e adulti affetti da HIV, epatite C e infezione da citomegalovirus. I risultati della ricerca, finanziata principalmente da AIRC, sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Allergy and Clinical Immunology.


LE CELLULE NATURAL KILLER
Le cellule natural killer (NK) giocano un ruolo fondamentale nella difesa di prima linea contro le infezioni da virus, ma anche contro la crescita dei tumori e la diffusione di metastasi. Hanno una vita piuttosto breve (pochi giorni) e richiedono un ricambio costante che viene garantito dalle staminali da cui hanno origine tutte le cellule del sangue. In alcune condizioni patologiche, come le infezioni virali e altre malattie infiammatorie, l’impiego e il possibile “esaurimento” delle NK aumentano notevolmente. Per rispondere al fabbisogno dell’organismo, quindi, le staminali si attivano, iniziano a dividersi e a dare origine a diverse cellule difensive del sangue, in particolare le NK. Tuttavia, per ottenere cellule NK mature e perfettamente armate occorrono molte settimane, un tempo non sempre compatibile con l’aggressività e la rapidità della replicazione del virus in corso d’infezione.

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Venerdì, 12 Febbraio 2021 16:35

Amori bestiali nelle Oasi WWF



In natura corteggiamento fra gli animali è uno spettacolo in più

GLI SVASSI E LA DANZA DEL PINGUINO
Oasi WWF Le Cesine

Il periodo degli amori, dalla fine dell’inverno all’inizio dell’estate, è senz’altro il più indicato per osservare questo meraviglioso uccello: entrambi i partner sfoggiano una magnifica livrea nuziale che avevano dismesso durante la brutta stagione. Dorso bruno, collo e parti inferiori bianche, due ciuffi auricolari neri e una vistosa gorgiera, una specie di largo collare marrone e nero, fanno dello svasso maggiore uno degli uccelli più eleganti della nostra avifauna.
Il rituale di corteggiamento è tra i più spettacolari del mondo animale e consiste in una serie di posizioni sull’acqua che raggiungono il culmine nella cosiddetta “danza del pinguino” (weed dance): dopo un’immersione, i due svassi riemergono con un ciuffo di alghe o di piante acquatiche nel becco e si avvicinano fino a impennarsi, battendo velocemente le zampe, petto contro petto, scambiandosi talvolta gli stessi vegetali del becco. Stabilito il legame di coppia, il nido consiste in una piattaforma galleggiante di alghe e vegetazione ripariale, spesso ancorato vicino alle rive, dove vengono deposte fino a quattro uova covate da entrambi i genitori per 25-29 giorni. È emozionante vedere i pulcini, già pochi giorni dopo la nascita, spuntare con le loro testoline e il collo a strisce bianche e nere, seminascosti dal dorso degli adulti, in attesa del cibo. Man mano che i giovani crescono, i pesci o i girini catturati dagli adulti saranno rilasciati sulla superficie dell’acqua in modo che i piccoli imparino a catturarli da soli, fino al raggiungimento della completa autosufficienza. La specie è stanziale e nidificante a Le Cesine, nel 2020 ben 18 nidi sono stati censiti e monitorati.

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An active lifestyle is linked with a lower chance of dying immediately from a heart attack, according to a study published today in the European Journal of Preventive Cardiology, a journal of the European Society of Cardiology (ESC).

Heart disease is the leading cause of death globally and prevention is a major public health priority. The beneficial impact of physical activity in stopping heart disease and sudden death on a population level is well documented. This study focused on the effect of an active versus sedentary lifestyle on the immediate course of a heart attack – an area with little information.The researchers used data from 10 European observational cohorts including healthy participants with a baseline assessment of physical activity who had a heart attack during follow-up – a total of 28,140 individuals. Participants were categorised according to their weekly level of leisure-time physical activity as sedentary, low, moderate, or high.

Pubblicato in Scienceonline



Voice samples, motion patterns, and finger movements as the screen is touched — all easily monitored with the possibility to help diagnose Parkinson’s disease. This is the hope of a Malmö University researcher, who is developing a mobile phone app.

The new research project will develop technology that makes it possible to collect such important data without the patient having to seek help from healthcare professionals. “An advantage is that the technology makes it possible to collect the data daily. The idea is that it should be able to replace parts of the examinations that are usually done in hospitals,” says Dario Salvi, a researcher at the Internet of Things and People (IoTaP).

‘Parkapp’ recently received a two million kronor grant from the Mats Paulsson Foundation to develop a digital tool for continuous health measurements with remote diagnostics.

