Le MSCA – Azioni Marie Skłodowska-Curie sono iniziative dedicate a promuovere la crescita del capitale umano di eccellenza in Europa attraverso grant, borse di ricerca per il sostegno alla mobilità internazionale, intersettoriale e interdisciplinare dei ricercatori. Prevedono diverse tipologie di azione. Tra queste, gli Innovative Training Network (Itn) hanno l'obiettivo di garantire percorsi di formazione multidisciplinare alla ricerca di eccellenza, inclusi corsi di dottorato congiunti, condivisi tra due o più istituzioni e organizzazioni, accademiche e non solo. La durata è di quattro anni.
«Grazie al bando MSCA – spiega il coordinatore di “Surfice – Smart surface design for efficient ice protection and control”, Carlo Antonini, ricercatore del dipartimento di Scienza dei materiali – tredici giovani ricercatori di talento saranno formati da un consorzio internazionale, interdisciplinare e intersettoriale di esperti in materiali, scienze di superficie, fisica e ingegneria. La formazione di ghiaccio influenza la sicurezza di gran parte delle nostre infrastrutture. Nell'ultimo decennio ci sono stati promettenti progressi nell'ingegneria di superfici innovative e nella scienza dei materiali. Il nostro progetto va oltre, perseguendo tre obiettivi: studiare la fisica della formazione di ghiaccio su superfici complesse, realizzare un design razionale per materiali e rivestimenti antighiaccio e sviluppare nuove tecnologie per un'efficace prevenzione e controllo del ghiaccio. Le soluzioni antighiaccio verranno applicate direttamente nell'aeronautica, nei sistemi energetici e nelle tecnologie dei sensori, nonché nella produzione di vetro e industria automobilistica grazie a partner industriali». “Surfice” ha ottenuto un finanziamento di 3.555.122 euro, 522.999 euro dei quali destinati all'Ateneo milanese.
Il team di “Alpaca – Algoritms for pangenome computational analysis”, guidato da Paola Bonizzoni e Gianluca Della Vedova, professori del dipartimento di Informatica sistemistica e comunicazione, adotta la disciplina innovativa della pangenomica computazionale nella ricerca su virus e batteri. «Quando gli scienziati studiano un nuovo virus – spiega Bonizzoni – usano un genoma di riferimento per determinare somiglianze o variazioni nel materiale genetico in loro possesso. L’approccio pangenomico porta a combinare le informazioni di tutte le varianti dei genomi di tutti gli individui: gli scienziati possono catturare le caratteristiche comuni della specie in un genoma rappresentativo, chiamato pangenoma della specie». In questa disciplina 14 dottorandi verranno formati da esperti di prestigiosi istituti di ricerca e di aziende specializzate in ricerca informatica, biologica e medica. Con lo scopo di identificare algoritmi per comparare il genoma del Sars-Cov-2 con migliaia di altre sequenze della stessa specie virale, studiandone l'evoluzione della variabilità genetica durante la pandemia e i meccanismi che lo rendono resistente ai farmaci comuni. Altri ambiti di applicazione: la nuova resistenza di batteri agli antibiotici e l'evoluzione delle mutazioni nelle cellule tumorali. Il finanziamento per Milano-Bicocca è di 261.500 euro (su un complessivo per il progetto di 3.674.651 euro).
“Fluidnet – Fluids driving the evolution of the continental crust: influence of pathway networks, fluxes and time scales” è coordinato, per Milano-Bicocca, da Maria Luce Frezzotti, professoressa del dipartimento di Scienze dell'ambiente e della terra. «L'acqua svolge un ruolo chiave – afferma Maria Luce Frezzotti – nell'evoluzione della crosta terrestre. I fluidi acquosi trasferiscono e possono concentrare gli elementi in riserve economicamente importanti. Trovare e sfruttare responsabilmente tali riserve dipende dalla comprensione di come, quando e dove circolano i fluidi». L'impegno di Milano-Bicocca in questa ricerca «sarà concentrato nello studio su scala (sub)micrometrica delle caratteristiche chimiche e termodinamiche e delle modalità di circolazione dei fluidi a profondità maggiori di 15-20 chilometri nella crosta terrestre, e nella produzione di modelli chimico-fisici per descrivere la circolazione del fluido crostale». Tra le strumentazioni del dipartimento sarà utilizzata anche «la spettroscopia microRaman HR – conclude la professoressa – di recente acquisizione. Formeremo 12 dottori di ricerca, in grado di fare interpretazioni e previsioni su modelli utili all'esplorazione di risorse minerarie, di energia geotermica, o allo stoccaggio del carbonio». Il progetto ha ricevuto un grant di 3.192.383 euro, dei quali 261.500 euro destinati all'Ateneo milanese.