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Giovedì, 10 Ottobre 2024

 

Lyu et al. (2024), in a recent study published in the Journal of Archaeological Science, have made a significant advancement in the analysis of organic residues in ancient pottery, combining two powerful analytical techniques: lipidomics and proteomics. By examining pottery fragments from the Xiawan site in the Taihu Lake region of China, the researchers obtained a detailed picture of the dietary habits and culinary practices of a population living during the Songze period (ca. 5800-5300 BP).

Lipid analysis revealed a wide range of organic compounds, including medium- and long-chain fatty acids, sterols, aliphatic alcohols, and isoprenoids, which are the building blocks of fats, oils, and waxes. These molecular biomarkers allowed the identification of the food sources used, distinguishing between products of animal and plant origin. In particular, lipids characteristic of fish, terrestrial mammals, and plants were identified, suggesting a diversified diet adapted to the available environmental resources.

Pubblicato in Scienceonline
 
 
 
Lyu et al. (2024), in un recente studio pubblicato su Journal of Archaeological Science, hanno compiuto un significativo passo avanti nell'analisi dei residui organici in ceramica antica, combinando due potenti tecniche analitiche: la lipidomica e la proteomica. Attraverso l'esame di frammenti ceramici provenienti dal sito di Xiawan, nella regione del Lago Taihu in Cina, i ricercatori hanno ottenuto un quadro dettagliato delle abitudini alimentari e delle pratiche culinarie di una popolazione vissuta durante il periodo Songze (ca. 5800-5300 BP).
 
L'analisi lipidica ha rivelato la presenza di una vasta gamma di composti organici, tra cui acidi grassi a catena media e lunga, steroli, alcoli alifatici e isoprenoidi, che rappresentano i "mattoni" costitutivi di grassi, oli e cere. Questi biomarker molecolari hanno permesso di identificare le fonti alimentari utilizzate, distinguendo tra prodotti di origine animale e vegetale. In particolare, sono stati individuati lipidi caratteristici di pesci, mammiferi terrestri e piante, suggerendo una dieta diversificata e adattata alle risorse ambientali disponibili.
Pubblicato in Archeologia


Il Living Planet Report 2024 rivela un "sistema in pericolo" mentre il mondo si avvicina a punti di non ritorno causati dalla perdita di natura e dal cambiamento climatico


Secondo il Living Planet Report (LPR) 2024 del WWF, c’è stato un catastrofico calo del 73% della dimensione media delle popolazioni globali di vertebrati selvatici oggetto di monitoraggio in soli 50 anni (1970-2020). Il report avvisa che, mentre il Pianeta si avvicina a pericolosi punti di non ritorno che rappresentano gravi minacce per l’umanità, nei prossimi cinque anni sarà necessario un enorme sforzo collettivo per affrontare la duplice morsa della crisi climatica e biologica.

Pubblicato in Ambiente
Oued Beht, Khemisset. Foto aerea del sito (foto: T. Wilkinson, Archivio OBAP)

Oued Beht, Khemisset. Foto aerea del sito (foto: T. Wilkinson, Archivio OBAP)

 


A Oued Beht in Marocco, grazie a un progetto di ricerche archeologiche multidisciplinari, è venuto alla luce il più antico complesso agricolo finora documentato in Africa al di fuori della Valle del Nilo. Le testimonianze individuate indicano, infatti, la presenza di un vasto insediamento di circa dieci ettari, paragonabile per dimensioni al sito di Troia dell’età del Bronzo Antico.

Oued Beht, secondo gli studiosi, fornisce nuove e importantissime informazioni sul popolamento del Maghreb tra IV e III millennio a.C., confermando il ruolo cruciale di questa regione nell'evoluzione delle società complesse nel Mediterraneo e in Africa settentrionale. I risultati delle ricerche sono stati pubblicati in un articolo open access sulla rivista Antiquity.

Pubblicato in Paleontologia

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