La sua vista acuta anche di notte e in condizioni atmosferiche disagevoli e la sua “intelligenza” la rendono una eccellente tecnologia anti intrusione, ideale anche per i suoi costi contenuti, visto che il cervello è tutto in un chip. Quando si parla di intelligenza artificiale spesso si pensa ai robot ma in realtà le potenziali applicazioni nella vita quotidiana sono molteplici e di tutto rispetto. Se un masso o qualcos’altro blocca i binari, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, avere un sistema di videosorveglianza lungo tutta la strada ferrata permetterebbe di evitare molti incidenti; quante volte succede che qualcuno si avvici pericolosamente ai binari perché nessuno se n’è accorto, talvolta con epiloghi tragici. Con telecamere intelligenti tutto ciò si può evitare. L’essere umano non è in grado di garantire una attenzione continua e costante, soprattutto se si tratta di fissare un monitor per molte ore senza poter cambiare canale. Isidis deve le sue capacità ad un sistema integrato in cui alle cosidette reti neurali che mimano la visione, è associato un sistema intelligente che ragiona per simboli ed è in grado, debitamente istruito, di elaborare e confrontare le immagini secondo logica. Naturalmente tutto avviene in tempo reale e il programma è calibrato sulle caratteristiche del sito da sorvegliare, ma ove necessario la telecamera potrà anche essere manovrata a distanza da un operatore per ampliare la visuale o identificare la natura di un oggetto sospetto. In ogni caso se qualcosa di insolito avviene in un’area non permesssa sarà Isidis a dare l’allarme dopo aver confrontato le immagini. Col tempo infatti e con l’esperienza in memoria, questa telecamera “impara”diventando sempre più efficiente. Non allerterà invano per un po’di nebbia, ma darà l’allarme in caso di un corto circuito che genera fumo. Le immagini infatti vengono scomposte e analizzate pezzo per pezzo in un puzzle dove alcune tessere hanno più valore delle altre, come in una caricatura dove l’artista sceglie i tratti peculiari. Così confrontare due immagini in tempi diversi o in condizioni atmosferiche diverse, diventa più semplice, ma le tessere principali devono sempre rispettare delle caratteristiche perché le immagini siano sovrapponibili e non scatti l’allarme.
Peccato che questi occhi non abbiano le ali per volare dove servono, ma per fortuna ci sono i satelliti che orbitano intorno alla Terra e ce n’è sempre qualcuno a cui chiedere cos’ha visto passando, purchè si facciano le domande giuste. I ricercatori del MARSec, Mediterranean Agency for Remote Sensing and Environmental Control, nato da una iniziativa della provincia di Benevento, dove ha sede, sanno bene come maneggiare i dati carpiti ai satelliti di passaggio. Una portentosa antenna con un raggio d’azione che va dal nord Europa all’Africa e dal Portogallo al Medio Oriente e lo sviluppo di software per l’analisi integrata dei dati, conferiscono al Marsec una rilevanza strategica. Grazie alle potenzialità e alle risorse tecnologiche, la società partecipa al progetto EOS della NASA per il monitoraggio di terra, mare ed atmosfera e lo studio delle variabili ambientali. L’antenna riceve anche dati dai satelliti metereologici NOAA in grado di rilevare incendi e variazioni nella vegetazione; la possibilità di un controllo incrociato dei dati forniti da più fonti, permette di creare mappe dettagliate e senza soluzione di continuità.
Un accordo stipulato con l’agenzia spaziale canadese, concede alla società di interrogare i satelliti Radarsat, in grado di vedere oltre le nubi con un sistema radar anziché ottico. I dati vengono integrati con quelli forniti dai sensori a terra per lo studio dei movimenti franosi e della qualità delle acque e trasformati in utile stumento di lavoro per chi si occupa del controllo del territorio e della pianificazione delle attività antropiche. Giacchè si parla spesso ultimamente di sicurezza, ahinoi perduta, degno di nota è il progetto M.I.S.T.R.A.L.S., sviluppato da Marsec, che si occupa del monitoraggio del territorio da immagini satellitari per la rilevazione di abusi su larga scala. Le immagini trasmesse dai satelliti Eros A e B della israeliana Imagesat, sono ad alta risoluzione, fino ad 1,80 metri da terra nel caso di Eros A che si riducono a 70 cm per Eros B. Non è difficile immaginare come queste immagini possano essere utili per scopi urbanistici, per la protezione civile e non ultimo per identificare abusi edilizi e danni ambientali. Sono già molti in Campania i progetti che il Marsec porta avanti con vari scopi per alcuni enti provinciali e la Regione Campania sta attuando il monitoraggio ad alta o altissima risoluzione di molti comuni nell’ambito del progetto Mistrals. Marsec dà il suo contributo con le sue tecnologie ad importanti progetti internazionali, c’è da augurarsi un maggior impiego e una maggiore diffusione di questi mezzi anche sul territorio italiano, per la salvaguardia dell’ambiente e per la sicurezza di tutti.
Mariateresa De Pascale