Luglio 2020

Treatment of a patient with Covid-19 in the intensive care unit of the University Hospital Basel. (Photo: University Hospital Basel, Fabian Fiechter)



Lopinavir is a drug against HIV, hydroxychloroquine is used to treat malaria and rheumatism. Until recently, both drugs were regarded as potential agents in the fight against the coronavirus SARS-CoV-2. A research group from the University of Basel and the University Hospital has now discovered that the concentration of the two drugs in the lungs of Covid-19 patients is not sufficient to fight the virus.

In February 2020, a Covid-19 patient cohort was established at the University and the University Hospital in Basel to prospectively monitor a range of diagnostic means and potential treatments for Covid-19, including the off-label use of hydroxychloroquine and lopinavir/ritonavir.

A research group prospectively monitored lopinavir plasma levels in Covid-19 patients. “Considering that substantial inflammation was observed in these patients, and previous studies have shown the inhibition of drug metabolism by systemic inflammation, we had the rationale to investigate the effect of inflammation on lopinavir and hydroxychloroquine plasma levels,” states Professor Catia Marzolini, first author of the study and professor for experimental medicine at the University of Basel.

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Il virus ha attaccato la Lombardia con un “assalto multiplo e concentrico”. Sono almeno 2 i ceppi circolanti (lineages) da metà gennaio: a rivelarlo uno studio promosso da Fondazione Cariplo e realizzato dai ricercatori dell’Ospedale Niguarda di Milano e del Policlinico San Matteo di Pavia. L’analisi fornisce importanti indicazioni per chi dovrà lavorare sul vaccino e sulle cure in futuro; anche per questo motivo, i dati sono stati messi a disposizione della comunità scientifica internazionale.

Sono stati presentati questa mattina i risultati dello studio promosso e sostenuto da Fondazione Cariplo condotto dai ricercatori della ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano e della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia.

Si tratta dello studio più ampio condotto sino ad oggi sul sequenziamento del virus SARS-CoV-2 in una stessa area geografica, che fotografa quanto è accaduto dall’inizio dell’anno attraverso un approccio scientifico “evidence-based”. Sono state analizzate le sequenze genomiche virali da circa 350 pazienti, provenienti da aree diverse della Lombardia.

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The individual mix of microorganisms in the human gastrointestinal tract provides vital clues as to how any future incidence of type 2 diabetes can be predicted, prevented and treated. This is demonstrated in a population study led from the University of Gothenburg.

That a person’s gut microbiota can contribute to type 2 diabetes has been shown in previous research, led by Fredrik Bäckhed, Professor of Molecular Medicine at Sahlgrenska Academy, University of Gothenburg. The present study, now published in the journal Cell Metabolism, describes newly discovered clues in the microbiota to how bacteria may contribute to type 2 diabetes and potentially predict who will develop disease based individual’s gut microbiota.

By studying people who have not yet developed type 2 diabetes, the researchers were able to rule out the possibility that the gut microbiota was affected by the disease or its treatment. The majority of previous studies in this field have compared healthy individuals with patients.

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Quando il "mal di testa" è invalidante


L’emicrania e le cefalee muscolo-tensive sono due patologie estremamente comuni ed altamente invalidanti, la cui presenza influisce molto negativamente sulla qualità di vita dei pazienti affetti. Il dolore può essere continuo o pulsante, localizzato o generalizzato a tutta la testa, con eventuali irradiazioni al collo, alle spalle e (raramente) alle braccia, con presenza di nausea o vomito, fastidio alla luce, suoni, odori e al movimento.

I pazienti colpiti sono costretti ad assumere notevoli quantità di medicinali con, spesso, fenomeni di sovraccumulo ed effetti collaterali sgradevoli.
Recenti teorie relative all’insorgenza dell’emicrania e delle cefalee muscolo-tensive hanno confermato come queste, in molti casi, siano strettamente correlate all’irritazione di alcuni nervi superficiali, localizzati a livello della fronte o dello scalpo, compressi da piccoli vasi o muscoli circostanti, e che questi “punti scatenanti” (trigger points) possano essere eliminati mediante un intervento chirurgico mininvasivo.

