Venerdì, 04 Dicembre 2020


I risultati dell’ultima campagna di scavo nel sito di Uşaklı Höyük, in Turchia centrale alla quale hanno partecipato gli archeologi dell’Università di Pisa


Si chiama Zippalanda la città santa ittita consacrata al Dio della Tempesta sulle cui tracce è al lavoro dal 2008 la missione italo-turca in Anatolia Centrale alla quale partecipa anche l’Università di Pisa. L’ultima campagna di scavi a nel sito di Uşaklı Höyük terminata in autunno ha rivelato la presenza di probabili tracce dell’insediamento dell’età del Bronzo Medio, ancora precedenti alla città ittita che secondo gli studiosi sarebbe appunto da identificarsi con Zippalanda.
“Il risultato conseguito è di grande importanza perché per la prima volta abbiamo trovate prove chiare della presenza che il sito era abitato già nell’età del Bronzo Medio, cioè nella prima metà del II millennio a.C – spiega il professore Anacleto D’Agostino dell’Università di Pisa - questo indica chiaramente che il luogo in cui si sviluppò la città ittita era stato secoli prima di un insediamento esteso, che occupava oltre alla cittadella almeno una larga porzione della città bassa”.

Pubblicato in Paleontologia
Venerdì, 04 Dicembre 2020 10:30

Nuova luce sulla divisione cellulare nei tumori

Figura: orientamento del fuso mitotico in una cellula normale o in presenza di livelli alterati di Aurora-A o TPX2. Da “Polverino et al., 2020, Current Biology”. Created with BioRender.com.

 

 

Uno studio condotto dall' Istituto di biologia e patologia molecolari del Cnr e dall' Istituto europeo di oncologia approfondisce il coinvolgimento nel processo di iperproliferazione e disorganizzazione cellulare di due proteine presenti a livelli elevati nei tumori, la chinasi Aurora-A e il suo attivatore TPX2. Lo studio è pubblicato sulla rivista Current Biology.

La direzione della divisione di una cellula determina la posizione delle due cellule figlie, contribuendo a definirne il destino verso la proliferazione o il differenziamento. Il controllo dell’orientamento della divisione cellulare è quindi fondamentale nei processi di sviluppo, nell’organizzazione dei tessuti e nella loro omeostasi. Uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology dai gruppi di ricerca diretti da Giulia Guarguaglini dell’Istituto di biologia e patologia molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibpm) di Roma e Marina Mapelli dell’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano, descrive e chiarisce il coinvolgimento in tale processo di due proteine, la chinasi Aurora-A e il suo attivatore TPX2, spesso presenti a livelli elevati nei tumori.

Pubblicato in Medicina

 


Abstract


Background & aims
Great interest has been raised by the possible protective role of vitamin D in coronavirus disease 2019 (COVID-19), but objective data on 25(OH)vitamin D deficiency in hospitalized COVID-19 patients are not conclusive.

The aim of this study was to determine the prevalence of 25(OH)vitamin D deficiency in COVID-19 patients admitted to an Italian referral hospital and explore its association with clinical outcomes and the markers of disease severity.

Methods
In this single-center cohort study, 129 consecutive adult COVID-19 patients hospitalized in an Italian referral center were enrolled from March to April 2020. 25(OH)Vitamin D serum levels were assessed 48 h since hospital admission and categorized into: normal (≥30 ng/mL), insufficient (<30 - ≥20 ng/mL), moderately deficient (<20 - ≥10 ng/mL), severely deficient (<10 ng/mL).

Results
The prevalence of 25(OH)vitamin D insufficiency, moderate deficiency and severe deficiency was 13.2%, 22.5% and 54.3%, respectively.

25(OH)Vitamin D deficiency (<20 ng/mL) was not associated with COVID-19 clinical features and outcomes. Unexpectedly, after adjusting for major confounders, a significant positive association between increasing 25(OH)vitamin D levels and in-hospital mortality (on a continuous logarithmic scale, odds ratio = 1.73 [95% CI, 1.11 to 2.69]; P = .016) was observed.

Conclusions
Very low 25(OH)vitamin D levels were highly prevalent and suggestive of deficiency among our hospitalized severe COVID-19 patients, but low 25(OH)vitamin D levels were not associated with outcome variables. Whether 25(OH)vitamin D adequacy may influence clinical outcomes in COVID-19 and the unexpected correlation between higher 25(OH)vitamin D levels and mortality require further investigations by large intervention trials.

 

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Pubblicato in Scienceonline


Una ricerca che ha visto la collaborazione della Sapienza e degli Atenei di Firenze e Pisa approfondisce la conoscenza del più completo scheletro di Neanderthal mai ritrovato. La difficile raggiungibilità del reperto nella grotta di Lamalunga ha richiesto l’uso di sonde videoscopiche e di un apparecchio a raggi X portatile. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista PLoS One.
La ricerca scientifica punta nuovamente i riflettori sull’Uomo di Altamura, il più completo scheletro di Neanderthal mai scoperto e uno fra i più antichi, risalente a circa 150mila anni fa.

 

Rinvenuto nel 1993 in Puglia, nelle profondità della grotta carsica di Lamalunga in Alta Murgia, è tuttora imprigionato nella roccia a diversi metri di profondità, coperto di incrostazioni calcaree che ne rendono difficile l’osservazione. L’eccezionale reperto, testimonianza di un uomo preistorico precipitato in un pozzo naturale dove morì di stenti, è di fondamentale importanza per i ricercatori. È stato oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) e autorizzato dalla competente Soprintendenza Archeologica, che ha permesso una serie di indagini scientifiche condotte negli ultimi anni (2017-2020), i cui risultati iniziano ora a essere pubblicati su riviste internazionali.

Pubblicato in Paleontologia

 

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