Effettua acquisti di materiale erpetologico, dedicandosi inoltre alla raccolta di scorpioni, ragni, Coleotteri Tenebrionidi e molluschi d’acqua dolce. Ameno episodio quello che si verifica nell’Institut Pasteur di Algeri nel quale Ghigi chiede ed ottiene in omaggio dapprima uno scorpione e successivamente una vipera dai cornetti da parte del direttore Prof. Sergent, il quale così lo apostrofa; “Vous avez un bon appétit, Monsieur!”. Sono della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo i primi contributi sulla dentatura di Mammiferi e Pesci Teleostei, sul tegumento degli Uccelli, sullo scheletro delle appendici nel contesto della polidattilia dei Gallinacei, varie note di entomologia su Coleotteri Lampiridi e Imenotteri Tentredinidi; le prime osservazioni ornitologiche sugli uccelli palustri e sui Galliformes delle famiglie Numididae e Phasianidae, in particolare i generi Alectoris, Guttera, Lophura, Tragopan.
Nel periodo trascorso presso la Stazione Zoologica di Napoli, Ghigi effettua osservazioni sul nidamento dello Pteropode Tiedemannia neapolitana pubblicate nel 1903 sul Monitore Zoologico Italiano. Ai Crostacei dedica alcune note, in particolare ai Notostraci della Cirenaica del genere Triops (1921-1924). Ai Mammiferi sono dedicate due importanti pubblicazioni: “Ricerche faunistiche e sistematiche sui Mammiferi italiani che formano oggetto di caccia” (1911), lo stesso anno integrate da “Aggiunte” dal prof. Giuseppe Lepri (Lepri, 1911), e “I Mammiferi d’Italia studiati sotto l’aspetto agrario” (1916). Nel contesto delle faune della Libia e del Dodecanneso alle quali Ghigi riserva otto lavori, merita menzione la querelle con Giuseppe Colosi (1892-1975) sul popolamento animale della Cirenaica, la cui fauna, secondo Ghigi, presenta evidenti affinità con quella del bacino orientale del Mediterraneo; Colosi ne sostiene, al contrario, il carattere circummediterraneo o nord-africano.
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