First machine learning model developed to calculate the volume of all glaciers on Earth
Author: Niccolò Maffezzoli
A team of researchers led by Niccolò Maffezzoli, “Marie Curie” fellow at Ca’ Foscari University of Venice and the University of California, Irvine, and an associate member of the Institute of Polar Sciences of the National Research Council of Italy, has developed the first global model based on artificial intelligence to calculate the ice thickness distribution of all the glaciers on Earth. The model has been published in the journal Geoscientific Model Development and is expected to become a reference tool for those studying future glacier melt scenarios.
Accurate knowledge of glacier volumes is essential for projecting future sea level rise, managing water resources, and assessing societal impacts linked to glacier retreat. However, estimating their absolute volume remains a major scientific challenge. Over the years, more than 4 million in situ measurements of glacier thickness have been collected, thanks in large part to NASA’s Operation IceBridge. Despite the extensive dataset, current modelling approaches have not yet exploited its potential.
Un Enzima Inatteso Regola la Glicemia Post-Prandiale
Una recente ricerca pubblicata su Life Metabolism ha portato alla luce un nuovo e sorprendente protagonista nel meccanismo con cui il corpo gestisce i livelli di zucchero nel sangue dopo i pasti. Scienziati del Baylor College of Medicine e dell'Università di Namur hanno scoperto che un enzima, chiamato ialuronidasi-1 (HYAL1), svolge un ruolo cruciale nel contenere l'eccessiva produzione di glucosio da parte del fegato, specialmente dopo aver mangiato. Questa scoperta potrebbe aprire inedite prospettive per il trattamento di disturbi metabolici come il diabete di tipo 2, caratterizzato da una compromessa regolazione della glicemia.
Come gli uccelli si adattano all'urbanizzazione dei territori
Uno studio condotto in sei città italiane da parte dell’Università di Torino e appena pubblicato su Scientific Reports rivela come le specie di uccelli rispondano all’urbanizzazione in maniera differente in base alle stagioni.
L’espansione delle città è una delle principali cause del declino globale della biodiversità, ma le comunità di uccelli possono rispondere in modo sorprendentemente diverso a questa minaccia nei vari periodi dell’anno. È quanto emerge dalla ricerca "Different traits shape winners and losers in urban bird assemblages across seasons", pubblicata oggi sulla prestigiosa rivista Scientific Reports e frutto di una collaborazione tra ricercatori di diverse università italiane e straniere, sotto la guida del National Biodiversity Future Center (NBFC).
Oasi WWF, sentinelle contro gli incendi
Le aree protette, a partire dalle Oasi WWF, sono custodi di un immenso patrimonio di biodiversità, ma rappresentano anche immensi serbatoi di carbonio, che viene stoccato in particolare nella biomassa legnosa, ma anche in quella erbacea e nei suoli.
Per questo, nell’ambito della Primavera delle Oasi, che dal 21 aprile e fino al 5 giugno – Giornata Mondiale dell’Ambiente – offrirà centinaia di esperienze da godere grazie ad un’immersione totale nelle sue 100 aree protette, il WWF Italia tiene a ricordare come il Patrimonio delle foreste rischi di andare letteralmente in fumo nel caso in cui sia oggetto di incendi boschivi, in Italia tristemente quasi sempre di origine antropica, e resi sempre più facili dal cambiamento climatico, a causa di temperature medie più elevate e di periodi più prolungati di siccità.
Dispositivi sensori indossabili per piante: un ausilio per l'agricoltura di precisione e il monitoraggio ambientale
Circa 700 milioni di persone nel mondo si trovano ancora a fronteggiare la scarsità di cibo. Per contrastare la crescente minaccia dovuta all'aumento demografico, alla riduzione dei terreni coltivabili e al deterioramento ambientale, emerge l'impellente necessità di sviluppare sistemi intelligenti di monitoraggio delle piante, al fine di assicurare una crescita sana delle colture. In un articolo di revisione pubblicato sulla rivista KeAi Wearable Electronics, un gruppo di ricercatori cinesi riassume i recenti progressi nei dispositivi sensori indossabili per sistemi di monitoraggio agricolo intelligenti.
