Con il G8 della scienza, l’Italia si candida quindi ad assumere il ruolo di protagonista nella rivoluzione verde che sta contagiando l’economia mondiale in tempi di crisi. Considerando solo i fondi stanziati dalla Commissione europea, nei prossimi anni il nostro paese spenderà quasi nove miliardi di euro per le energie rinnovabili, misure di ecoinnovazione per le piccole medie imprese, sviluppo di trasporti puliti e a bassa emissione di carbonio e altro. “Il supporto all'economia verde e all'ambiente va mano nella mano con gli obiettivi di una politica di coesione che voglia portare a uno sviluppo sostenibile salvaguardando la competitività e l'occupazione europea”. ha spiegato commissario europeo alla politica regionale, Danuta Huebner. “In un periodo di turbolenza e crisi economica questo stimolo sarà determinante a creare nuovi posti di lavoro e rivitalizzare l'economia europea”.
L’esempio forse più recente e significativo di come le tecnologie verdi e la ricerca scientifica possano diventare motori di sviluppo economico, alimentando un circolo virtuoso di investimenti, è il satellite dall’Agenzia spaziale europea GOCE, acronimo che sta per Gravity Field and steady-state Ocean Circulation Explorer. Partito il 17 marzo dalla base russa di Plesetsk, a circa 800 chilometri a nord di Mosca, GOCE è considerato un gioiello dell’industria (è stato realizzato da un consorzio di 45 aziende, capitanate da Thales Alenia Space di Torino). A forma di freccia e di colore rosso, questo satellite aerodinamico, soprannominato la “Ferrari dello spazio”, misurerà il campo gravitazionale della Terra con una sensibilità senza precedenti, fino a mille volte superiore rispetto alle altre missioni. Grazie a un gradiometro di altissima precisione, GOCE fornirà agli scienziati la prima mappa tridimensionale della forma della Terra (che non è una palla perfetta, come si potrebbe credere, ma appunto, un geoide).
Questo servirà a capire meglio la circolazione degli oceani, che è determinante per il clima terrestre, a calcolare con esattezza l’innalzamento dei mari dovuto al riscaldamento del clima, ma anche a monitorare gli spostamenti delle calotte polari, seguire le placche tettoniche all’origine di alcuni tipi di terremoti, a stabilire con maggiore precisione l'altezza delle montagne e la conformazione delle terre emerse, elementi preziosi per esempio per la costruzione di opere come ponti, tunnel o strade. Tante, quindi, le applicazioni e le ricadute di questa missione costata 350milioni di euro con cui l’ESA ha inaugurato il programma Earth Explorer che prevede il lancio di altri cinque satelliti altamente specializzati per favorire la comprensione dei fenomeni geodinamici. L’osservazione della Terra è ormai una delle attività di punta anche per l’Agenzia Spaziale Italiana, con sistemi come COSMO-SkyMed, la costellazione di quattro satelliti radar (tre dei quali già in orbita) per lo studio del cambiamento climatico, la prevenzione alle catastrofi naturali e la lotta all’inquinamento atmosferico.
Daniela Cipolloni