Per l’Unesco, l’agenzia delle nazioni unite incaricata di promuovere e preservare il patrimonio culturale, quello appena iniziato è infatti l’Anno Internazionale dell’Astronomia (www.astronomy.org). Prendendo spunto dal 400esimo anniversario delle prime osservazioni al telescopio di Galileo Galilei, in tutto il mondo si susseguiranno iniziative dedicate a far conoscere la scienza dei pianeti e delle stelle, in particolare ai più giovani. Sempre le Nazioni Unite, questa volta per la precisione la FAO (Food and Agriculture Organization), hanno però dichiarato il 2009 anche Anno Internazionale delle Fibre Naturali (http://www.naturalfibres2009.org/en/index.html): inaugurata il 22 gennaio, l’iniziativa vuole richiamare l’attenzione del mondo sull’importanza strategica di cotone, lana, lino, juta, il cui mercato si restringe da decenni con il diffondersi delle fibre artificiali. Inoltre proseguiranno ancora per buona parte del 2009 le attività dell’anno internazionale del Pianeta Terra, che era il 2008 (una iniziativa, si legge sul sito ufficiale, nata per “stimolare l’immaginazione delle persone grazie alle straordinarie conoscenze che abbiamo acquisito sul nostro pianeta, e per assicurare che quella conoscenza sia usata pe farne un posto più sicuro, salubre e ricco”). L’agenda per i prossimi 12 mesi sembra quindi già al completo
Il problema è che non ci sono solo le Nazioni Unite. Per l’Unione Europea, il 2009 è l’Anno della Creatività e dell’Innovazione http://create2009.europa.eu/), appena inaugurato con una cerimonia a Praga, presieduta dal presidente UE di turno Mirek Topolanek. "Vorrei far sì - ha dichiarato il commissario europeo all’Istruzione, Jan Figel - che i cittadini europei comprendano che promuovendo i talenti umani e la capacità umana di innovare si può dar vita a un'Europa migliore e aiutarla a sviluppare tutto il suo potenziale sia economico che sociale".
Può bastare? No, perché la sezione italiana del World Wildlife Fund, una delle maggiori organizzazioni non governative al mondo dedicate alla promozione dell’ambiente, ha dichiarato quegli stessi 12 mesi, ormai affollatissimi, Anno del Clima, per “convincere i governi di tutto il mondo ad approvare un accordo efficace ed equo durante la Conferenza Onu sul clima a Copenhagen in dicembre”.
Un tempo, gli anni non erano così affollati. C’era solo l’Anno Polare Internazionale e capitava una volta ogni morte di papa: tre volte finora, nel 1882, 1932 e 2007. Sulle sue orme l’Anno Geofisico Internazionale, solo soletto, nel 1957. Poi nel 1959, con l’Anno Internazionale dei Rifugiati, le Nazioni Unite iniziarono a dedicare gli anni a cause umanitarie ed ecologiche. In effetti, sommersi come siamo da validissimi motivi di preoccupazione per il nostro futuro, concentrare in un anno gli sforzi per comunicare alla popolazione è in effetti una buona idea per superare il muro di indifferenza che altrimenti avvolge tali cause. Lecito chiedersi però se la cosa non ci abbia un po’ preso la mano, fino a rendere anni come quello che sta iniziando davvero un po’ troppo…intensi. In compenso, il 2010 sembra decisamente più tranquillo: per ora è solo l’Anno Internazionale della Biodiversità, ma da qui a dicembre qualche altra causa salterà fuori.
Nicola Nosengo