Le ricadute pratiche del suo lavoro si consolidano nel corso di molti anni di osservazioni sull’alimentazione, il comportamento riproduttivo e le patologie di Phasianidae, Numididae e altri Galliformi, in particolare i generi Chrysolophus, Columba, Gallus, Gennaeus, Graphophasianus, Guttera, Hierophasis, Lophura, Phasianus, Syrmaticus. Tra i principali risultati ricordiamo la scoperta della “gonomonarrenia” o fecondità dei soli ibridi di sesso maschile, le osservazioni sulla intersessualità da ibridazione, eterosi e sviluppo di caratteri sessuali secondari; inoltre, la costituzione di una tra le collezioni più complete al mondo di ibridi di Phasianidae e altri Galliformi. A questi aspetti vanno aggiunte anche le riflessioni teoriche di Ghigi, nella cui ricca bibliografia si riscontrano interessanti titoli riguardanti l’evoluzionismo darwiniano e il suo rapporto con la genetica. Si tenga presente che, a cavallo tra Ottocento e Novecento, la teoria evoluzionista stava attraversando un momento di grave stagnazione teorica destinata ad essere superata solo grazie a quella compenetrazione tra evoluzionismo e genetica favorita dai maggiori fautori della cosiddetta Modern Synthesis: il genetista americano Theodosius Grigorevich Dobzhansky (1900-1975), autore nel 1937 di “Genetics and the Origin of Species”, lo zoologo tedesco Ernst Mayr (1904-2005), autore nel 1942 del libro “Systematics and the Origin of Species”, il biologo e divulgatore britannico Julian Huxley (1887-1975), autore nel 1942 di “Evolution, the Modern Synthesis”, il paleontologo britannico George Gaylord Simpson (1902-1984) ricordato per il libro del 1944 “Tempo and Mode of Evolution” (Barsanti, 2005: 347-368).
L’aggiornamento della riflessione di Ghigi su questi argomenti è interessante e da approfondire, anche se - come si evidenzierà più avanti - la componente genetica e, soprattutto, eugenetica della biologia di quegli anni condurranno il naturalista a gravi affermazioni di carattere ideologico legate alla sua adesione alla legislazione razziale, evidente nell’opuscolo apologetico del 1939 intitolato “Problemi biologici della razza e del meticciato” (Cassata, 2006 e 2011). Peraltro, da un punto di vista teorico, Ghigi aveva precedentemente prodotto interessanti riflessioni sull’evoluzionismo: già nel 1907 presso l’Università di Ferrara pronunciava un discorso su “Il darwinismo nella biologia moderna” (Ghigi, 1907); nel 1921 affrontava il tema de “Le insufficienze del mendelismo” (Ghigi, 1921); nel 1932 si occupava de “L’origine delle specie nella odierna biologia sperimentale” (Ghigi, 1932) alludendo con ciò al darwiniano “mistero dei misteri”, quello della speciazione; nel 1937, infine, dedicava ancora un articolo a “Le applicazioni della genetica nel campo zootecnico” (Ghigi, 1937). Nel Secondo dopoguerra Ghigi avrebbe abbandonato simili terreni per dedicarsi con ben maggiore successo e competenza a quelli ormai fondamentali e meno speculativi della conservazione naturale.
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