Complessivamente, i soggetti affetti da malattia di Parkinson hanno mostrato una corteccia cerebrale assottigliata in 38 delle 68 regioni esaminate. Di particolare interesse è l’identificazione di differenze anatomiche in tre regioni cerebrali: l'amigdala sinistra e il putamen bilateralmente (strutture profonde della sostanza grigia del cervello implicate nella malattia di Parkinson), erano più piccoli, mentre il talamo destro era ingrandito.
L'analisi dello staging ha dimostrato un assottigliamento iniziale delle cortecce occipitali, parietali e temporali con progressiva estensione rostrale dell'assottigliamento all’aumentare della gravità clinica.
La malattia di Parkinson ha una scala di gravità da 0 a 5 (valore massimo). Dallo stadio 2 in poi il putamen bilateralmente e l'amigdala sinistra diventavano molto più piccoli con l'aumentare della gravità clinica e anche lo stato cognitivo registrava un peggioramento associato all'assottigliamento diffuso della corteccia insieme a volumi diminuiti delle strutture limbiche.
“Il nostro studio mostra che vi sono alterazioni delle strutture cerebrali che aumentano con il peggioramento del quadro clinico. In particolare vi è un diffuso assottigliamento delle cortecce che non era ben compreso nella Malattia di Parkinson e che si associa al deficit cognitivo” - conclude Mario Rango, Neurologo presso la Clinica Neurologica dell’Università Statale/ Policlinico di Milano e referente del Centro interdipartimentale di spettroscopia e di tecnologie avanzate a risonanza magnetica applicate ai sistemi biologici complessi ed allo studio della funzione mitocondriale del Policlinico di Milano, autore dello studio e alla guida del team di ricerca per l’Italia del nord, di cui fa parte l’Ing. Letizia Squarcina, ricercatrice presso la Statale, all’interno del consorzio ENIGMA-sezione Parkinson.