
Astrofisica (48)
Scoperta l’antenata delle galassie sferoidali: nuovi indizi sul rapporto tra buchi neri e formazione stellare
29 Mag 2023 Scritto da Università di Bologna
Osservata nell’universo ancora giovane (1,25 miliardi di anni dopo il Big Bang), grazie al James Webb Space Telescope, la galassia GS-9209 ha una massa stellare simile a quella della Via Lattea e ha già terminato la formazione di stelle: le sue caratteristiche fanno luce sulla nascita delle galassie sferoidali e la connessione con i buchi neri di grande massa
Una collaborazione tra studiosi dell’Università di Edimburgo (Regno Unito) e dell’Università di Bologna ha identificato la più antica galassia quiescente – cioè che non forma più stelle – finora conosciuta. La galassia – chiamata GS-9209 – è stata osservata 1,25 miliardi di anni dopo il Big Bang: un’epoca che corrisponde a circa il 9% dell’età attuale dell’Universo. E a quel punto la formazione di nuove stelle al suo interno si era già fermata da circa mezzo miliardo di anni.
La scoperta – pubblicata sulla rivista Nature – è stata possibile grazie al James Webb Space Telescope e ci offre nuovi indizi per comprendere i processi fisici che guidano la formazione e l’evoluzione delle galassie. In particolare, lo studio ha permesso di evidenziare la correlazione tra la presenza di buchi neri supermassicci e l’inibizione della capacità delle galassie di formare nuove stelle.
JUICE: verso il pianeta Giove per svelare i misteri delle sue lune
14 Apr 2023 Scritto da Università di Roma La Sapienza
La sonda lanciata il 14 aprile, arriverà a destinazione dopo otto anni di crociera. A bordo importanti strumenti finanziati e sviluppati sotto la guida dell'Agenzia Spaziale Italiana con la partecipazione di un team scientifico a cui ha preso parte anche la Sapienza
Giove e le sue lune ghiacciate - Ganimede, Europa e Callisto - saranno il fulcro dell'indagine della sonda JUICE (Jupiter Icy Moon Explorer), lanciata con successo oggi, 14 aprile alle 14.15 ora italiana, dalla Guyana francese.
IRIDE: La squadra è al completo. Assegnati i contratti per la costruzione e i servizi della futura costellazione di Osservazione della Terra.
14 Apr 2023 Scritto da Fabrizio Zucchini
A dicembre 2021 il Governo italiano ha affidato all’Agenzia Spaziale Europea l’impegnativo incarico di sviluppare il sistema IRIDE. L’ESA ha raggiunto il primo degli obiettivi programmatici imposti dal PNRR, ovvero l’aggiudicazione di tutti i contratti entro il termine del 31 marzo 2023. Il programma è dotato di un budget complessivo di circa 1.1 miliardi di euro e sarà completato entro la metà del 2026.
IRIDE, uno tra i più importanti programmi spaziali satellitari europei di Osservazione della Terra – sarà realizzata in Italia sotto la gestione dell’ESA – European Space Agency e con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). La costellazione, insieme ad altri sistemi spaziali nazionali ed europei, è concepita per servire le Amministrazioni Pubbliche, quali la Protezione Civile e molte altre, per contrastare il dissesto idrogeologico e gli incendi, tutelare le coste, monitorare le infrastrutture critiche, la qualità dell’aria e le condizioni meteorologiche. Fornirà, infine, dati analitici per lo sviluppo di applicazioni commerciali da parte di startup, piccole e medie imprese e industrie di settore. In particolare IRIDE offrirà 8 macro servizi relativi al monitoraggio marino e costiero, alla qualità dell’aria, al monitoraggio dei movimenti del terreno, alla copertura del suolo, all’idro meteo clima, al monitoraggio delle risorse idriche, alla gestione delle emergenze e alla sicurezza.
Ecco come nasce un ammasso di galassie: su Nature studio UNITS con INAF e i dati dal telescopio ALMA
07 Apr 2023 Scritto da Università degli Studi di Trieste
Un team di astronomi guidato dal ricercatore Luca Di Mascolo dell’Università degli Studi di Trieste ha osservato per la prima volta le fasi iniziali di formazione di un ammasso di galassie.
Gli ammassi di galassie sono le strutture cosmiche gravitazionalmente legate più grandi dell’Universo e, come suggerisce il nome, contengono fino a diverse migliaia di galassie, oltre che materia oscura e un alone diffuso di gas caldo, il cosiddetto "Intracluster medium" (ICM). Si tratta di un gas che di fatto ha una massa che supera notevolmente quella delle galassie stesse e ne permea lo spazio tra l’una e l’altra.
Le Meraviglie del Lancio Spaziale - Un libro per grandi e piccini
21 Mar 2023 Scritto da Fabrizio Zucchini - Communication Manager IRIDE
“Tutto è pronto, mancano pochi secondi al Lancio. Inizia il conto alla rovescia: ‘Dieci… nove…motto…’ I motori del Lanciatore Spaziale si sono accesi e il satellite si aggrappa strettissimo al suo amico razzo. In un bagliore scintillante attraversa velocissimo il cielo, supera la stratosfera ed entra nello spazio!”
Scrivere un libro per bambini non è certo impresa facile. Deve essere semplice, ma non banale, divertente ed essere capace di accendere l’immaginazione del piccolo lettore. Le meraviglie del Lancio Spaziale scritto da Andrea Papa per Carmignani scienze contiene tutti questi elementi. Il libro approfondisce il tema dei satelliti iniziato su “Lo Zio Orso racconta i Satelliti” e ne descrive anche le fasi di integrazione, lancio e messa in orbita.
