Redazione
La sfida mondiale della metalizzazione dell’idrogeno vede il Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma in prima linea. Lo studio, volto allo sviluppo di nuovi strumenti altamente efficienti per l’elettronica e per il settore dell’energia, è stato pubblicato sulla rivista Nature Physics.
È possibile prendere un gas come l’idrogeno e comprimerlo fino a renderlo solido e resistente come il metallo?
La risposta è affermativa e arriva dal team di ricercatori del Dipartimento di Fisica della Sapienza che, in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Physics con la collaborazione delle università di Trento e dei Paesi Baschi, ha calcolato le caratteristiche fisiche (conducibilità elettrica, colore e lucentezza) e le proprietà chimiche dell’idrogeno al variare della pressione.
La ricerca si inserisce in un filone di studi che da decenni vede gruppi di tutto il mondo impegnati nel comprimere gli atomi di idrogeno per creare, in laboratorio e a temperatura ambiente, un superconduttore dalle prestazioni molto elevate, che non si surriscaldi e non disperda energia. Peculiarità che rendono il materiale di grande interesse per applicazioni nel settore energetico e dell’elettronica e in altre svariati contesti che richiedono materiali in grado di funzionare anche in condizioni estreme.
COVID-19 is the most devastating pandemic in recent history. As with many emerging infectious diseases, it is of zoonotic origin, meaning that animals played a major role in the initial transmission events. Despite SARS-CoV-2 being highly adapted to jump from human to human, several animal species are naturally susceptible to SARS-CoV-2, including pets such as cats. In the present report, a cat from a family with several relatives affected by COVID-19 developed severe respiratory clinical signs, leading to humanitarian euthanasia. Due to the suspicion of a potential COVID-19 infection in the cat, different antemortem and postmortem tests were assayed. The clinical condition was finally attributed to a feline hypertrophic cardiomyopathy, but the animal was also infected by SARS-CoV-2.
Sono stati i Panda Club della Romanina, periferia della capitale, i vincitori del Premio Violetta inaugurato lo scorso anno, premio che si è aggiunto a quelli offerti dal WWF all’interno del contest Urban Nature e dedicato ad aumentare la biodiversità negli spazi urbani. Nell’Istituto Comprensivo Raffaello è stato riqualificato uno spazio arido e in abbandono che oggi è animato da una vegetazione rigogliosa e fiorita, paradiso per una grande varietà di farfalle, api e altri insetti impollinatori. Il Premio verrà assegnato anche quest’anno ad altri due Panda Club, classi iscritte al WWF, all’interno del contest di Urban Nature che si concluderà la prossima settimana con le premiazioni di altre 6 classi (due primarie, due secondarie di primo e due di secondo grado).
Le premiazioni del contest Urban Nature sono uno dei passaggi chiave delle due settimane di raccolta fondi del WWF che, fino al 4 ottobre, vuole stimolare la generosità degli italiani per creare, grazie al numero solidale (SMS o chiamata) 45585 il maggior numero possibile di Aule Natura dal nord al sud del paese.
Il WWF vuole allestire negli spazi esterni delle scuole aree di supporto alla didattica in grado non solo di garantire la sicurezza degli alunni attraverso un opportuno distanziamento interpersonale ma di arricchire la didattica in un’aula letteralmente “fatta di natura”.
Ottimizzare l’energia prodotta dai dispositivi fotovoltaici, recuperando la luce sprecata. Questa l’obiettivo raggiunto dai ricercatori di Milano-Bicocca, realizzato attraverso nuovi nanoscristalli fluorescenti, drogati con pochi grammi di oro, in grado di assorbire e manipolare lo spettro solare e trasformare una frazione dei fotoni sprecati in modo che possano essere utilizzati dai dispositivi.
I risultati di questa ricerca, dal titolo "High Photon Upconversion Efficiency with Hybrid Triplet Sensitizers by Ultrafast Hole-Routing in Electronic-Doped Nanocrystals" (doi: 10.1002/adma.202002953) sono stati appena pubblicati su Advanced Materials.
Per rendere più efficienti i dispositivi fotovoltaici, come ad esempio le celle solari, è necessario sfruttare dei processi che consentano di recuperare la luce sprecata. Per risolvere questo problema, il gruppo di Spettroscopia Avanzata di Nanomateriali Funzionali del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’ Università degli Studi di Milano – Bicocca guidato dai professori Sergio Brovelli, Francesco Meinardi e Angelo Monguzzi, ha sviluppato una nuova classe di nanocristalli fluroescenti in cui vengono inseriti pochi atomi di oro e sono “decorati” con cromofori organici. Essi sono in grado di assorbire e manipolare lo spettro solare, trasformando una frazione dei fotoni sprecati i in modo che possano essere utilizzati dai dispositivi.
Il presente rapporto, prodotto congiuntamente dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), presenta un’analisi approfondita delle malattie presenti sulle schede di morte di soggetti diagnosticati microbiologicamente tramite tampone rino/orofaringeo positivo al SARS-CoV-2. Se le precedenti diffusioni1 avevano l’obiettivo di descrivere l’impatto della pandemia sui livelli di mortalità totale nei primi mesi del 2020, qui vengono approfonditi gli aspetti epidemiologici legati alla presenza di malattie o gruppi di malattie che hanno contributo al decesso al fine di comprendere in quanti casi COVID-19 sia stato effettivamente la causa principale, direttamente responsabile del decesso e quale sia stato il ruolo di altre malattie.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con gli Istituti di scienze marine (Ismar) e di fisiologia clinica (Ifc) è impegnato in un innovativo progetto di monitoraggio del litorale toscano tramite drone, con il duplice obiettivo di analizzarne lo stato di salute e di quantificare l’accumulo e la distribuzione spaziale dei rifiuti presenti, compresi guanti e mascherine. I primi risultati sono disponibili in modalità open access su Remote Sensing
Un drone sorveglia le coste della Toscana: fornirà dati utili ad analizzare i rifiuti plastici presenti sulle spiagge, nonché a comprendere la penetrazione di specie vegetali invasive, e a verificare i cambiamenti della linea di costa dovuti a fenomeni erosivi, o alla presenza di fiumi e porti.
