Il lievito rivela come le specie si adattano a un clima più caldo

Redazione 23 Mag 2025

 

Come si adattano gli organismi al cambiamento climatico? Un nuovo studio svela la complessa interazione tra diversità genetica ed evoluzione della tolleranza alla temperatura.

Il mantenimento della biodiversità dipende in modo cruciale dal potenziale evolutivo delle popolazioni di adattarsi ai mutamenti ambientali. L'accelerazione del cambiamento climatico e gli eventi di temperatura estrema ci spingono a comprendere e prevedere meglio le risposte evolutive.

In un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, i ricercatori dell'Università di Stoccolma hanno sfruttato il potere dell'evoluzione sperimentale con il sistema modello microbico del lievito (Saccharomyces spp.) per misurare il potenziale evolutivo delle popolazioni di adattarsi al futuro riscaldamento, in tempo reale e attraverso l'intero albero filogenetico delle specie.

Nessuna singola via per adattarsi al cambiamento climatico
I ricercatori hanno tracciato l'evoluzione delle curve di performance termica (TPCs) in popolazioni di otto specie di lievito geneticamente ed ecologicamente diverse (il lievito di birra e i suoi parenti) provenienti da tutto il mondo. Hanno utilizzato condizioni di temperatura in aumento graduale, da 25 a 40 °C, per simulare il riscaldamento globale per oltre 600 generazioni di lievito. Lo studio rivela che le risposte adattative al cambiamento climatico sono altamente specie-specifiche ed evidenzia la complessa interazione tra diversità genetica ed evoluzione della tolleranza alla temperatura. Questi risultati sottolineano l'importanza di tenere conto sia della variazione genetica inter- che intra-specie quando si prevedono gli impatti climatici sulla biodiversità.

"Abbiamo scoperto che diverse specie utilizzano diverse strategie evolutive per adattarsi al caldo: alcune specie, già tolleranti al calore, non hanno migliorato la loro performance, ma hanno piuttosto ampliato il loro intervallo di temperatura. Altre specie, più adattate al freddo, sono state in grado di resistere a temperature più elevate, ma questo è avvenuto a costo di una ridotta fitness complessiva. Questo dimostra che non esiste un'unica via per adattarsi al cambiamento climatico e che la storia evolutiva di ogni specie influenza la sua risposta", afferma Jennifer Molinet, prima autrice dell'articolo e post-doc presso il Dipartimento di Zoologia dell'Università di Stoccolma.

Il nuovo studio ci aiuta a capire come diversi organismi potrebbero affrontare il riscaldamento globale a lungo termine. I ricercatori sottolineano l'importanza di studiare non solo le singole specie, ma anche la diversità genetica all'interno e tra le specie.

"Questo tipo di ricerca può essere fondamentale per anticipare quali microrganismi, come lieviti, batteri o persino patogeni, hanno il maggior potenziale di adattamento ad ambienti estremi e come potrebbero cambiare gli ecosistemi del futuro. I risultati del nostro articolo aprono anche nuove domande sui meccanismi genetici che consentono questi adattamenti", dice Rike Stelkens, professoressa associata presso il Dipartimento di Zoologia dell'Università di Stoccolma.
E aggiunge: "Se le temperature cambieranno in futuro, è comunque la storia nei nostri geni a determinare se e come possiamo adattarci!"

La ricerca è finanziata dalla Fondazione Knut e Alice Wallenberg e dal Consiglio Svedese per la Ricerca.

 

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