Researchers develop a potential new drug for Alzheimer’s and pain treatment
A study published in the Journal of Medicinal Chemistry presents a new family of candidate compounds for the treatment of Alzheimer’s disease and pain, which have shown promising effects in animal models. Researchers of the University of Barcelona led a multidisciplinary team that designed, synthetized and pharmacologically validated these molecules that modulate a therapeutic target which has been little studied, the imidazoline I2 receptors, which are altered in many diseases without efficient pharmacological treatments. According to the researchers, the new compound has the “necessary characteristics to progress in pre-clinical phases and to be positioned as a potential anti-Alzheimer’s drug or analgesic with a novel mechanism of action”.
Nuova Ricerca Rivela: I Batteri della Nostra Pelle Possono Aiutarci a Difenderci dagli Effetti Nocivi del Sole
Un'affascinante interazione tra i batteri cutanei e le radiazioni UV, riportata sul Journal of Investigative Dermatology, apre nuove prospettive per una protezione solare che tenga conto del microbioma.
Il microbioma della pelle svolge un ruolo cruciale nella salute e nelle malattie. Ora, dei ricercatori hanno dimostrato che specifici batteri cutanei possono proteggerci dalle radiazioni ultraviolette (UV) del sole, precisamente metabolizzando l'acido cis-urocanico attraverso un enzima chiamato urocanasi. Questo meccanismo permette alla pelle di modulare finemente la sua risposta alle radiazioni UV. I risultati dello studio, pubblicato sull'Journal of Investigative Dermatology da Elsevier, forniscono un notevole caso che illustra la capacità del microbioma cutaneo di rimodellare le funzioni immunitarie dell'ospite.
Nuova datazione per le lance di Schöningen: risalgono a 200.000 anni fa
Schöningen, in Bassa Sassonia (Germania), è un sito archeologico di fama mondiale: qui è stato scoperto il più impressionante insieme di armi da caccia del Paleolitico. Proprio per sottolineare l'importanza di questo luogo nella comprensione dell'evoluzione delle tecniche di caccia umane, nel 2013 è stato inaugurato il museo di ricerca "paläon".
Ora, un team di archeologi del Leibniz-Zentrum für Archäologie (LEIZA) e dell'Università Johannes Gutenberg di Mainz (JGU), in collaborazione con esperti di geoscienze e scienze ambientali, ha pubblicato i risultati di una nuova datazione dei reperti del cosiddetto "Orizzonte delle Lance". Anche scienziati dell'Istituto di Geografia della JGU hanno partecipato agli scavi. Dopo una precedente correzione che aveva portato l'età delle celebri lance da 400.000 a 300.000 anni, i nuovi dati indicano che l'età dell'Orizzonte delle Lance deve essere ulteriormente rivista, spostandola indietro di circa 100.000 anni, fino a 200.000 anni fa. I risultati di questa ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Science Advances.
I probiotici potrebbero attenuare gli effetti collaterali della chemioterapia nel cancro al seno
La chemioterapia rappresenta uno dei trattamenti più diffusi per il cancro al seno. Nonostante la sua comprovata efficacia, comporta anche degli svantaggi, tra cui un aumentato rischio di effetti indesiderati, in quanto non agisce selettivamente sulle cellule tumorali ma può colpire anche quelle sane. Effetti collaterali correlati alla chemioterapia, come affaticamento, debolezza e predisposizione alle infezioni, possono compromettere l'aderenza al trattamento, minare l'efficacia della terapia e peggiorare la qualità di vita delle pazienti.
Tra gli integratori alternativi emergenti studiati per i loro potenziali benefici nel trattamento del cancro, spiccano i probiotici. Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista ad accesso aperto Pharmacia, ha indagato gli effetti di probiotici multi-ceppo sugli effetti collaterali indotti dalla chemioterapia, utilizzando il punteggio di performance di Karnofsky, l'emocromo completo e la biochimica del sangue.
Nuova analisi di biomarcatori ematici offre spunti per migliorare le decisioni terapeutiche nel cancro metastatico
Uno studio pubblicato sul Journal of Molecular Diagnostics individua marcatori predittivi del fallimento del trattamento nel carcinoma prostatico metastatico.
Una nuova ricerca ha identificato specifici biomarcatori nel sangue capaci di prevedere l'inefficacia del trattamento per il cancro alla prostata, sia in pazienti ormono-sensibili che in quelli resistenti alla castrazione. Lo studio, pubblicato sulla rivista The Journal of Molecular Diagnostics di Elsevier, indica piastrine, proteina C-reattiva e cromogranina A come indicatori significativi di fallimento della terapia combinata di deprivazione androgenica e inibitori del recettore degli androgeni in pazienti con cancro prostatico ormono-sensibile, suggerendo la necessità di trattamenti alternativi.