Venerdì, 06 Settembre 2019


Consente una maggiore mobilità dopo l'intervento. 6 i giovani pazienti sottoposti alla procedura innovativa. L'Ospedale Pediatrico della Santa Sede è uno dei principali Centri pilota in Europa.
Un nuovo sistema di viti e "corde flessibili" corregge la scoliosi di bambini e ragazzi consentendogli di muoversi più liberamente dopo l'intervento chirurgico. All'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, da maggio ad oggi, sono 6 i giovani pazienti sottoposti all'operazione innovativa. L'Ospedale della Santa Sede è uno dei principali Centri pilota in Europa per l'applicazione di questa procedura che richiede un'attenta selezione dei candidati da parte dell'équipe di chirurghi della colonna.

La novità consiste nell'ancoraggio - sulla porzione di colonna deformata - di viti collegate da una "corda" con un grado di flessibilità superiore rispetto alle barre metalliche rigide utilizzate nel tradizionale trattamento chirurgico della scoliosi (artrodesi). «Con questo sistema si ottiene una correzione della curva scoliotica senza avere il blocco completo del movimento vertebrale; la colonna, infatti, non si irrigidisce, rimane più mobile» spiega Marco Crostelli, responsabile di Chirurgia della Colonna del Bambino Gesù. «In questo modo si ottimizza il ritorno dei bambini alle normali attività, compreso lo sport».

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Si aggrava di giorno in giorno la situazione degli incendi in Amazzonia e il WWF lancia l’allarme per la fauna e la flora già a rischio di questa preziosa ecoregione che conta una notevolissima quantità di specie: gli incendi rischiano di dare il ‘colpo di grazia’ a 265 specie già classificate in grave pericolo, 180 animali e 85 vegetali. Il 76% di queste sono poste sotto varie forme di tutela come la Conservation Units o il National Action Plans compresi i parchi nazionali, dando così un’attenzione prioritaria: il dramma degli incendi di questi mesi rischia però di vanificare tutti gli sforzi di conservazione sinora fatti. Per alcune specie, come l’armadillo gigante, il pecari labiato e il formichiere gigante, il fuoco è diventato il pericolo più grave.

Il WWF sceglie proprio l’AMAZON DAY per puntare l’attenzione sulla perdita di biodiversità di questo importante bioma: la ricorrenza fino ad oggi è stata celebrata quasi esclusivamente in Brasile dal 1850 per ricordare la creazione della Provincia, poi divenuta Stato, di Amazonas, ma che alla luce della tragedia ambientale di queste settimane per il WWF la giornata merita un’attenzione globale.

Il rischio è ancora più grave per tutte le altre specie colpite dagli incendi e che non rientrano in alcuna forma di tutela: è il caso di una specie di opossum (Caluromysiops irrupta) scoperto in Rondonia nel 1964, uno degli stati maggiormente colpiti dalla deforestazione. Altre 60 specie amazzoniche si trovano in una situazione di vulnerabilità.

Specie a rischio nelle aree protette
Il fuoco non ha risparmiato nemmeno le aree protette, soprattutto quelle maggiormente ferite dalla deforestazione. In 10 aree protette * , dalla Foresta di Altamira all’area protetta di Tapajos, vivono almeno 55 specie a rischio (44 animali e 11 vegetali), 24 delle quali sono endemiche e 5 di queste sono fortemente minacciate dal fuoco: tra i mammiferi l’armadillo gigante, il pecari labiato e il formichiere gigante mentre tra gli uccelli la maestosa aquila coronata e il tinamo grigio.

Il fuoco minaccia anche gli ambienti di acqua dolce
Anche gli ecosistemi acquatici delle foreste in Amazzonia sono messi a dura prova dagli incendi perché vengono distrutte le foreste ripariali. Altre minacce sono le polveri generate dal fuoco, l’erosione del suolo e l’interramento dei fiumi. Il Rio delle Amazzoni, il più grande bacino fluviale del mondo, è la ‘casa’ di tantissime specie di pesci, cibo primario e risorsa economica per le numerosissime comunità indigene. L’impatto su questo bioma colpirà inevitabilmente anche l’economia locale.

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