Firenze e la scienza nell’800. Quattro mostre per raccontare come si arrivò al futuro.

Con l’inaugurazione contemporanea, in quattro sedi differenti, delle altrettante mostre dedicate alla costruzione del sapere scientifico del XIX secolo (“Firenze Scienza. Le collezioni, i luoghi e i personaggi dell’800”, fino al 9 maggio 2010, www.firenzescienza.it) la città di Firenze guadagna un posto speciale nel difficile compito della divulgazione scientifica condotta attraverso i musei.
Il percorso si articola come un vero e proprio viaggio nel Tempo.

 


Si inizia con “Firenze 1829” (Palazzo Medici Riccardi, curatrice Silvestra Bartoletti), la mostra dedicata al clima culturale e sociale fiorentino, con l’esposizione di dipinti, manufatti e strumenti risalenti all’epoca del granducato di Leopoldo II di Lorena (1797 – 1870), uomo illuminato e amato dalla popolazione. Egli promosse i Congressi degli scienziati italiani di Pisa (1839) e di Firenze (1841), fece ripubblicare le opere di Galileo Galilei e promulgò, nel 1847, una Costituzione che rimase però in vigore per soli due anni: in coincidenza con i moti rivoluzionari del 1848, infatti, il Granduca adottò una brusca svolta nella sua politica, adeguandola a quella, tutt’altro che progressista, di Vienna.
L’altra esposizione, “La Tribuna di Galileo e la Specola fiorentina” (curatore Fausto Barbagli, presso il Museo di Storia Naturale) presenta una ricca selezione di reperti naturalistici, cere botaniche e anatomiche, telescopi. In tale occasione è stato restaurato ed aperto al pubblico, dopo 150 anni, l’Osservatorio del “Torrino”.

 

Un momento dell’inaugurazione della mostra “La Fisica a Firenze nell’800” al Museo di Storia della Scienza (foto: L.Sisti)


Questa originale full immersion nel passato prosegue con la visita al Museo di Storia della Scienza, presso cui è allestita la mostra “La Fisica a Firenze nell’Ottocento. Strumenti e macchine da utilizzare” (curata da Simone Contardi e Mara Miniati) che permette di ricreare dal vivo, attraverso fedeli e funzionanti ricostruzioni degli strumenti originali, il lavoro e le scoperte dei ricercatori dell’epoca. Nelle sale rinnovate del futuro museo “Galileo Galilei”, la cui apertura è attesa per il prossimo anno, sono esposti, oltre ai modelli ricostruiti per il pubblico (che potrà immergersi nelle false prospettive di una camera oscura o sperimentare le forze centrifughe con appositi macchinari)  numerosi strumenti originali: macchine elettrostatiche e pompe pneumatiche derivanti dalla prima dotazione settecentesca del museo; bobine e batterie, galvanometri e pile, realizzate da Leopoldo Nobili (1784 – 1835) nel corso delle sue ricerche sull’elettromagnetismo.

 

Mostra “La didattica delle Scienze nell’800”. Lezioni di elettricità con strumentazione dell’epoca presso il Gabinetto di Fisica della Fondazione Scienza e Tecnica (foto: L.Sisti)


A conclusione di un viaggio rivolto ad uno “storico futuro” che credeva ancora nell’unitarietà del sapere scientifico e quindi nella necessità di divulgarlo adeguatamente agli studiosi impegnati nelle ricerche, troviamo le centinaia di esemplari esposti presso il Gabinetto di Fisica della Fondazione Scienza e Tecnica (“La didattica delle scienze nell’Ottocento”: curatori Paolo Brenni, Anna Giatti, Guido Gori) ovvero l’antico Istituto Tecnico Toscano, fondato da Leopoldo II nel 1850 e aperto all’insegnamento nel 1857 con il preciso scopo di formare, in linea con quanto accadeva in Europa in quegli anni, i migliori tecnici per l’industria nascente. La collezione attuale è costituita da quasi 3.000 strumenti che spaziano dalla meccanica all’ingegneria mineraria, dall’ingegneria chimica a quella agraria, a testimoniare il genio e la volontà di uomini che raffinarono la ricerca utilizzando i mezzi a loro disposizione e creandone continuamente di nuovi. La Collezione, che prese origine dalla volontà del matematico Filippo Corridi (1806 – 1877) per l’insegnamento della “fisica tecnologica e la tecnologia speciale delle arti fisiche” è organizzata in modo sistematico, così da riuscire a comunicare al largo pubblico lo sviluppo delle conoscenze scientifiche attraverso la spiegazione degli strumenti originali e riprodurre la logica di un laboratorio ottocentesco, soprattutto nel campo delle scienze fisiche. Un “esperimento” didattico di sicuro impatto, pensato anche per i giovani e le famiglie, che potranno vivere l’atmosfera delle scoperte scientifiche dell’800 e del primo ‘900, attraverso strumenti ottici, elettrici, acustici e i primi oggetti per lo studio dei fenomeni di radioattività.

 

Un altro momento della mostra presso il Gabinetto di Fisica della Fondazione Scienza e Tecnica (foto: L.Sisti)

 

L’inaugurazione delle quattro mostre a Firenze ha preceduto di poche ore lo svolgimento della V Conferenza dei musei d’Italia (Milano, 9 e 10 novembre 2009) dal significativo titolo “I musei al tempo della crisi” ovvero pensare la cultura come risorsa economica. Affermazioni come “in Italia ciascun territorio è museo, ciascuna città è museo, dove ogni cittadino deve potersi ritrovare e ritrovare le sue radici” (Novo Umberto Maerna, Assessore alla cultura della Provincia di Milano) sono dichiarazioni di intenti senza dubbio meritevoli per il futuro dei musei italiani ed europei; resta il fatto che per difendere l’identità culturale di un territorio non è sufficiente un approccio top-down da parte delle istituzioni (museali e non) mirato alla conservazione dei “beni culturali” ed eventualmente alla loro divulgazione al cittadino. Occorre forse riscoprire, in ciascuno di noi, una parte della passione che contraddistinse l’animo di tutti coloro che contribuirono alla costruzione della nostra storia culturale,  laddove termini come identità e integrazione si fondono con “esperimento” e quindi fruibilità, anche emotiva, di un sapere – quello scientifico in particolare – relegato per troppo tempo nella sfera asettica del linguaggio settoriale.




Luisa Sisti

Ultima modifica il Martedì, 06 Marzo 2012 13:58
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