Scoperto un segnale gravitazionale anomalo generato dalla fusione "istantanea" di due buchi neri
21 Nov 2022 Scritto da Università degli studi di Torino
Il 21 maggio 2019 i due interferometri LIGO, negli USA, e Virgo, in Italia, hanno rivelato un segnale gravitazionale straordinariamente intenso, ma estremamente breve. Una sorta di potentissimo gong cosmico, chiamato GW190521, dalla data della sua rivelazione. L’onda gravitazionale era stata generata dalla fusione di due buchi neri a miliardi di anni luce di distanza dalla Terra e, in seguito a quel fragoroso scontro, è stato prodotto un buco nero di oltre 150 masse solari, il buco nero più massiccio osservato fino ad oggi da LIGO e Virgo.
GW190521 è stata un’osservazione eccezionale e per molti versi enigmatica, che ha stimolato gli astrofisici a immaginare possibili scenari cosmici che spieghino il meccanismo di formazione della coppia binaria e le caratteristiche della sua violenta fusione. Giovedì 17 novembre, un gruppo di ricerca composto da scienziati della sezione di Torino dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, insieme ai colleghi dell’Università di Torino e dell’Università Friedrich Schiller di Jena (Germania), ha pubblicato un importante studio su Nature Astronomy, intitolato 'GW190521 as a dynamical capture of two nonspinning black holes', in cui prova a interpretare la natura enigmatica di questo segnale gravitazionale anomalo.
Ovospace: l’esperimento della Sapienza in collaborazione con la Nasa e l’ASI per svelare gli effetti della microgravità sui meccanismi legati alla fertilità e alla riproduzione
17 Nov 2022 Scritto da Università di Roma La Sapienza
L’esperimento è stato lanciato tramite razzo vettore sulla International Space Station per osservare gli effetti della microgravità sulle funzioni endocrine di cellule ovariche bovine. I risultati serviranno a comprendere alcuni aspetti della riproduzione sulla Terra, ma anche in vista di missioni spaziali di lunga durata ed eventuali insediamenti umani in altri pianeti
Il 7 novembre alle ore 5.35 del mattino sulla costa est degli USA, è stato lanciato con successo il razzo NG-18/Antares dalla base NASA Wallops Flight Facility (Virginia).
Il razzo vettore ha lanciato la navicella Cygnus che ha portato sulla International Space Station rifornimenti e alcuni esperimenti scientifici. Fra questi, l’esperimento del progetto OVOSPACE, finanziato e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e ideato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Medicina sperimentale della Sapienza guidati dal Mariano Bizzarri.
Acqua salata alla base dei depositi polari marziani, confermata con successo
13 Ott 2022 Scritto da Università degli studi di Roma TreI primi studi della presenza di acqua liquida salata sotto la calotta polare sud di Marte risalgono a ricerche pubblicate nel 2018 e nel 2021. Il 28 settembre, il terzo studio è stato pubblicato su Nature Communications da un team italo-statunitense.
Guidato da Roberto Orosei (INAF-IRA) ed Elena Pettinelli (Università degli studi RomaTre) con il coordinamento di ASI, il team italiano dello strumento MARSIS, il radar italiano a bordo della missione Mars Express dell’ESA, ha ottenuto importanti conferme.
Grazie a una nuova collaborazione tra il team italiano, che ha guidato la scoperta iniziale, e colleghi statunitensi, è stato possibile condurre nuovi esperimenti di laboratorio e simulazioni che hanno dimostrato in modo conclusivo l’incompatibilità fra le temperature marziane alle frequenze alle quali opera MARSIS e la presenza alla base del ghiaccio di materiali diversi dall’acqua salata.
Ecco i "Megahalos": emissioni radio che si estendono per 10 milioni di anni luce
29 Set 2022 Scritto da Università di Bologna
Grazie alle osservazioni del radiotelescopio LOFAR, un gruppo internazionale di astronomi ha individuato per la prima volta enormi aloni radio che avvolgono interi ammassi di galassie e sono alimentati
dall’energia gravitazionale che modella la struttura dell’universo.
Un gruppo internazionale di astronomi ha individuato quattro casi di ammassi di galassie interamente avvolti da una debole emissione radio che si estende fino alle loro estreme periferie. Queste sorgenti radio – che gli studiosi hanno chiamato “Megahalos” – si estendono per 10 milioni di anni luce e coprono un volume 30 volte più grande rispetto alle sorgenti radio finora note
rilevate in ambienti simili. La ricerca – pubblicata su Nature – è stata realizzata utilizzando dati raccolti
dal radiotelescopio LOFAR (Low Frequency Array): i risultati ottenuti suggeriscono che questi “Megahalos”, alimentati dall’energia gravitazionale che modella la struttura dell’universo, potrebbero essere un fenomeno comune in molte parti dell’universo. “Abbiamo scoperto un acceleratore di particelle di proporzioni cosmologiche e questo studio suggerisce che molti altri ammassi di galassie potrebbero mostrare emissioni su scale così grandi”, commenta Virginia Cuciti, ricercatrice all’Università di Amburgo, alumna dell’Università di Bologna e prima autrice dello studio.
Le misure di gravità effettuate dalla sonda Juno della Nasa hanno rivelato che le masse gassose di Giove si muovono, provocando sulla superficie del pianeta oscillazioni simili a onde marine con ampiezze tra i 15 e gli 80 metri. I risultati dello studio, coordinato dal Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza, sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications
Giove è un pianeta gassoso e le sue masse interne possono muoversi, generando oscillazioni simili per certi versi alle onde marine e ai terremoti terrestri. Questi spostamenti di masse provocano piccole variazioni della gravità del pianeta.