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Come sta il mare post lockdown? L’inquinamento da plastica e microplastica è aumentato o diminuito, complice il crescente uso di dispositivi di protezione individuale e plastica monouso? Per rispondere a queste domande ma anche per documentare l’enorme biodiversità dei nostri mari e studiare come anch’essa stia soffrendo l’impatto dei cambiamenti climatici, parte giovedì 16 luglio 2020 da Porto Santo Stefano (Grosseto) il tour di Greenpeace “Difendiamo il Mare”.

Per verificare l’evoluzione della situazione dopo il lockdown Greenpeace tornerà anche in località toccate dal tour effettuato nella primavera 2019. Navigheremo nelle acque del Santuario dei Cetacei per vedere come stanno questi meravigliosi mammiferi, anche loro minacciati da un virus.

“Difendiamo il Mare” è organizzato in collaborazione con la Fondazione Exodus di don Mazzi, che mette a disposizione la barca a vela Bamboo, con la quale navigheremo nel Mar Tirreno centro settentrionale. Alla spedizione parteciperanno ricercatori dell’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, del DiSVA (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente) dell’Università Politecnica delle Marche specializzati nello studio delle microplastiche, esperti di flora e fauna marina costiera del DiSTAV (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita) dell’Università degli Studi di Genova, ricercatori dell’Istituto Thethys: con loro porteremo avanti una spedizione di ricerca, monitoraggio e documentazione per rispondere all’allarme lanciato dal mare e dalle sue creature.

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Lunedì, 13 Luglio 2020 12:49

Il Mediterraneo è una trappola per squali

Tantissime specie di squali e razze – alcune di esse in pericolo critico di estinzione – sono regolarmente catturate in modo illegale da reti e palangari nel Mediterraneo, come rivelato dalle numerose segnalazioni ricevute dal WWF da un’iniziativa regionale di Citizen Science. A causa di questa diffusa illegalità e alla mancanza di una gestione e di un controllo adeguati, nel mediterraneo si consuma ogni anno una vera e propria mattanza di squali, razze, torpedini che provoca danni enormi all’ecosistema marino. Il Mediterraneo si conferma quindi essere uno dei peggiori mari al mondo nella tutela degli squali.

Alla vigilia della Giornata Mondiale degli Squali - Shark Awareness Day (14 Luglio), il WWF fa appello a tutti i paesi mediterranei affinché agiscano con urgenza per migliorare l’informazione e la consapevolezza tra i pescatori, rafforzare i controlli e assicurare un adeguato sistema di segnalazione delle catture di squali e razze.
Squali e razze sono indicatori fondamentali della salute degli oceani e i loro effetti ‘benefici’ sugli equilibri marini si estendono dalla superficie ai fondali più profondi. In molte zone del mondo rappresentano anche un’importante risorsa economica nel turismo.

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Sabato 18 Luglio 2020

Roma, Società Romana di Scienze Naturali, sabato 18 luglio 2020, ore 17.00

 

Sabato 18 Luglio 2020, alle ore 17.00, presso la Società Romana di Scienze Naturali “Campus di Villa Esmeralda", Via Fratelli Maristi 43, Roma, presentazione del volume Dieci figure femminili della zoologia italiana del XX secolo di Pierangelo Crucitti e Francesco Bubbico, pubblicato per i tipi della Gangemi editore.

L'obiettivo primario dell'opera è ristabilire il principio del fondamentale apporto di conoscenze che tante donne hanno dato alla ricerca scientifica, spesso totalmente misconosciuto; in particolare, costituisce un tributo a dieci eminenti scienziate italiane del XX secolo, specialiste delle più diverse branche della Biologia Animale, che hanno consacrato le proprie vite alla ricerca conseguendo importanti risultati in un momento storico e in contesti accademici riluttanti se non fortemente ostili nel riconoscere il loro valore. Il clima politico in cui sono vissute, nell'Italia liberticida e delle infami leggi razziali, ha privilegiato la fedeltà ideologica al regime dei loro colleghi uomini. Nel secondo dopoguerra, questa situazione di assurda disparità che ha ostacolato lo sviluppo di brillanti carriere accademiche alle quali tante ricercatrici erano destinate, si modifica progressivamente; peraltro, ancora oggi, le resistenze della società civile determinano situazioni di forte disparità di genere in numerosi settori della ricerca in particolare e del lavoro in generale; anche in Italia, sebbene in misura minore rispetto a tanti paesi della comune patria europea.



