“I risultati - spiegano Matteo Fornai e Luca Antonioli, ricercatori dell’Università di Pisa - rappresentano a nostro avviso una scoperta di primaria importanza nell'ambito della cosiddetta medicina di precisione, in cui l'impiego di biomarcatori specifici consente di ottimizzare terapie farmacologiche per il trattamento di patologie importanti come le malattie infiammatorie croniche intestinali”.
Lo studio ha coinvolto 45 pazienti con malattia di Crohn da moderata a grave in cura presso il Percorso dipartimentale per le malattie infiammatorie croniche intestinali dell’Ospedale di Cisanello (Pisa). In particolare hanno collaborato alla ricerca per l’Ateneo pisano Santino Marchi, Massimo Bellini, Nicola De Bortoli, Lorenzo Bertani, Gherardo Tapete e Giovanni Baiano Svizzero del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, e Corrado Blandizzi, Matteo Fornai, Luca Antonioli, Laura Benvenuti, Laura Baglietto e Marco Fornili del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale; per l’AOUP Francesco Costa, Maria Gloria Mumolo e Linda Ceccarelli del Percorso dipartimentale per le malattie infiammatorie croniche intestinali, Dipartimento di Chirurgia Generale e Gastroenterologia.
Link all’abstract dell’articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32506635