Le analisi macroscopiche, microscopiche e la tomografia computerizzata (TC) hanno rilevato i segni di almeno due operazioni effettuate sul cranio, tra cui un intervento chirurgico a forma di croce, di poco precedente alla morte della donna. Inoltre grazie all’applicazione di un nuovo metodo di indagini biochimiche ad alta risoluzione, applicato a uno dei denti conservatisi, sono state ricostruite alcune variazioni della dieta e della mobilità della donna, dai primi anni di vita all’età adulta. Ciò ha permesso di identificare cambiamenti nell’alimentazione e nell’ambiente frequentato nel corso della sua vita, e di evidenziare cura e interesse fornitole dalla comunità.
“Abbiamo scoperto – spiega Ileana Micarelli dell’University of Cambridge, ex post doc in Sapienza e primo autore dello studio – che la donna era sopravvissuta a diversi interventi, essendo stata sottoposta a una terapia chirurgica a lungo termine, che consisteva in una serie di trapanazioni successive.”
“L’ultimo intervento chirurgico – conclude Giorgio Manzi del Dipartimento di Biologia ambientale – sembra essere avvenuto poco prima della morte dell’individuo. Non ci sono lesioni che possano far pensare alla presenza di traumi, tumori, malattie congenite o altre patologie. Inoltre, anche se è intrigante considerare la possibilità di un motivo rituale o giudiziario, nessuna evidenza osteologica o storica sostiene ipotesi del genere.”
La scoperta della rara testimonianza di un intervento di trapanazione apre la strada a futuri studi sulle ragioni e sulle modalità di terapia, oltre che sul ruolo assistenziale della comunità nei confronti del malato durante il Medioevo.