Il progetto, condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche con gli Istituti di scienze marine (Ismar) di Lerici (La Spezia) e di fisiologia clinica (Ifc) di Pisa, è unico nel suo genere: le prime ricognizioni condotte dal gruppo ReFly del Cnr-Ifc hanno riguardato il litorale di San Rossore, area naturale protetta delle province di Pisa e Lucca, permettendo di acquisire una serie di dati relativi al riconoscimento, classificazione e conteggio degli oggetti antropogenici ivi spiaggiati. I risultati, analizzati in collaborazione con l’Istituto per la bioeconomia (Ibe) del Cnr, sono pubblicati su Remote Sensing.
Un transistor stampato su carta con materiali bidimensionali: l’elettronica del futuro prende forma
16 Lug 2020
Pubblicati su Nature Communications i risultati di un progetto di ricerca coordinato dall’Università di Pisa
L’elettronica del futuro prende forma grazie a un progetto di ricerca condotto dall’Università di Pisa insieme all’Università di Manchester, all’IIT e alla TUW di Vienna: per la prima volta è stato infatti stampato su carta un transistor utilizzando materiali bidimensionali come il Solfuro di Molibdeno, attraverso un processo basato su stampa a getto di inchiostro. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications nell’articolo “Low-voltage 2D materials-based printed field-effect transistors for integrated digital and analog electronics on paper”.
GIUSEPPE PALERMO
FERMO IMMAGINE
Giardini di Palazzo Mezzacapo (locali ex A.A.S.T.)
Maiori – Costa d’Amalfi (SA)
Vernissage 11 luglio ore 19
11 luglio – 31 agosto 2020
Apertura tutti i giorni ore 18 - 22 ingresso gratuito
Sabato 11 luglio a Maiori, in Costa d’Amalfi, si terrà il vernissage della mostra d’arte contemporanea dal titolo “Fermo immagine” dell’artista Giuseppe Palermo, nei bei locali dell’ex Azienda di Soggiorno e Turismo, situati nei Giardini di Palazzo Mezzacapo (ore 19,00).
Anche quest’anno Palermo, ormai stabilito a Roma da anni e dove ha il suo showroom d’arte, ritorna in Costiera amalfitana con una sua mostra, diversa completamente nei contenuti che erano al centro delle sue esibizioni degli anni precedenti e che partivano dall’arte ceramica e materica delle antiche riggiole napoletane, frutto di una ricerca, ormai avviata da tempo, da piastrelle e maioliche antiche e tipiche per tramutarle in coloratissime o bicromatiche tele.
Durante il lungo periodo di chiusura dovuto alla Pandemia, l’artista ha avviato una riflessione interiore sullo scorrere dell’esistenza di ognuno di noi, prima che su se stesso, per arrivare alla conclusione che il passare del tempo è fatto da tanti gesti e abitudini che si replicano al punto da perderne la consapevolezza. Riti che sono immutabili, che si ripetono senza che nessuno se ne accorga, che ci faccia caso. Si generano quasi involontariamente nel volgere della vita, come ad esempio il bagno a mare di ragazzi, una passeggiata con il nonno, il primo monopattino, l’attesa di un amico, il gelato al bar centrale. Una sorta di video che scorre senza interruzioni da sempre, senza una musica particolare che faccia da sottofondo, senza clamore. Un video che dimentichiamo presto, che si confonde con l’anno precedente e quello ancora prima. Ricordi che si stratificano come pagine dove solo l’ultima è perfettamente leggibile. Giuseppe Palermo, al tempo del Coronavirus, riflette sulla ripetitività inconsapevole della vita e si confronta con questo terreno per certi versi banale, quotidiano, anonimo.
Microbiome in Antarctic marine invertebrate may hold key to anticancer compound
Could the cure for melanoma -- the most dangerous type of skin cancer -- be a compound derived from a marine invertebrate that lives at the bottom of the ocean? National Science Foundation-funded scientists led by Alison Murray of the Desert Research Institute in Reno, Nevada, think so. They're looking to the microbiome of an Antarctic ascidian called Synoicum adareanum to better understand the possibilities for development of a melanoma-specific drug.
Quali sono i meccanismi neurali che consentono di sentirci responsabili delle nostre azioni? Li rivela lo studio dal titolo “How the effects of actions become our own” realizzato da un gruppo di ricercatori coordinato da Eraldo Paulesu e condotto da Laura Zapparoli e Silvia Seghezzi (rispettivamente assegnista e dottoranda di ricerca del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca) in collaborazione con l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi (Gruppo San Donato), presso il quale i ricercatori studiano la fisiologia e i disturbi del movimento.
La ricerca è appena stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Science Advances.
Sebbene gran parte del funzionamento del nostro sistema motorio avvenga automaticamente, noi "sappiamo" di essere attori del nostro comportamento. Inoltre, prevediamo e siamo consapevoli delle conseguenze delle azioni che pianifichiamo, con riferimento ai nostri obiettivi. La sensazione di controllare volontariamente le nostre azioni e, attraverso esse, gli eventi nel mondo esterno è il cosiddetto "senso di agentività”, una componente cruciale del monitoraggio dell'azione e della consapevolezza di sé.