Pubblicato in Scienceonline



"Purtroppo nelle scorse settimane, in Italia, sono state vaccinate troppe persone che in quel momento non ne avevano diritto e di questo ne stanno pagando le conseguenze i medici che sono tutt'ora senza vaccino. In particolare nel Lazio, ci sono circa 14mila medici liberi professionisti ancora in attesa di essere vaccinati. Dunque i vaccini somministrati ai non sanitari avrebbero 'coperto' tutti i sanitari che ne avevano prima diritto". Risponde cosi' il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, in merito alla sospensione da parte della Regione Lazio, della piattaforma per le adesioni alla vaccinazione anti SARS-CoV-2 riservata ai medici liberi professionisti.

"Ritengo che la Regione abbia bloccato le prenotazioni per motivi organizzativi, in primis per la mancanza dei vaccini in genere, quindi anche per i medici- prosegue Magi- ma ora e' necessario garantire le prime dosi e quelle di richiamo. Non imputiamo nulla alla Regione che si e' resa disponibile, ma alle Asl e ai centri vaccinali che hanno deciso di somministrare i vaccini a persone che ne avrebbero avuto diritto dopo".

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Venerdì, 12 Febbraio 2021 11:22

Parte il progetto SerGen-Covid-19


Il Consiglio nazionale delle ricerche ha progettato e condurrà uno studio che darà informazioni importanti sull'infezione da SARSCoV-2 e sulla conseguente risposta immunitaria. Si valuterà la presenza di anticorpi in 10.000 partecipanti volontari che potranno recarsi in uno dei sette centri prelievo. Lo studio darà anche informazioni sulla risposta alla vaccinazione, sulla relazione tra genotipo e sulla suscettibilità all’infezione e risposta immunitaria.

 

Il Consiglio nazionale delle ricerche ha progettato e condurrà uno studio che darà informazioni importanti sull'infezione da SARSCoV-2 e sulla conseguente risposta immunitaria. Si valuterà la presenza di anticorpi in 10.000 partecipanti volontari che potranno recarsi in uno dei sette centri prelievo. Lo studio darà anche informazioni sulla risposta alla vaccinazione, sulla relazione tra genotipo e sulla suscettibilità all’infezione e risposta immunitaria.
Il Consiglio nazionale delle ricerche ha avviato il progetto SerGen-Covid-19, su proposta e coordinamento del direttore del Dipartimento di scienze biomediche (Cnr-Dsb) Daniela Corda in collaborazione con i direttori Mario De Felice, Giorgio Iervasi e Giovanni Maga. Lo studio vede coinvolti vari istituti del Cnr e il Centro interdipartimentale per l’etica e l’integrità nella ricerca.

Pubblicato in Medicina
Venerdì, 12 Febbraio 2021 11:16

La danza delle gocce

Immagine: Esempi di emulsioni multiple contenti tre (sinistra) e quattro (destra) gocce il cui moto è guidato da vortici di fluido prodotti all’interno della goccia più grande.

 


Osservato un nuovo esempio di materia soffice composto da gocce di fluido in miniatura incapsulate in una goccia più grande. Simulazioni al computer hanno mostrato le gocce muoversi come in una sorta di balletto. Lo studio, coordinato dall'Istituto italiano di tecnologia, svolto in collaborazione con l’Istituto per le applicazioni del calcolo del Consiglio nazionale delle ricerche e l'Università di Harvard, promette diverse ricadute, dalla scienza dei materiali alla medicina e farmaceutica. I risultati sono pubblicati su Nature Communications “Comprendere il comportamento della materia soffice rappresenta una delle sfide più importanti ed interdisciplinari della scienza moderna che porterà applicazioni tecnologiche innovative in diversi campi”.

A parlare è Adriano Tiribocchi, ricercatore dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) che sul tema, insieme ai colleghi dell’Istituto di applicazione del calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac), di cui è associato, e dell’Università di Harvard, ha firmato un lavoro pubblicato rivista Nature Communications. Il lavoro è stato supportato dall’European Research Council attraverso l’Advanced Grant Copmat, di cui è titolare Sauro Succi, responsabile del Mesoscale Simulations Lab dell’Iit, dove lavora anche Tiribocchi.

Pubblicato in Chimica



Evitare la chirurgia per i tumori papillari della tiroide e conservare questo organo prezioso per l’organismo è possibile grazie al trattamento con termoablazione ecoguidata, con laser o radiofrequenza. Lo dimostra lo studio dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Statale di Milano, recentemente pubblicato sulla rivista Frontiers in Endocrinology.

 

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