
Tecnologia (223)
Un metodo di fabbricazione ibrido sviluppato nell'ambito del progetto LasIonDef che combina la fabbricazione con laser e fasci di ioni per formare bit quantistici e interconnessioni ottiche nel diamante per il calcolo quantistico integrato e i sensori
Uno studio internazionale coordinato dall'Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr, ha portato ad un metodo innovativo di fabbricazione di “bit quantistici” ad alte prestazioni destinati alla trasmissione di informazioni e alla sensoristica quantistica, basato su una combinazione di laser e fasci ionici nel diamante. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nano Letters, ha coinvolto numerosi giovani dottorandi aderenti al programma di formazione europeo “Marie Skłodowska-Curie”
Uno studio internazionale coordinato dall'Istituto di fotonica e nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifn) di Milano ha rivelato che un “difetto” del diamante – materiale da tempo indagato come base per la realizzazione dei futuri computer quantistici ad alte prestazioni- potrebbe renderlo particolarmente adatto all’impiego per lo sviluppo di bit quantistici, l’unità fondamentale dell'informazione in un computer quantistico.
Dispositivi sensori indossabili per piante: un ausilio per l'agricoltura di precisione e il monitoraggio ambientale
15 Mag 2025 Scritto da RedazioneCirca 700 milioni di persone nel mondo si trovano ancora a fronteggiare la scarsità di cibo. Per contrastare la crescente minaccia dovuta all'aumento demografico, alla riduzione dei terreni coltivabili e al deterioramento ambientale, emerge l'impellente necessità di sviluppare sistemi intelligenti di monitoraggio delle piante, al fine di assicurare una crescita sana delle colture. In un articolo di revisione pubblicato sulla rivista KeAi Wearable Electronics, un gruppo di ricercatori cinesi riassume i recenti progressi nei dispositivi sensori indossabili per sistemi di monitoraggio agricolo intelligenti.
Filtri basati sull'ossido di grafene, un nanomateriale in grado di rimuovere efficacemente contaminanti emergenti (EC) dall'acqua potabile
Sulla rivista Nature Water è descritta una nuova tecnologia basata sull’ossido di grafene e polisulfone, in grado di rimuovere efficacemente contaminanti emergenti dall’acqua potabile. Il risultato è stato messo a punto nell’ambito della collaborazione tra il Cnr-Isof e l’azienda MEDICA S.p.A.
Un’innovativa tecnologia di filtrazione dell’acqua basata sull’ossido di grafene, un nanomateriale in grado di rimuovere efficacemente contaminanti emergenti (EC) dall’acqua potabile: il risultato, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature Water, è frutto del lungo lavoro di collaborazione tra il Consiglio nazionale delle ricerche e l’azienda MEDICA S.p.A. finalizzata a integrare l’ossido di grafene (GO) in filtri per acqua a base di fibre capillari cave, per la cattura dei contaminanti.
Rappresentazione schematica del prototipo di sensore
Cnr-Nano e Università di Pisa hanno sviluppato un nuovo biosensore in grado di rilevare con precisione la proteina Spike di SARS-CoV-2 nei fluidi biologici, consentendo una rilevazione virale rapida. La ricerca è pubblicata sulla rivista Nanoscale
Un team di ricerca congiunto, coordinato dall'Istituto nanoscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nano) e dall’Università di Pisa (Dipartimento di Farmacia), in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e la Scuola Normale Superiore, ha sviluppato un biosensore di nuova generazione in grado di rilevare con precisione le proteine dei virus, tra cui la proteina Spike di SARS-CoV-2 nei fluidi biologici.
Questo risultato, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Nanoscale, rappresenta un nuovo approccio alla progettazione di biosensori che ricorda il principio dei mattoncini Lego; utilizza una struttura modulare e flessibile, pensata per essere facilmente adattabile a diversi target molecolari.
Nuova datazione al radiocarbonio rivoluziona le attuali conoscenze sulla comparsa dell'agricoltura nella Valle dell'Indo
15 Apr 2025 Scritto da Università La Sapienza
Team di ricerca internazionale sposta in avanti di 2800 anni i primi insediamenti rurali e di allevamento.
Ricercatori francesi, italiani e tedeschi (dell'Università Sorbona, del Museo Nazionale di Storia Naturale, del Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica, dell'Università di Padova, di Sapienza Università di Roma e dell'Università Goethe di Francoforte) hanno pubblicato uno studio che ridefinisce la cronologia dell'inizio dell'agricoltura nella Valle dell'Indo, stabilendola a circa 7000 anni fa.
