KOALA, SALVIAMO IL SIMBOLO DELLA FAUNA AUSTRALIANA
CONTINUA LA CAMPAGNA DEL WWF “A NATALE METTICI IL CUORE”
Il video provocazione del WWF in occasione del venerdì di ‘corsa agli acquisti’ che offre sconti speciali: “La natura non è scontata. Questo Black Friday adotta una specie in via d’estinzione su adozioni.wwf.it”
Il Black Friday, giorno di sconti nato in America che segna l’inizio dello shopping natalizio, è vicino e tanti saldi stanno già piovendo su di noi a gran velocità. La sopravvivenza degli animali, però, non è scontata. Negli ultimi 50 anni il mondo è stato trasformato dall’esplosione del commercio globale, dei consumi e della crescita della popolazione umana, oltre che da un grandissimo incremento dell’urbanizzazione. Queste tendenze di fondo stanno portando al degrado della natura e al sovrasfruttamento delle risorse naturali ad un ritmo senza precedenti. Proprio in vista del Black Friday, il WWF lancia l’allarme attraverso un video che vuole smuovere le coscienze, e concentra l’attenzione sulla specie simbolo della fauna australiana: il koala.
Neuroscienze: prevedere azioni e reazioni, i due lati del cervello hanno capacità predittive diverse
Il nostro cervello, sulla base delle esperienze appena vissute, formula e aggiorna continuamente delle predizioni su quel che avverrà nel nostro immediato futuro e poi ne verifica la congruenza o l’incongruenza con ciò che accade per affinare le previsioni successive. Questa capacità costituisce un vantaggio fondamentale nella nostra interazione quotidiana con l’ambiente che ci circonda. Ma come avviene questo processo?
Il Prof. Fabrizio Doricchi del Dipartimento di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma e della Fondazione Santa Lucia IRCCS ha svelato che la regione del cervello nota come giunzione temporo-parietale, svolge un ruolo fondamentale nell’aggiornare e modificare tali predizioni. In uno studio appena pubblicato sull’autorevole rivista Physics of Life Reviews, il Prof. Fabrizio Doricchi e i suoi collaboratori hanno svelato che, in tutti questi compiti, la giunzione temporo-parietale svolge un ruolo “predittivo” e che i due emisferi cerebrali hanno ruoli “predittivi” diversi.
Alzheimer e Parkinson potrebbero avere un’origine comune
A portare a questa ipotesi, uno studio condotto da tre ricercatori dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche, pubblicato sulla rivista IBRO Neuroscience Reports, secondo il quale entrambe le patologie sarebbero causate dallo stesso meccanismo neurodegenerativo - che hanno chiamato Neurodegenerative Elderly Syndrome (NES) - e si differenzierebbero in seguito.
Tre ricercatori dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) - Daniele Caligiore, Flora Giocondo e Massimo Silvetti - hanno recentemente pubblicato sulla rivista internazionale IBRO Neuroscience Reports un articolo in cui per la prima volta propongono che l’Alzheimer e il Parkinson potrebbero originare dallo stesso meccanismo neurodegenerativo, per poi differenziarsi in seguito, e hanno chiamato tale fenomeno neurodegenerativo “NES-Neurodegenerative Elderly Syndrome” (Sindrome neurodegenerativa dell’anziano). Lo studio ha seguito un approccio interdisciplinare e di sistema per analizzare e sintetizzare in modo originale nell’ipotesi della NES i risultati di diverse ricerche su Alzheimer e Parkinson condotte in ambiti diversi, dalla genetica alla neurofisiologia.
Microbiota umano: come i batteri si sono evoluti con noi
Su "Nature Communications» studio coordinato dalle Università di Padova e di Firenze" ha identificato per la prima volta la correlazione tra il DNA dei microorganismi presenti nell’uomo e stile di vita nelle popolazioni antiche.
Ripercorrere l’evoluzione dello stile di vita dei nostri antenati vissuti nel Sud Italia tra 31.000 e 2.200 a.C attraverso lo studio dei microorganismi presenti all’interno della bocca dell’uomo (microbiota orale), da cui è stato estratto il DNA antico. È il risultato ottenuto dallo studio coordinato dall’Università di Padova, grazie al sostegno del programma STARS, e dall’Università di Firenze, che è stato pubblicato sulla rivista «Nature Communications» in un articolo dal titolo Ancient oral microbiomes support gradual Neolithic dietary shifts towards agriculture.
Le scimmie gelada usano le pietre per “disegnare”
Uno studio frutto della collaborazione tra gli etologi dell’Università di Pisa, Amsterdam, Kyoto e del NaturZoo di Rheine pubblicato su Journal of Ethology descrive due diverse tecniche di manipolazione delle pietre simili a quelle impiegate per disegnare
Un disegno è il prodotto dell’utilizzo di un oggetto che rilascia una traccia colorata su una superficie. Per disegnare sono indispensabili raffinate tecniche di manipolazione, che includono una selezione accurata dell’oggetto e della superficie su cui vogliamo lasciare una traccia. Questa attività non è esclusiva della nostra specie. Alcuni hanno infatti insegnato ad altre specie animali, come scimmie ed elefanti, a disegnare fornendo loro il materiale adatto e un training adeguato. Ora, per la prima volta, Elisabetta Palagi (Università di Pisa), Virginia Pallante (Università di Amsterdam), Achim Johann (NaturZoo di Rheine) e Mike Huffman (Università di Kyoto) hanno osservato due maschi di gelada (Theropithecus gelada) sviluppare spontaneamente due differenti tecniche di manipolazione delle pietre che portano al rilascio del colore su superfici dure, costituite da cemento o pietra.