presenta
Alessandro Minelli

 

 

 

 

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Recently, the world has been dealing with a devastating global pandemic coronavirus infection, with more than 12 million infected worldwide and over 300,000 deaths as of May 15th 2020, related to a novel coronavirus (2019-nCoV), characterized by a spherical morphology and identified through next-generation sequencing. Although the respiratory tract is the primary portal of entry of SARS-CoV-2, gastrointestinal involvement associated with nausea, vomiting and diarrhoea may also occur. No drug or vaccine has been approved due to the absence of evidence deriving from rigorous clinical trials.

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GIUSEPPE PALERMO

FERMO IMMAGINE

Giardini di Palazzo Mezzacapo (locali ex A.A.S.T.)
Maiori – Costa d’Amalfi (SA)

Vernissage 11 luglio ore 19
11 luglio – 31 agosto 2020
Apertura tutti i giorni ore 18 - 22 ingresso gratuito

 

 

Sabato 11 luglio a Maiori, in Costa d’Amalfi, si terrà il vernissage della mostra d’arte contemporanea dal titolo “Fermo immagine” dell’artista Giuseppe Palermo, nei bei locali dell’ex Azienda di Soggiorno e Turismo, situati nei Giardini di Palazzo Mezzacapo (ore 19,00).


Anche quest’anno Palermo, ormai stabilito a Roma da anni e dove ha il suo showroom d’arte, ritorna in Costiera amalfitana con una sua mostra, diversa completamente nei contenuti che erano al centro delle sue esibizioni degli anni precedenti e che partivano dall’arte ceramica e materica delle antiche riggiole napoletane, frutto di una ricerca, ormai avviata da tempo, da piastrelle e maioliche antiche e tipiche per tramutarle in coloratissime o bicromatiche tele.
Durante il lungo periodo di chiusura dovuto alla Pandemia, l’artista ha avviato una riflessione interiore sullo scorrere dell’esistenza di ognuno di noi, prima che su se stesso, per arrivare alla conclusione che il passare del tempo è fatto da tanti gesti e abitudini che si replicano al punto da perderne la consapevolezza. Riti che sono immutabili, che si ripetono senza che nessuno se ne accorga, che ci faccia caso. Si generano quasi involontariamente nel volgere della vita, come ad esempio il bagno a mare di ragazzi, una passeggiata con il nonno, il primo monopattino, l’attesa di un amico, il gelato al bar centrale. Una sorta di video che scorre senza interruzioni da sempre, senza una musica particolare che faccia da sottofondo, senza clamore. Un video che dimentichiamo presto, che si confonde con l’anno precedente e quello ancora prima. Ricordi che si stratificano come pagine dove solo l’ultima è perfettamente leggibile. Giuseppe Palermo, al tempo del Coronavirus, riflette sulla ripetitività inconsapevole della vita e si confronta con questo terreno per certi versi banale, quotidiano, anonimo.

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The mapping exercise was carried out on 12,571 scientific papers published between 1970 and 2020. The last four months saw 1,009 publications, marking a historic high in this field of research

Researchers from the Universities of Granada and Cádiz have carried out the first bibliometric analysis of scientific papers dealing with different types and strains of Coronavirus and the citations and impact deriving from these publications. The analysis covered 12,571 articles published between 1970 and April 18, 2020. The last four months of this period saw 1,009 papers published—a historic high in this field of research.

To conduct this study of Coronavirus research in the scientific literature (with an emphasis on Covid-19), the researchers drew on the publications listed in the Core Collection of the Web of Science database covering the past 50 years.

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