I risultati, pubblicati sulla rivista “Scientific Reports”, si basano su una nuova datazione al radiocarbonio dello smalto dei denti di individui provenienti da 23 sepolture neolitiche rinvenute a Mehrgarh, un importante sito archeologico in Pakistan. Questa nuova datazione dimostra come l’inizio del Neolitico – che segna l’introduzione dell'agricoltura e della domesticazione di piante e animali, un passaggio cruciale nella storia dell'umanità – nell’area sia molto più recente (di circa 2800 anni) di quanto sinora creduto.
Pubblicata la prima norma UNI che prevede l'utilizzo della spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) in alta risoluzione per l'identificazione di adulteranti saccaridici aggiunti al miele, rilevando quindi la presenza di frodi. Il risultato è frutto del gruppo di lavoro coordinato dal Cnr-Scitec di Milano, nell’ambito dell’accordo di collaborazione tra le due istituzioni.
L’Ente italiano di Normazione (UNI) ha da poco pubblicato la norma UNI 11972:2025 Miele, che fornisce un metodo analitico basato sulla tecnica spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (NMR) in alta risoluzione per identificare marker specifici di tre aduteranti saccaridici maggiormente utilizzati per diluire il miele: inulina, zucchero invertito e sciroppo di mais/malto. La pubblicazione della norma segna un importante traguardo per il riconoscimento ufficiale delle tecniche NMR in campo giuridico.
Scoperte gravi criticità nel sistema anticollisione degli aerei di linea
11 Apr 2025 Scritto da Università di GenovaUn gruppo di ricercatori dell’Università di Genova e del CASD - Scuola Superiore Universitaria di Roma, in collaborazione con il Cyber-Defence Campus di Thun (Svizzera), nell’ambito delle attività di ricerca del partenariato PNRR SERICS (Security and Rights in the Cyberspace), ha identificato due pericolose vulnerabilità nel sistema di prevenzione delle collisioni aeree (TCAS) adottato dagli aeromobili civili.
Sfruttando tali vulnerabilità nelle stesse apparecchiature certificate in uso sugli aerei di linea, il team è riuscito a innescare falsi allarmi di collisione nella cabina di pilotaggio e a disabilitare una funzione critica del sistema TCAS.
In risposta a questa scoperta, l’agenzia federale statunitense CISA (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) ha pubblicato un primo bollettino di sicurezza nel mese di gennaio 2025.
L' Intelligenza Artificiale Rivoluziona la Diagnosi Cardiaca: Un Nuovo Sistema per Riconoscere le Patologie in Tempo Reale
05 Apr 2025 Scritto da RedazioneLe malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di mortalità a livello globale, rendendo cruciale la loro individuazione precoce. Un team di ricercatori dell'Università Politecnica di Madrid (UPM) e del Centro Nazionale di Ricerche Cardiovascolari Carlos III (CNIC) ha sviluppato un sistema innovativo basato sull'intelligenza artificiale (IA) capace di identificare automaticamente le patologie cardiache in tempo reale. Questo progresso tecnologico promette di fornire un supporto significativo ai cardiologi, migliorando l'accuratezza delle diagnosi e la personalizzazione dei trattamenti, con l'obiettivo finale di ridurre la mortalità associata a queste malattie.
Nuove immagini ad alta definizione dell’universo primordiale dall’Atacama Cosmology Telescope nel deserto cileno
21 Mar 2025 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Una nuova ricerca della collaborazione internazionale Atacama Cosmology Telescope (ACT), a cui ha preso parte anche la Sapienza, ha prodotto le immagini più chiare mai ottenute dell’universo primordiale, rivelando la formazione delle antiche nubi di idrogeno ed elio che presto si sarebbero trasformate nelle prime stelle e galassie
La collaborazione dell’esperimento Atacama Cosmology Telescope (ACT), un progetto internazionale situato a 5200 m nel deserto di Atacama in Cile, che in Italia include i gruppi di Elia Battistelli presso l’Università Sapienza di Roma (di cui fanno parte anche Giovanni Isopi, Eleonora Barbavara, e Valentina Capalbo), e di Federico Nati presso l’Università di Milano-Bicocca, ha sottoposto il modello standard della cosmologia ad una nuova e rigorosa serie di test, dimostrandone la straordinaria solidità. Le nuove immagini dell’universo primordiale mostrano i dettagli della prima luce emersa dagli albori dell’Universo con una chiarezza senza precedenti, rivelando la formazione delle antiche nubi di idrogeno ed elio che presto si sarebbero trasformate nelle prime stelle e galassie.