Scoperto un segnale gravitazionale anomalo generato dalla fusione "istantanea" di due buchi neri
Il 21 maggio 2019 i due interferometri LIGO, negli USA, e Virgo, in Italia, hanno rivelato un segnale gravitazionale straordinariamente intenso, ma estremamente breve. Una sorta di potentissimo gong cosmico, chiamato GW190521, dalla data della sua rivelazione. L’onda gravitazionale era stata generata dalla fusione di due buchi neri a miliardi di anni luce di distanza dalla Terra e, in seguito a quel fragoroso scontro, è stato prodotto un buco nero di oltre 150 masse solari, il buco nero più massiccio osservato fino ad oggi da LIGO e Virgo.
GW190521 è stata un’osservazione eccezionale e per molti versi enigmatica, che ha stimolato gli astrofisici a immaginare possibili scenari cosmici che spieghino il meccanismo di formazione della coppia binaria e le caratteristiche della sua violenta fusione. Giovedì 17 novembre, un gruppo di ricerca composto da scienziati della sezione di Torino dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, insieme ai colleghi dell’Università di Torino e dell’Università Friedrich Schiller di Jena (Germania), ha pubblicato un importante studio su Nature Astronomy, intitolato 'GW190521 as a dynamical capture of two nonspinning black holes', in cui prova a interpretare la natura enigmatica di questo segnale gravitazionale anomalo.
Nell’occhio del mirino l’enzima-filler che rende i tumori resistenti alle terapie
Indagato da un gruppo internazionale di ricercatori dell’IFOM e dell’Università degli Studi di Milano il ruolo dell’enzima Polimerasi Theta nella farmacoresistenza è stato studiato. Per la particolare funzione di questa molecola i ricercatori hanno coniato il nome di “enzima-filler”, o enzima riempitore. Esso ha infatti la capacità di colmare le lesioni che le terapie hanno provocato al DNA delle cellule tumorali, con la conseguenza di rafforzare tali cellule. I ricercatori hanno altresì individuato un approccio terapeutico potenzialmente efficace per impedire l’azione-filler della Polimerasi Theta e prevenire così l’insorgenza della recidiva. Tale approccio potrebbe essere un’alternativa alle classiche radio- e chemioterapie. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC e dalla Fondazione Regionale Ricerca Biomedica, sono stati pubblicati oggi sulla rivista Molecular Cell.
Nuovi OGM, ultimi giorni per sottoscrivere la petizione
Il 20 novembre alle ore 10 si chiuderà la campagna #ItaliaLiberadaOGM per promuovere la petizione europea #IchooseGmofree.
RACCOLTE GIÀ 400.000 FIRME, È POSSIBILE FIRMARE FINO AL 19 NOVEMBRE
Le 27 Associazioni contadine, del biologico, ambientaliste e della società civile riunite nel Coordinamento Italia libera da OGM rilanciano le loro richieste: i nuovi OGM rimangano regolamentati dalla direttiva 2001/18/CE e con un’etichettatura trasparente!
Il Coordinamento Italia libera da OGM – C.I.L.O. – composto da associazioni contadine, ambientaliste e della società civile – annuncia la chiusura della campagna #ItaliaLiberadaOGM per promuovere la petizione europea #IchooseGmofree il 20 novembre ore 10. La campagna ha mobilitato cittadini della UE con l’obiettivo di prevenire la deregolamentazione dei nuovi OGM.
In poco più di sei mesi sono state raccolte oltre 400.000 firme, un chiaro segnale della comune volontà dei cittadini italiani ed europei di mantenere anche per i nuovi OGM l’attuale regolamentazione prevista dalla Direttiva europea 2001/18 e la totale trasparenza in etichetta.
Ovospace: l’esperimento della Sapienza in collaborazione con la Nasa e l’ASI per svelare gli effetti della microgravità sui meccanismi legati alla fertilità e alla riproduzione
L’esperimento è stato lanciato tramite razzo vettore sulla International Space Station per osservare gli effetti della microgravità sulle funzioni endocrine di cellule ovariche bovine. I risultati serviranno a comprendere alcuni aspetti della riproduzione sulla Terra, ma anche in vista di missioni spaziali di lunga durata ed eventuali insediamenti umani in altri pianeti
Il 7 novembre alle ore 5.35 del mattino sulla costa est degli USA, è stato lanciato con successo il razzo NG-18/Antares dalla base NASA Wallops Flight Facility (Virginia).
Il razzo vettore ha lanciato la navicella Cygnus che ha portato sulla International Space Station rifornimenti e alcuni esperimenti scientifici. Fra questi, l’esperimento del progetto OVOSPACE, finanziato e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e ideato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza guidati dal Mariano Bizzarri.
Covid-19: nuovo test per identificare gli anticorpi neutralizzanti
Un’analisi sierologica, sviluppata dall’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr e dall’Inmi Lazzaro Spallanzani, rende possibile identificare gli anticorpi neutralizzanti del virus SARS-CoV2 in ambienti di prelievo a bassi livelli di biosicurezza. La tecnologia, descritta su Frontiers in Immunology, potrà essere utilizzata anche nello sviluppo di molecole in grado di inibire l’infezione virale
Un gruppo di ricercatori dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare (Ibbc) del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli, in collaborazione con l’Istituto nazionale per le malattie infettive (Inmi) Lazzaro Spallanzani, ha messo a punto un test per determinare il livello di anticorpi neutralizzanti anti-SARS-CoV-2 nel sangue umano di individui vaccinati o infettati: identificare il livello di tali anticorpi -denominati nAbs- in grado di bloccare lo sviluppo del virus è, infatti, un importante indice predittivo per ciò che concerne la risposta immunitaria in pazienti affetti da Covid-19 e in persone vaccinate.