Il 6 giugno scorso sono stati presentati all’Agenzia Spaziale Italiana i risultati di una ricerca eseguita per conto dell’ASI dal Dipartimento di Scienze aziendali, economiche e metodi quantitativi dell’Università di Bergamo
Le attività spaziali offrono grandi benefici economici che non si fermano solo a quest’ambito, ma si diffondono e circolano in modo significativo verso altre aziende e altri settori: sono gli ‘spillover tecnologici’, oggetto di studio della ricerca “Misure e rilevanza degli Spillover dalle industrie ad alta tecnologia, con particolare attenzione all’industria spaziale: il caso italiano”, condotta dall’Università di Bergamo e commissionata dall’Agenzia Spaziale Italiana.
L’indagine, partendo da un’analisi dei dati del periodo 1980 – 2011 relativa a 22 diversi settori dell’industria manifatturiera, ha evidenziato l’eccezionalità delle prospettive, gli effetti moltiplicativi del settore spaziale sugli altri e i forti aumenti di produttività portati nel tessuto economico del Paese. I risultati dimostrano che esistono spillover significativi tra diversi settori, con effetti rilevanti e maggiori rispetto al capitale di conoscenza interno, con rendimenti positivi ed elevati: tutto ciò segnala significative opportunità di investimenti.
Lo studio ha messo in luce che il settore spaziale ha un’elevata intensità di ricerca e sviluppo sul valore della produzione, pari a quasi il 12%, contro il 4% dell’hi-tech nel suo complesso. Importante è anche il dato della diversificazione tecnologica: le tecnologie spaziali sono molto diversificate (l’indice di eterogeneità tecnologica ha un valore molto alto) e quindi utilizzabili in settori diversi. Inoltre, l’indice di ricerca e sviluppo per addetto nel settore spaziale è di 30mila euro, nell’hi-tech circa 11mila.
Un punto fondamentale, sottolineato nel corso del convegno, è la differenza tra trasferimento tecnologico, che fa riferimento a un ambito di mercato in cui la conoscenza si diffonde attraverso i brevetti, e gli spillover, sinonimo di circolazione di conoscenze tecnologiche al di fuori dei rapporti di mercato: con gli spillover le conoscenze non vengono vendute o acquistate, ma si muovono gratuitamente e così facendo stimolano la produttività anche in settori molto lontani l’uno dall’altro.
Chiara Di Mizio